di Massimo Ercolani, Piero Lucci e Baldo Sansavini (Speleo GAM Mezzano)
L'area gessosa di Monte Tondo, nei pressi di Borgo Rivola (Riolo Terme) èsenza dubbio la zona più a rischio dell'intera Vena del Gesso. La demolizionedi Monte Tondo ad opera della cava di gesso è iniziata nel 1958 e proseguetuttora. La Cava di Monte Tondo è la più grande cava di gesso a cielo aperto dell'interaEuropa ed è la sola ancora attiva in Emilia Romagna. Attualmente l'estrazioneè finalizzata alla produzione di gesso per l'edilizia nel vicino stabilimentodi Casola Valsenio. Negli anni 60 e 70 all'interno di Monte Tondo è statoscavato un complesso reticolo di gallerie a diversi livelli di quota e dinotevoli dimensioni, tanto da consentire il normale transito degli automezzipesanti. Purtroppo queste gallerie scavate dalla cava hanno intercettato in piùpunti il corso dei torrenti alterando irreversibilmente la circolazionesotterranea e superficiale delle acque stesse.
Come gruppo speleologico, nell'agosto del 1990 abbiamo iniziato in questazona una lunga serie di esplorazioni: la ben nota Grotta del Re Tiberio, che siapre a pochi metri dal fronte di cava, si è rivelata essere in realtà solo laparte terminale di un sistema di grotte molto più sviluppato che, allo statoattuale delle conoscenze e relativamente ai gessi, è tra i maggiori d'Europa.
Fino all'inizio degli anni novanta le conoscenze relative alle grotte dellazona erano limitate al ramo fossile della Grotta del Re Tiberio, la cui parteiniziale (circa 60 metri) è stata frequentata dall'uomo a partire dall'età delrame. I restanti rami della grotta, per uno sviluppo di circa 300 metri, sonostati esplorati fin dal XIX secolo. Erano inoltre note alcune cavità neidintorni del borgo dei Crivellari.
Grazie alle esplorazioni speleologiche dello Speleo GAM Mezzano, ora losviluppo complessivo delle cavità di Monte Tondo raggiunge i 10 chilometri,suddivisi in due distinti'sistemi carsici', cioè grotte percorse dadue diversi torrenti sotterranei. La Grotta del Re Tiberio ha attualmente unosviluppo di oltre quattro chilometri. Si tratta di ambienti molto complessi:sale, meandri, cunicoli, torrenti sotterranei, nonché un grande pozzo verticaleprofondo oltre 70 metri. Insomma, un mondo sotterraneo unico nel suo genere.
Le nostre esplorazioni ci hanno condotto poi al ritrovamento di restischeletrici di una giovane donna e di un infante, nonchè di alcuni vasi. Sitratta di una sepoltura risalente all'antica età del bronzo, che si pone nelnostro territorio tra il XXIII sec. a.C. ed il XVIII sec. a.C. Successivamentealtri reperti sono venuti alla luce a seguito di una frana prodottadall'attività di cava. Vorremmo qui ricordare che la Grotta del Re Tiberio èstata frequentata dall'uomo in diverse epoche: dall'età del rame, all'età delbronzo e del ferro fino all'epoca romana ed ancora in età medioevale, doveprobabilmente era dimora di falsari. Insomma, si tratta di una testimonianzaunica e preziosa che purtroppo è stata profondamente alterata dall'attività dicava.
Un attento esame della zona circostante ci ha inoltre consentito diindividuare tracce di frequentazione preistorica in alcune cavità vicine. Ciòconferma che l'area di interesse archeologico è assai più vasta e noninteressa soltanto il tratto iniziale della Grotta del Re Tiberio.
Purtroppo una frana esterna ha recentemente interessato (marzo 2004) proprioquesta zona, fino al sottostante corso del fiume Senio. Questa frana ha infattiinteressato direttamente il corso del fiume Senio, scaricando due grossi massi,inoltre va sottolineata la presenza di una instabile parete di argilla a pochimetri dal corso d'acqua. Nella parte superiore della frana viene fatta defluireparte dell'acqua proveniente dalla zona di cava: alla sommità del crinale, neipressi del grande pozzo di scarico alla base di due cisterne, è stato infattiscavato un fosso che convoglia le acque sulla parete in questione, dove, nelcorso degli anni, l'acqua ha determinato un canale che attualmente confluisceesattamente sopra la nuova frana. Molto probabilmente questa infiltrazione è lacausa principale di quest'ultima.
Abbiamo segnalato, senza risultato alcuno, la presenza della frana agli entilocali.
Attualmente la frana, ben visibile dalla 'Casolana', si presentamolto instabile, le pareti circostanti sono in equilibrio precario: non èquindi da escludere un allargamento dell'area interessata. La Grotta del ReTiberio è distante appena un centinaio di metri. Ricordiamo poi che proprioquesta grotta è a sua volta soggetta ad una frana interna provocata dallasottostante galleria artificiale di cava. Ad una prima voragine, apertasi apochi metri dall'ingresso negli anni settanta, se ne è aggiunta una seconda,risalente ad un paio di anni fa.
Non sappiamo purtroppo quali possano essere gli ultimi nefasti sviluppi, inquanto la cava ha proibito, già da un paio d'anni, l'accesso degli speleologiai sistemi carsici da loro stessi scoperti, decisione, questa, avvallata inpieno dal Comune di Riolo Terme, viene così a mancare un indispensabile lavorodi monitoraggio delle grotte, reso quanto mai urgente dalla presenza dellefrane, viene poi a mancare la possibilità di completare gli studiidro-geologici, indispensabili per meglio definire i futuri piani di attivitàestrattiva.
Insomma, un vero e proprio 'tesoro' sotterraneo, un ambientestraordinario che la cava di Borgo Rivola intende 'gestire' senzainterferenze esterne: ancora una volta quest'ultima si propone quindi in vestedi controllore e controllata, senza che gli enti locali abbiano assolutamentenulla da obiettare.
Infine, se volete saperne di più (molto di più!) consultate il sito www.venadelgesso.itdove potrete trovare centinaia di testi e foto sull'area di cava, sulla Grotta del Re Tiberioe (ovviamente) su tutta la Vena del Gesso romagnola.