Riceviamo e pubblichiamo una lettera del Vicesindaco Giacomo Giacometti in risposta a quanto scritto dal Sindaco Giorgio Sagrini qualche giorno fa e da noi pubblicato (vedi l'articolo 'Alcune considerazioni sui referndum del 12 e 13 giugno' pubblicata sul nostro sito il 4 giugno e ancora presente in home page). L'argomento è ancora quello del referndum abrogativo della legge 40 sulla procreazione assistita che si terrà domenica e lunedì.
Caro Giorgio, hai espresso legittimamente la tua convinta intenzione di votare 4 SI al REFERENDUM del 12 e 13 Giugno. Presenti questa tua posizione sopratutto in 'nome della laicità dello Stato che è un valore fondante della nostra Costituzione'. Consentimi di dissentire da questa tua convinzione. Forse giustamente sposti la disputa a volte caotica sulla materia referendaria piuttosto sul diritto di ogni cittadino di vedere laicamente rispettate le proprie convinzioni ed i propri principi etici fino al punto limite di non ledere le altrui libertà. Pur essendo anch'io un convinto difensore della laicità dello Stato, mi pare tuttavia che sulla tutela di alcuni valori, lo Stato abbia il dovere di definire le regole: in nome della laicità dello stato non può essere lasciato alle convinzioni morali, filosofiche o politiche o religiose di ciascuno il libero comportamento da tenere sulla tutela dei valori fondamentali. Non si possono accettare libere convinzioni, quando in gioco c'è la tutela del diritto alla vita delle persone. Se molliamo su questo, probabilmente si aprirebbe un texas ed a soccombere sarebbe certamente il più debole sia esso un embrione o un individuo incapace di stare nell'arena. Sono convinto che la vita di un uomo inizia dal concepimento, e quella vita va tutelata da quel momento fino alla morte. Questa convinzione l'ho maturata traendo certezze da studiosi insospettabili e dalle mie convinzioni religiose. In questa direzione la scienza è giunta ad un punto di conoscenza difficile da contestare, dalla congiunzione tra un gamete ed un ovocita, si avvia un misterioso processo che dà origine ad un essere umano. Si potrà obiettare che c'è differenza tra un embrione ed una persona nella sua pienezza, ma non mi pare che questa distinzione, ammesso che esista, legittimi il libero uso anche per scopi nobili, di un embrione che è un progetto di persona. Lo ripeto, non perchè si vogliono costringere i diversamente convinti,ma perchè è in gioco non la laicità dello Stato, ma il valore ed il diritto alla vita. La legge 40 non è perfetta, ed io sono convinto che vada migliorata, ma intanto non bisogna distruggere quello che c'è. Tra le considerazioni che fai c'è anche l'esplicito invito ai cattolici a recarsi a votare indipendentemente dalle indicazioni della CEI: ci sono cattolici ed anche religiosi che andranno a votare quattro NO, altri che voteranno SI su alcuni quesiti e non su altri, altri che metteranno scheda bianca. Tutti costoro dal mio punto di vista non sono condannabili, ma non deve essere nemmeno condannabile chi sceglie il 4° modo consentito di partecipare ai referendum che è quello della astensione per contribuire a non realizzare il quorum del 50%, limite minimo per sancire la validità del referendum stesso. Questa scelta è maturata in me con il profondo rispetto delle opinioni diverse e con la convinzione che non vada inasprito il confronto su una materia così delicata, eccedendo in un linguaggio poco misurato che di tanto in tanto compare nel confuso dibattito in corso. Non mi sembra di agire da 'furbastro' se non vado a votare: esercito un mio diritto di comportamento. In altre occasioni, vedi nel 1974, nel referendum per la soppressione della legge sul divorzio, votai contro le indicazioni della Chiesa, cosa che non feci per l'aborto. Nel primo caso non era in gioco la vita, nel secondo caso, come questa volta, sì.

Giacomo Giacometti
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