Da qualche tempo i grandi eventi non mi piacciono più.
Ne ho visti un pò di tutti i tipi: semifinali di Champions League, Heineken Festival, Formula 1, concerti sold out e perfino giornate della gioventù con tanto di Pontefice.
Una innumerevole serie di 'eventi' che mi hanno lasciato emozioni e ricordi.
Oggi è diverso.
Per prima cosa devi pagare. E tanto.
E sempre molto prima. Siamo folle da spennare.


Non ultimo il concerto dei Rolling Stone a Milano il 22 luglio. La prevendita inizierà il 12 dicembre.
Questi i prezzi dei biglietti per l’unica data italiana:
Tribuna Rossa 1° anello numerata: 128,80 euro Tribuna Rossa 2° anello numerata: 112,70 euro Prato A: 80,50 euro
Prato B e 1° anello: 72,40 euro
2° anello: 60,90 euro
3° anello: 47,10 euro
Premettendo che nei posti più economici vedi un puntino e non senti (vai Liga!!!), il resto dei prezzi sono altamente proibitivi per un concerto di 2/3 ore.
Inoltre la privatizzazione delle prevendite via internet crea un'altra dannata situazione in cui terzi disinteressati all'evento acquistano più biglietti possibili per rivenderli all'asta su ebay.
E' chiaro che non sono tasse obbligatore e posso scegliere benissimo di non andarci, il problema è un'altro.
Ritengo che la musica sia un' arte, ascoltarla mi crea un'emozione, mi rende felice.
Ora provare un'emozione costa. Essere felice costa. E costa salato.
Senza chiamare in causa Woodstock, sono del parere che questi eventi per anni sono stati fatti di altro, meno eventi commerciali, più eventi emozionali, ere in cui andare ad un concerto era farsi parte di qualcosa di comune, un senso di appartenenza che rendeva tutti questi momenti magici.
La musica ha avuto nei decenni passati un enorme ruolo sociale, di unione, di protesta, univa e divideva i giovani.
Ora sei costretto ad essere una massa di carne in fila con lo scontrino, posizionato nel posto deciso dal computer sei mesi prima e gli stessi artisti non sono più in grado di assumere posizioni sociali o 'di protesta' per non esporsi troppo alle regole del marketing.
Non ho mai visto i Rolling Stone dal vivo e penso che non li vedrò nemmeno stavolta.

Matteo Cenni
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