La vecchia Pro Loco (vecchia si fa per dire e sta per Pro Loco dimissionaria) ha terminato il suo mandato e se ne deve costituire un'altra.
In accordo con il Consiglio dimissionario, qualche mese fa, l'Amministrazione Comunale ha dato vita ad un gruppo di lavoro , presieduto da Giampaolo Sbarzaglia, con l'obiettivo di verificare se era possibile formare una compagine più corposa rispetto a quella uscente.
In accordo con il Consiglio dimissionario, qualche mese fa, l'Amministrazione Comunale ha dato vita ad un gruppo di lavoro , presieduto da Giampaolo Sbarzaglia, con l'obiettivo di verificare se era possibile formare una compagine più corposa rispetto a quella uscente.
Ne è nato un nuovo gruppo, diverso, ma al cui interno resta Il Consiglio dimissionario quasi al completo che, con il presidente Gianni Gentilini in testa, si ripropone per sostenere un altro mandato.
Parrebbe fatta, invece questo nuovo gruppo incontra difficoltà, opposizioni e contestazioni.
Si potrebbe presumere che i suoi contestatori ed oppositori si presentino come un gruppo alternativo compatto in grado di sostituire il Consiglio uscente, invece, ed è qui il bello, niente gruppo compatto, forse neppure un gruppo, soprattutto nessuno che si voglia assumere la responsabilità e, diciamo pure la bega, di fare il presidente e di dirigere la baracca.
Così, almeno fino ad oggi 15 Febbraio 2005 e pertanto si è creata una situazione di stallo..
Si sono già svolti tre o quattro incontri, coordinati, come abbiamo detto da Sbarzaglia, che pure un tempo ha mostrato di essere efficiente, ma niente da fare.
Non è ben chiaro di che cosa il vecchio Consiglio della Pro Loco venga accusato, mi pare di capire di scarsa efficienza e di improvvisazione, e la qual cosa mi lascia un po' perplesso, perché, per quanto ne so, il Consiglio uscente ha portato a termine, in questi anni, tutti gli appuntamenti di un intenso e pesante programma di manifestazioni ed eventi.
Certo, si può sempre fare meglio, avanti dunque chi se la sente! Ma pare proprio per il momento che non se la senta nessuno ed allora?
E' per questo che nel titolo parliamo di situazione surreale, qualcuno ha detto, kafkiana.
Così è trascorso un carnevale sotto tono nel suo epilogo e si avvicina velocemente la Festa di Primavera. Le Società costruttrici, per quanto ne so, attendono lumi e sono in fibrillazione, il tempo stringe, i carri non si improvvisano, ma per il momento la situazione è bloccata.
A me parrebbe già una fortuna che chi si è già pesantemente impegnato in questi ultimi anni, sia deciso a continuare a farlo, e non si senta logorato. Evidentemente però non tutti la pensano così.
La cosa potrebbe pure starci bene se i contestatori facessero seguire alle proprie critiche le proposte concrete che per ora mancano, ma questo non è.
Mi dicono che si teorizza una Pro Loco che sappia mobilitare di volta in volta le varie componenti dell'associazionismo casolano e che deleghi, ora agli uni, ora agli altri, i vari impegni (ma questo non si è gia verificato in molte occasioni?) In poche parole una Pro loco che coordini e che faccia lavorare soprattutto gli altri.
In linea teorica è una bella pensata, quanto poi a realizzarla praticamente è un altro paio di maniche. Le associazioni del volontariato sono sempre gelose della loro autonomia, hanno i loro impegni da onorare, impegni già di per se pesanti. Possono dare una mano, ma di solito non si lasciano condurre per mano.
Poi ci sono sempre i personalismi, gli screzi, i battibecchi a rendere più complicato il quadro e difficili i rapporti.
Chi ipotizza una Pro Loco solo pensante, a mio avviso è bene che rifletta.
Pensare va bene, anzi benissimo, poi però bisogna rimboccarsi le maniche e fare la ruspa: ci sono tavole e panchine da spostare, e rispostare, stand e palchi da montare e soprattutto, terminati gli eventi, da smontare, cucine e pranzi per centinaia di persone da allestire e da servire, faticose riunioni preparatorie a cui partecipare, assenze e defaillances da tamponare e a cui sopperire.
E tutto ciò gratis et amore dei e magari, anzi quasi sempre, dopo aver svolto per tutto il giorno il proprio normale lavoro.
