“Allora Gesù, pieno di gioia, disse: -Ti ringrazio, o Padre, perché tu hai nascosto queste cose ai grandi e ai sapienti e le hai fatte conoscere ai piccoli…” (Luca, 10-21.)
Di sicuro Don Giovannino era piccolo di statura, esile, di salute molto incerta, sempre: ma di questo non si doveva parlare.
L’unica volta che non si schermì, fu quando gli dissi: “Lei è un esperto del dolore”. Abbozzò uno dei suoi sorrisi, a conferma…
L’ho visto quotidianamente vivere la malattia accanto al mio babbo, il suo campanaro di una vita: un figlio non avrebbe potuto avere più tenerezza, attenzione verso tutti i suoi malati, vero medico dell’anima per ciascuno.
Si schermiva, invece, all’appello di ‘Priore’, che diceva di non accettare perché ne era più degno il suo predecessore, il titanico e travolgente Don Francesco Bosi. Questo a conferma della sua umiltà, vera e profonda anche nelle minime cose. Mi permetto un piccolo ricordo: un giorno, nella lista della spesa che mi affidava ogni tanto, era elencata una scatola di TIC TAC (caramelle), che io comprai. Quando tornai, si sentì in dovere di spiegarmi che gli servivano per umettarsi la bocca durante le lunghe ore di ossigeno diurne e notturne (temeva che io pensassi ad un peccato di gola!).
E durante quelle ore penose, chissà quante preghiere al Padre per la sua comunità, la sua gente, i suoi bambini, Valsenio.
Non gli è stato permesso di vedere ultimata la sua Abbazia, lì ha rivelato la sua fermezza, la sua determinazione nel trattare con Enti, Banche, Esperti, Maestranze, rimarcando anche notevoli delusioni. Ma ha lottato sempre, a viso aperto contro lungaggini, pastoie burocratiche, ingiustizie.
Gli sono mancate le parole solo alla fine della sua vita. Mi ha detto sua sorella Anna che quando gli nominava Valsenio ammutoliva: i ricordi erano insopportabili. E adesso, Don Giovannino? Adesso lei è il nostro angelo: chi meglio di Lei ci ha amati, conosciuti, perdonati su questa terra? Solo Gesù, in cielo, grazie alle sue preghiere di sempre.
Vittoria Dal Pozzo