Certamente pochi, se non hanno i 70 anni suonati, ricordano di averla vista coi loro occhi. Molti invece l’hanno vista attraverso una vecchia foto scattata verosimilmente agli inizi del 1900.Parlo della meridiana che campeggiava sulla facciata della canonica che guarda il Senio. La foto è ormai un cimelio d’archivio. Non esiterei a farla risalire a prima della guerra del ’15/’18. Sul portone della canonica ci sono donne con il sottanone lungo fino ai piedi.

La facciata è linda, quasi fosse imbiancata di fresco e la meridiana spicca benissimo. Anzi due meridiane: una a destra e una a sinistra delle otto finestre. Perché due? L’ho chiesto ai più vecchi, ma le risposte sono vaghe. C’è chi dice che una era per il sole e una per la luna. Mi convince un po’ poco. C’è chi vuol credere che quella di sinistra fosse la classica meridiana dell’ora italica che segnava quanto restava all’“ora di notte”. Per intenderci, l’ora di notte segnava il momento in cui nelle città e nei grossi paesi si chiudevano le porte e bisognava essere dentro per non rimaner all’aperto dopo il suono della campana. Sarà, ma sulla facciata della nostra canonica il sole scompare già appena alle 14 e anche quest’ipotesi è poco probabile.
Come che sia, noi ci riferiamo alla meridiana solare, quella di destra.
Quando sarà stata disegnata? E da chi? Altra ipotesi. Fra gli appassionati di astronomia ci sono certamente stati i monaci e i frati. E’ facile ritrovare nei vecchi conventi meridiane elaborate. Una famosa è nel duomo di Firenze, l’altra in S. Petronio di Bologna. Nel nostro piccolo, ho ritrovato nel vecchio convento dei Cappuccini, e precisamente nella terrazza che sovrasta la veranda, una rozza meridiana, ora appena leggibile per l’età e l’incuria. Può far pensare che uno dei frati si sia offerto anche per disegnare quelle che erano sulla facciata della canonica. Queste e quella sono tracciate senza tener conto di longitudine e latitudine e correzione di fusi vari. Probabilmente si sono serviti di un orologio e hanno adottato il “metodo pazienza”. E come mai sono scomparse?
Questo è più facile. A causa della guerra. Certamente fino al 1944/45 si intravedevano ancora, poi causa le schegge delle granate (una scoppiata proprio sui gradini del portone dove fece un morto e dei feriti) che avevano ridotto la facciata a un colabrodo, al ritorno della normalità, coi danni della guerra, si riempirono i buchi e si diede una mano di calce a tutto. Addio meridiane!Fino all’anno scorso, 2006, il colore del tempo del povero restauro era rimasto inalterato. Tutti lo ricordano: un brutto colore giallo sporco che nascondeva tutto. Poi è arrivato il 50° di messa dell’Arci e nel restauro della chiesa, che ha richiesto più di un anno, c’è entrata anche l’imbiancatura nuova della canonica. Ora le due facciate, quella della chiesa e quella della canonica, fanno bello spicco e rendono la Piazza della Chiesa la più bella del paese. E’ nato allora il desiderio di ripristinare anche la vecchia meridiana tenuto conto che in tutto il paese non ce ne sono altre. Sì, d’accordo che alla Ca’ Nova di Baffadi e alle Salde di Renzuno fanno bella mostra di sé due recenti meridiane, ma in paese non ce n’era più una. Del resto l’autore di quelle due è lo stesso che ha elaborato anche questa: il dott. Francesco Alessandro Cattani di Vossémole di Marradi. E’ un valente veterinario che, una volta in pensione, si è dedicato con passione a questo hobby diventando un vero esperto. Alla fine di maggio, proprio gli ultimi giorni, i casolani hanno visto il dottore e il decoratore al lavoro sull’impalcatura approntata. Ai primi di giugno era tutto finito. E’ stata tracciata a regola d’arte con tutte le misure richieste ed è riuscita un buon lavoro, ma per saperla leggere bene abbiamo chiesto al dottore di stendere una piccola guida e lui, sempre gratuitamente, ci ha fornito un trattatello che vi proponiamo. Bisogna leggerlo attentamente per non rimanere perplessi guardandola. Non è cosa così semplice come parrebbe la sua lettura e richiede un minimo di nozioni astronomiche. E’ piaciuta a tutti, i forestieri che salgono a fine settimana si fermano e molti la fotografano.
Resta solo da dire qualcosa sul motto latino riportato. Prende lo spunto dal fatto che l’ombra invade la facciata fin dalle 14 del pomeriggio velando tutto. Il motto ricorda allora che l’amore di Dio è un sole che non tramonta mai.
In allegato come promesso la guida alla lettura della meridiana stesa dal dott. Cattani.

Don Giancarlo Menetti
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