Visto il quadro non mi meraviglio che non si trovino molti disposti a sobbarcarsi l'impegno, mi meraviglia invece molto che, avendo la fortuna di poter contare su di un gruppo che ha già fatto esperienza e che si ripropone, lo si contesti.
Attenti a non tirare troppo la corda, il volontariato è una realtà delicata e fluida, ci vuole poco a disfare, molto di più a ricostruire.
Alessandro Righini
Parrebbe fatta, invece questo nuovo gruppo incontra difficoltà, opposizioni e contestazioni.
Si potrebbe presumere che i suoi contestatori ed oppositori si presentino come un gruppo alternativo compatto in grado di sostituire il Consiglio uscente, invece, ed è qui il bello, niente gruppo compatto, forse neppure un gruppo, soprattutto nessuno che si voglia assumere la responsabilità e, diciamo pure la bega, di fare il presidente e di dirigere la baracca.
Così, almeno fino ad oggi 15 Febbraio 2005 e pertanto si è creata una situazione di stallo..
Si sono già svolti tre o quattro incontri, coordinati, come abbiamo detto da Sbarzaglia, che pure un tempo ha mostrato di essere efficiente, ma niente da fare.
Non è ben chiaro di che cosa il vecchio Consiglio della Pro Loco venga accusato, mi pare di capire di scarsa efficienza e di improvvisazione, e la qual cosa mi lascia un po' perplesso, perché, per quanto ne so, il Consiglio uscente ha portato a termine, in questi anni, tutti gli appuntamenti di un intenso e pesante programma di manifestazioni ed eventi.
Certo, si può sempre fare meglio, avanti dunque chi se la sente! Ma pare proprio per il momento che non se la senta nessuno ed allora?
E' per questo che nel titolo parliamo di situazione surreale, qualcuno ha detto, kafkiana.
Così è trascorso un carnevale sotto tono nel suo epilogo e si avvicina velocemente la Festa di Primavera. Le Società costruttrici, per quanto ne so, attendono lumi e sono in fibrillazione, il tempo stringe, i carri non si improvvisano, ma per il momento la situazione è bloccata.
A me parrebbe già una fortuna che chi si è già pesantemente impegnato in questi ultimi anni, sia deciso a continuare a farlo, e non si senta logorato. Evidentemente però non tutti la pensano così.
La cosa potrebbe pure starci bene se i contestatori facessero seguire alle proprie critiche le proposte concrete che per ora mancano, ma questo non è.
Mi dicono che si teorizza una Pro Loco che sappia mobilitare di volta in volta le varie componenti dell'associazionismo casolano e che deleghi, ora agli uni, ora agli altri, i vari impegni (ma questo non si è gia verificato in molte occasioni?) In poche parole una Pro loco che coordini e che faccia lavorare soprattutto gli altri.
In linea teorica è una bella pensata, quanto poi a realizzarla praticamente è un altro paio di maniche. Le associazioni del volontariato sono sempre gelose della loro autonomia, hanno i loro impegni da onorare, impegni già di per se pesanti. Possono dare una mano, ma di solito non si lasciano condurre per mano.
Poi ci sono sempre i personalismi, gli screzi, i battibecchi a rendere più complicato il quadro e difficili i rapporti.
Chi ipotizza una Pro Loco solo pensante, a mio avviso è bene che rifletta.
Pensare va bene, anzi benissimo, poi però bisogna rimboccarsi le maniche e fare la ruspa: ci sono tavole e panchine da spostare, e rispostare, stand e palchi da montare e soprattutto, terminati gli eventi, da smontare, cucine e pranzi per centinaia di persone da allestire e da servire, faticose riunioni preparatorie a cui partecipare, assenze e defaillances da tamponare e a cui sopperire.
E tutto ciò gratis et amore dei e magari, anzi quasi sempre, dopo aver svolto per tutto il giorno il proprio normale lavoro.
Visto il quadro non mi meraviglio che non si trovino molti disposti a sobbarcarsi l'impegno, mi meraviglia invece molto che, avendo la fortuna di poter contare su di un gruppo che ha già fatto esperienza e che si ripropone, lo si contesti.
Attenti a non tirare troppo la corda, il volontariato è una realtà delicata e fluida, ci vuole poco a disfare, molto di più a ricostruire.
Alessandro Righini