I lettori di questo giornale saranno indulgenti nel sopportare che per la terza volta in pochi mesi si riproponga il tema dello Stato Sociale con riferimento al contesto nazionale e locale.
La spinta a farlo viene in particolare da tre eventi succedutisi in queste settimane.
Due di questi eventi hanno rilievo nazionale e internazionale.
Il terzo riguarda il nostro livello casolano, ma nella sua minore entità può legittimamente rapportarsi al contenuto degli eventi di cui sopra.

Ognuno di questi ha avuto al centro il futuro e la sostenibilità del Welfare in un momento di forti difficoltà economiche che attraversa la nostra Italia.
Dedicare attenzione ai problemi della famiglia, dei giovani, degli anziani, delle esclusioni sociali, non è un esercizio inutile solo che si pensi all'aggravammento delle condizioni di vita di importanti parti della popolazione che rischiano di uscire dal benessere verso la povertà.
Della famiglia e della sua condizione attuale ha parlato la Chiesa a Milano.
Sono partiti forti richiami a riconsiderarla la cellula fondamentale di una società sana e solidale.
A Milano è emerso ancora una volta che nella famiglia trovano rifugio i giovani in cerca di lavoro, gli anziani molto spesso soli ed a volte costretti a dare una mano ai figli, gli invalidi senza protezione sociale. Poi sono emersi il bisogno di una più intensa natalità, le problematiche della Scuola, della formazione.
La messa in risalto, dunque, della necessità che uno Stato che costruisce il suo futuro su solide basi, deve avere un progetto famiglia cui dedicare le risorse necessarie.
Le stesse strutture che fanno capo al mondo cattolico, che peraltro già molto fanno per le famiglie e per i poveri, devono trovare dentro la Struttura Ecclesiale più condivisione e aiuto per le opere che svolgono. La Gerarchia isoli alcune distorsioni che ogni tanto emergono e si dedichi con impegno al sostegno delle Parrocchie e del volontariato cattolico.
Il secondo avvenimento cui fare riferimento è l'appello “Salviamo lo Stato sociale” lanciato da 4 Sacerdoti (Don Albanesi, Don Ciotti, Don Mazzi, Don Zappolini) tutti schierati in prima linea per aiutare i poveri i diseredati e gli esclusi della società.
Il loro appello chiede che ”il necessario rigore per risanare il Paese, coinvolga tutti, gravando equamente sulle spalle di ciascuno secondo i pesi che ciascuno può portare. Non è soltanto una questione etica, di giustizia o di tenuta della coesione sociale. E' un problema che va dritto al cuore del patto che fonda il nostro sistema. Democrazia, infatti, significa anche che ciascuno possa costruire autonomamente il proprio progetto di vita, partendo da opportunità che vanno garantite nel campo educativo.”
L'appello chiama quindi a raccolta tutte le forze buone del Paese chiedendo loro di valorizzare ciascuna le proprie energie, la propria creatività, le proprie aspirazioni della cui esistenza ci sono per fortuna esempi quotidiani.
La responsabilità pubblica deve creare più facili condizioni perchè trovino spazio di espressione queste risorse presenti nella società.
La mano pubblica non deve abdicare a questo suo compito che resta esclusivo, ma tutti
gli attori protagonisti o potenziali, dalle forze economiche, alle Istituzioni Bancarie, dalla Burocrazia, alla Chiesa e le sue associazioni devono trovare il terreno per esprimere fino in fondo il ruolo sussidiario che sono chiamate a compiere. Tutto questo deve potersi verificare ancor più in presenza di un calo drastico delle risorse pubbliche.
Per venire al livello locale giova citare un 3° evento significativo per il nostro Paese, perchè riguarda l'Assemblea annuale della Fraternita di Misericordia che ha presentato il suo bilancio economico e sociale alla presenza delle autorità comunali.
Chi ha partecipato a quella riunione (e non erano pochi i presenti) avrà notato con quanta dedizione ed impegno si svolge nel nostro territorio una funzione fondamentale della quale molto spesso si dà per scontata l'esistenza. Purtroppo non è così, perchè l'azione dei volontari ha sempre bisogno di sostegno e migliora mento. Il loro ruolo nel paese, va valorizzato e reso più protagonista nel Welfare locale.
Il Governatore, il Magistrato ed i Confratelli della Misericordia Casolana si sono posti a più voci il tema del “cosa fare“ per essere ancora più utili e del come partecipare più assiduamente allo sforzo collettivo per rendere più efficace l'aiuto ai più deboli .
E' un 'cosa fare“ che vuole allertare i protagonisti pubblici e quelli privati, perchè i bisogni cui dare risposte non mancano.
SALVIAMO LO STATO SOCIALE! Facciamo nostro e diffondiamo il documento presentato dai quattro preti schierati in prima fila là dove più gravi ed urgenti sono i bisogni della gente. Sosteniamone i contenuti e nel nostro piccolo mettiamolo in pratica.

Giacomo Giacometti
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