E' appena trascorsa una delle estati più anomale.
E' appena trascorsa una delle estati che nell'immediato futuro saranno la norma.
Sottolineare la frase giusta. Tranquilli: nessuno c'azzecca.
Non c'è fra noi nessun indovino e Nostradamus non ha predetto nulla al proposito. Però molte analisi di climatologia indicano chiaramente che si sta alterando il clima.

Un recente studio accreditato nella comunità scientifica spiega come a partire dagli anni '70 del secolo scorso l'impatto delle attività dell'uomo sul clima globale del pianeta si è appesantito. Si tratta delle emissioni di gas serra. Non è questa però una novità.
Ma vediamo in particolare cos'è successo quest'anno. Prima di tutto va detto che è la seconda estate consecutiva a presentare caratteri simili soprattutto nel decorso della stagione estiva.
Poche frasi definiscono in sintesi la lunga estate del 2012. Caldo sovrano fin dalla seconda metà di giugno. Vento debole, ma caldo e costante nelle aree collinari. Pioggia assente o torrenziale.
Ci basiamo sui dati raccolti nella stazione meteo del Giardino delle Erbe.
Guardiamo prima di tutto la pioggia. E' piovuto poco. L'ultima pioggia utile per la vegetazione è stata il 2 maggio ( 30 mm) e quella dopo è arrivata solo il 3 luglio ( 36 mm). La successiva è caduta il primo di settembre mentre per tutto agosto, a fronte di temperature torride, non è piovuta neanche una goccia. O meglio: un temporale dopo il quindici ma a chiazze. Ad esempio su Monte della Vecchia sono caduti 8 mm mentre a Casola quasi niente. Inoltre sono state piogge brevi con un'intensità oraria elevata come è successo la sera di sabato 13 ottobre quando sulle ultime bancarelle della festa dei frutti dimenticati che stavano sgomberando si è rovesciato un battello d'acqua ( in mezz'ora una ventina di mm).
Chiaro che piogge torrenziali così servono a poco in termini di riserve idriche.
A farne le spese del combinato fra poca pioggia e alte temperature è stata tutta la vegetazione mentre fra le coltivazioni della nostra zona soprattutto il castagno ne ha fatto le spese. Del drammatico calo di produzione dei castagneti ne parleremo meglio nel prossimo numero del giornale.
Una veloce scorsa alle temperature. Nel mese di luglio solo 5 giorni hanno registrato massime sotto i 30 gradi mentre ad agosto sono stati solo due. Anche nella seconda metà di giugno solo tre giorni hanno registrato massime sotto i 30 gradi. E le notti non sono state certo fresche.
A far crescere lo stress delle piante si è aggiunto il vento di libeccio quasi costante almeno fino alla metà di luglio. Il vento asciuga e aumenta l'evapotraspirazione. Ultima difesa per molte piante è far cadere anticipatamente le foglie così da prevenire il disseccamento. Abbiamo visto molti boschi, soprattutto esposti a sud, su crinali o dossi, perdere le foglie come se fosse già autunno.
Una situazione insomma critica che perdura tuttora ( scrivo al 21 di ottobre ) con anomalie termiche che , purtroppo, non riguardano solo la nostra zona.
Ci sono considerazioni generali: la constatazione dell' incapacità dei summit internazionali di porre rimedi seri alle emissioni di gas serra, l'inadeguatezza di un modello di vita che spreca risorse non riproducibili, ecc. Ci sono considerazioni a carattere locale: abbiamo sfiorato il razionamento idrico e la risorsa acqua è strategica per la produzione agricola e industriale ( cartongesso). Dove è finito lo studio commissionato a Hera per valutare la fattibilità di una chiusa sul Senio per tesaurizzare l'acqua?

Roberto Rinaldi Ceroni
Condividi questo articolo
FaceBook  Twitter