40 RICHIEDENTI ASILO A CASOLA VALSENIO
Come è noto in Maggio 4 profughi richiedenti asilo provenienti dal Mali sono stati accolti a cura del l’ASP in due mini appartamenti , tra loro adiacenti, nel complesso delle ex Opere Pie, di fianco alla chiesa parrocchiale.
Successivamente, Il 22 Luglio, sono arrivati a Casola altri profughi esteri, richiedenti asilo, facenti parte di un altro contingente i cui componenti sono stati alloggiati ed accolti nella struttura dell’ex albergo “Antica Corona”.
Quest’ultimo contingente è stato destinato a Casola Valsenio in seguito alla partecipazione del gestore della struttura dell’ex albergo “Antica Corona” , Antonio Norrito, ad una gara di appalto indetta dalla Prefettura di Ravenna per l’accoglienza dei richiedenti asilo
La gara è stata attivata nell’ambito delle operazioni di “Protezione internazionale dei rifugiati” messia in atto dal nostro Governo per far fronte all’emergenza dei rifugiati provenienti da varie parti del mondo afflitte da guerre, calamità o emergenze di vario tipo. Il nostro Governo infatti ultimamente sta cercando di distribuire i profughi in arrivo in tutto il territorio nazionale.
19 sono stati gli aspiranti gestori che hanno partecipato alla gara di appalto sopra citata e 14 quelli, fra cui il sig. Norrito, che hanno vinto ed a cui è stato assegnato il servizio di accoglienza.
Il contingente destinato a Casola ed alla struttura dell’ex albergo Antica Corona è di 40 richiedenti asilo.
In un primo tempo sono giunti 6 ragazzi pakistani, poi, per alcuni giorni, sono state ospitate anche alcune famiglie con i rispettivi figli che successivamente sono stati trasferite a Lugo. Infine sono arrivati altri giovani, tutti maschi, sino a completare il contingente. Al momento in cui scriviamo gli ospiti sono 40, di cui 27 sono Pakistani, 2 Bengalesi e 11 Gambiani. Alcuni di questi ospiti sono già in regola per quanto riguarda il permesso di soggiorno, gli altri attendono la maturazione dei tempi e della verifica delle condizioni necessarie
All’inizio la notizia dell’arrivo di un così significativo numero di rifugiati (in rapporto alla popolazione del nostro comune) ha messo in agitazione una parte dell’opinione pubblica ed ha provocato una certa reazione ( sorpresa e perplessità ) anche nella Amministrazione Comunale. Una petizione di attivata nell’immediatezza dell’evento da alcuni concittadini contrari all’accettazione dei richiedenti asilo, ha raccolto poco più di 130 firme ma alla fine, con il passare del tempo, e con la constatazione della sostanziale correttezza e della tranquillità che sino ad ora ha caratterizzato la permanenza degli ospiti, ci pare di poter dire che la situazione si è normalizzata e che le perplessità ed i timori dei primi giorni si sono in gran parte dissipati.
In base alle clausole dell’appalto il gestore deve fornire agli ospiti l’alloggio, il vitto, il vestiario, assicurare il necessario per l’igiene personale e curare quella della struttura di accoglienza. Inoltre deve provvedere alla corresponsione di una piccola somma di 2,5 euro giornaliere a ogni ospite per le piccole spese.
Il gestore per far fronte ai propri impegni ha dovuto assumere alle proprie dipendenze un cuoco per il servizio di cucina, una governante per il controllo ed il mantenimento dell’igiene dei locali, ed un operatore (presente in struttura 24 ore su 24) per la gestione e l’eventuale accompagnamento degli ospiti.
Oltre a ciò una professoressa alle dipendenze della cooperativa “Global solidarietà” di Ravenna tiene, tre volte alla settimana, delle lezioni di lingua italiana al fine di una maggior integrazione dei profughi fra cui vi sono ragazzi con diversi livelli di cultura. Un altro dipendente della medesima cooperativa funge da supporto e da collegamento con le strutture e gli enti del territorio impegnati in queste operazioni.
Gli ospiti, che per l’assistenza medica sono integrati nel servizio sanitario nazionale, una volta alla settimana ricevono anche la visita di un infermiere ed un paramedico che operano come volontari.
Considerando che questa iniziativa ha permesso di assicurare una nuova funzionalità ad una struttura importante (l’albergo) che per la maggior parte dell’anno se ne restava malinconicamente inerte ed inutilizzata al centro del paese, ci pare di poter affermare, al di là di tutte le perplessità suscitate, e dopo la verifica di questo primo periodo di attività, che l’esperienza può essere valutata positivamente soprattutto se si considera che ha dato una risposta concreta ai bisogni immediati di persone assai provate da atroci e drammatiche esperienze personali.
Alessandro Righini