Il ruolo di amministratore potrebbe essere non idoneo a favorire una discussione sulle cose casolane così come auspicato da Cenni e Righini in recenti loro scritti sullo Spekkietto.
La spinta a scrivere ,oltrechè dagli articoli dei due citati autori, mi viene dall'avvio in questi giorni di una importante discussione sul rinnovo del Piano di Zona dei SERVIZI SOCIALI.
E' una discussione che coinvolge tutti i Comuni del Faentino e quindi anche i cittadini Casolani e non solo quindi gli amministratori o gli uffici preposti o i soli utenti dei servizi.

Con il Piano di zona precedente(2002/2004) si è dato avvio ad un nuovo approccio alle tematiche sociali.La legge nazionale e quelle regionali sulla materia , hanno sostanzialmente affermato la universalità del diritto ai servizi socio-sanitari e l'ampliamento e l'ammodernamento del concetto di servizio sociale e sanitario.Si afferma un modo nuovo di usare le risorse pubbliche e quelle private.Gli obiettivi non sono solo il bisogno immediato , che ovviamente resta prioritario,ma anche l'orientamento a dedicare risorse importanti per prevenire il disagio sociale.
L'universalità dei servizi e l'azione allargata oltre il
bisogno e per la prevenzione, richiedono un diverso protagonismo dei soggetti pubblici e di quelli privati che erogano servizi alle persone.
Tutti gli attori dunque sono chiamati a raccolta per essere non solo protagonisti isolati , ma parte di un programma di zona condiviso e perciò costruito con un confronto per individuare i bisogni immediati, quelli futuri le risposte da dare ,le risorse da spendere nel sociale e per il sociale.
Per questo credo sia utile parlare di questa cose anche a Casola .Gli attori che agiscono nel sociale non mancano,molto spesso lo fanno in silenzio e qualche volta sono anche ignorati o sottovalutati.
A Casola non mancano neanche le problematiche sociali tradizionali e si intravvedono anche nuovi bisogni e probabili emergenze.
Non siamo sguarniti, dicevo, di attori del sociale: basta pensare alla Casa Proteta, gestita dalle Opere Pie, alla Fraternita di Misericordia, al Centro Sociale, all'Avis, alle Scuole,al gruppo dei Vigili del fuoco volontari,al gruppo degli Alpini, alle Associazioni sportive, a quelle giovanili ai singoli cittadini che danno tante risposte positive alle iniziative attivate di protezione sociale e sanitaria.
Non si possono poi trascurare le funzioni ,molto spesso, non repressive ,ma educative delle locali forze dell'ordine.
Ovviamente le attività svolte da queste entità, sono molto diverse, ma tutte riconducibili alla protezione ed al benessere delle persone. Di tutto ciò dobbiamo essere orgogliosi. Tuttavia tutto questo non basterà se non ricondurremo quello che fanno entro un quadro di riferimento programmatico e ad una progettualità sovracomunale da cui trarre risorse e sinergie con altri attori del territorio.
Siamo, come dicevo , in una discussione che porterà al 2° Piano di zona 2004/2007. Abbiamo argomenti che ci riguardano che devono trovare spazio non solo nella discussione, ma sopratutto nella programmazione e progettazione di zona.
Ne cito solo due: La riforma delle Opere Pie e le problematiche giovanili.
Le Opere Pie dovranno trasformarsi in azienda di servizio alla persona che abbia dimensioni capaci di essere nella zona forte interlocutore delle Amministrazioni locali per la gestione a costi contenuti delle Case Protette, delle RSA, degli appartamenti per anziani e disagiati, oltre naturalmente di altri eventuali servizi innovativi.
Come amministratori pubblici di Casola sentiamo che nell'attuazione di questa riforma ,voluta dal legislatore, è coinvolta l'autonomia della nostra Opera Pia ,presente a Casola da settecento anni, radicata nel sentire comune della nostra gente.
Sarebbe deleterio che per costruire un'azienda efficiente ed efficace sul territorio faentino estirpassimo le radici di questa nostra bella esperienza.
Ci rendiamo conto che le nostre Opere Pie per stare al passo coi tempi e per osservare le leggi di riforma,debbono mettersi nelle condizioni di essere un'azienda di servizio, capace di gestire parti importanti di servizi sociali.Questo però dovrà avvenire adottando regole statutarie che salvaguardino le radici e la storia ,il patrimonio della nostra Istituzione.
Su questo argomento,molto delicato, si deve aprire una discussione serena che porti ai risultati indicati avendo a parametro la storia della nostra IPAB e l'avvenire del Casa Protetta e degli altri servizi gestiti o da gestire.

Un secondo argomento di discussione riguarda i giovani , le loro problematiche che devono divenire parte del programma di zona dei servizi socio sanitari.Ci sono segnali di disgregazione del tessuto giovanile di Casola. Sono segnali da non drammatizzare,ma che richiedono un impegno costante.
Entrano in campo allora la Scuola,l'associazionismo sportivo,musicale , del tempo libero,lo scautismo, la parrocchia.Il Centro di Aggregazione 'L'ISOLA', che in questi giorni trasloca in una sede nuova,è una importante, ma parziale risposta, così come sono risposte importanti, ma parziali, quelle che vengono dall'associazionismo casolano.
C'è la necessità di più coesione, di fare più squadra a partire dagli educatori che devono dialogare tra loro dei problemi che sollevano i ragazzi.
Questo è un altro progetto su cui lavorare .
Per discutere di questo e di altro, c'è una occasione prossima: la convocazione del Consiglio Comunale allargatoa alle Associazioni ed ai cittadini.In quella sede ci sarà tempo e modo di mettere a confronto le proposte dei Comuni con le idee che potranno esprimere i partecipanti.
Nel frattempo è importante che la stampa locale possa ospitare opinioni e proposte , indicare problemi, sollecitare soluzioni.
Sarebbe importante riuscire a dare il segno di un nostro interesse verso il sociale e per la ricerca del benessere dei nostri concittadini.

Giacomo Giacometti-Assessore Politiche Sociali.
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