È un venerdì sera che nelle vecchie scuole di Borgo Rivola incontriamo Steve e Domenico, due ragazzi che si sono ribellati al niente offerto dal loro piccolo paese e desiderosi di fare qualcosa anche per gli altri. Lo si vede dalle espressioni della loro faccia che sono orgogliosi di quelle stanze che da vuote aule di una ex scuola sono diventate il punto di ritrovo per i giovani rivolesi ma anche per ragazzi e ragazzini di Casola e di Riolo.
Sono passati quasi quattro anni, mese più mese meno, da quando Steve e Domenico insieme ad altri loro amici hanno deciso che non gli andava più bene stare al bar tutto il giorno senza fare niente o dovere andare a Riolo per trovare qualcosa da fare. E allora perchè una ex scuola doveva rimanere in preda della polvere e del puzzo di chiuso quando c’era chi aveva voglia di inventarsi qualcosa? E c’è andata di mezzo la musica, i soliti quattro ragazzi che hanno voglia di spingere sulle corde della chitarra e battere sulla pelle del rullante di una batteria. E così arriva grazie al sindaco una stanza minuscola per fare le prove, una stanza tanto piccola che se qualcuno voleva sentirli suonare un componente della band doveva uscire. Un amico tira l’altro e così a quelle prove si radunava sempre più gente e l’aria veniva a mancare, proprio non ci si stava, tutti volevano ascoltarli ma solo il batterista, vista la mole dello strumento, riusciva a rimanere in sala prove mentre gli altri suonavano nel corridoio.
E allora perchè non sfruttare una stanza più grande quando ce ne sono tante? Certo che sì, tanto se deve prendere polvere...
Noi bombardiamo Steve e Domenico di domande e loro rispondono con raffiche di parole, ci raccontano che hanno sborsato i loro soldi per comprarsi un po’ di strumentazione e fare diventare quella ex classe una sala prove come si deve. Adesso vengono da tutti i paesi a provare, da Feanza, Imola, Riolo e persino da Modigliana. Così poco alla volta i ragazzi si sono ripagati quello che avevano speso qualche anno prima. Ma i nostri non sono di quelli che si accontentano e allora hanno pensato di creare una stanza di ritrovo, attigua alla sala prove, così tanto per stare insieme, ascoltare musica, guardare film, chiaccherare, bersi qualcosa. E di nuovo hanno tirato fuori soldi dalle loro tasche per tv, dvd, stereo e casse. Naturlamente sono ragazzi che si sanno anche arrangiare e da una parte hanno recuperato un vecchio frigor, dall’altra un vecchio tavolo e poi due o tre divani, delle sedie. C’è tutto nella loro Old Skull (old scholl sarebbe stato troppo banale e così scuola è diventata teschio), che è il nome della loro associazione, ogni cosa che può servire per passare delle belle serate in compagnia, per dare “un senso a questa sera” come direbbe Vasco Rossi.
Purtroppo non sempre tutto va bene, anche in un paese di cinquecento anime c’è chi rema contro, i vecchi del bar, altri adulti, gli anziani che fanno ginnastica nel piano inferiore e la Old skull è lì sul limite, ma i ragazzi hanno le spalle grosse e vanno avanti, pronti a lottare per quello spazio tanto desiderato. Ed è stato così, a causa di qualche materasso e di qualche guastafeste (per non dire di peggio) del paese, che il Dirty star Party della scorsa estate è saltato a poche ore dalla prima birra.
C’è infatti chi pensa sempre male “questi giovani sono tutti dei drogati e chissà cosa ci faranno con quei materassi!!”
Steve e Domenico fanno trasparire un po’ di sconforto ma sono orgogliosi e fanno bene.
Il nostro incontro si chiude con alcuni treruote rombanti che parcheggiano davanti alla scuola, ne escono dei ragazzi di quindi-sedici anni, Steve e Domenico li salutano e come dei bravi fratelli maggiori gli lasciano le chiavi del Vecchio Teschio e gli dicono “fate i bravi”.
Ora non ci resta che avviarci verso casa (sfortunatamente non in treruote) e commentare l’ammirevole operato di questi ragazzi pieni di iniziativa e con le idee chiare di ciò che vogliono.
Arrivati al cartello CASOLA VALSENIO ci viene spontaneo guardarci in faccia e non sono servite parole per spiegarci ciò che si stavano domandando le nostre menti:
“E a Casola qual è lo spazio giovani?”
forsa non se lo sono meritato, o forse non sono in grado di gestirlo, o magari non ne hanno bisogno, oppure non c’è un posto da dare a loro in gestione.
Comunque bravi i ragazzi di Rivola ma anche brava l’amministrazione comunale di Riolo che ha avuto fiducia in loro e non ha di certo sbagliato.
Riccardo Albonetti e Nicola Rinaldi Ceroni