L’altra sera, “saltando” a caso fra il migliaio di canali che il portento satellitare ci scarica nel televisore, sono arrivato per caso ad un talk show televisivo francese. Il tema di dibattito verteva sul recente dramma di Tolosa. I primi interventi degli ospiti in studio mi hanno incuriosito: tutti, senza eccezione, avevano in comune l’incongruenza. Paziente, ho quindi atteso l’arrivo di un commento finalmente condivisibile che… con mia sorpresa, non è mai arrivato. Al termine, la sintesi conclusiva fatta della conduttrice del programma è stata la seguente: il terrorismo messo in atto da un occidentale cresciuto nella tradizione cristiana non è affatto diverso dal terrorismo messo in atto da un mediorientale cresciuto nella tradizione mussulmana.
Questo, dal punto di vista umano, mi trova completamente d’accordo. Quel che però non quadra è l’eccesso di semplificazione nel mettere sullo stesso piano anche i due credo religiosi. Come è vero che il pazzo invasato di Oslo è indistinguibile dal pazzo scatenato di Tolosa, è vero anche che un parallelo in senso religioso non tiene.

Leggendo il Corano, mi è capitato di imbattermi in versetti che tra loro affermano l’opposto. Come uscire dalla contraddizione? A suo tempo un amico (mussulmano) mi ha dato l’indicazione giusta: rileggere con attenzione il versetto 105 della sura 2. Questo versetto, con disinvolta incoerenza recita: “Il versetto che Noi estinguiamo o abbandoniamo all’oblio, Noi lo sostituiamo con uno migliore”. Il Corano contiene quindi una sorta di “diritto alla precedenza”… se un versetto afferma l’opposto dell’altro, quello più recente si impone sul più vecchio. Pertanto, è logico aspettarsi che l’ordine cronologico nel quale le sure sono state scritte sia di fondamentale importanza. E in effetti è così. Tuttavia, pare di capire, che questo crei agli studiosi del Sacro Testo alcuni problemi dovuti a lacune storiche nella vita di Maometto. Ne deriva che autori diversi elencano diversamente. In ogni caso, tutti loro concordano nel collocare le sure 9 e 5 tra le ultime o addirittura in chiusura della sequenza. Con questo, i versetti delle sure 9 e 5 diventano prioritari nei confronti dei versetti precedenti con i quali, eventualmente, entrano in conflitto. E così è… ad esempio il versetto numero 5 della sura 9 contraddice numerosi versetti antecedenti rispetto ai quali, pur nella non completa cancellazione, vale il diritto alla precedenza… appunto. Per chi fosse curioso tale versetto recita:
“Uccidete gli idolatri ovunque voi li troviate. Fateli prigionieri, assediateli e combatteteli con ogni genere di tranelli.”
Ad esempio, gli induisti, praticando il politeismo, ricadono nella categoria. Professare politeismo, è considerato dall’islam il peccato più grave in assoluto.

Nel Vecchio Testamento è possibile trovare molte azioni violente riconducibile a volontà divina. Si tratta di fatti restituiti senza estrarne un sunto teologico. La conseguenza è che nel Nuovo Testamento non compare un solo richiamo all’uso della violenza. Emblematico, al riguardo, è il Discorso della montagna:

“”Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio, dente per dente”, ma io vi dico di non opporvi al malvagio, anzi, se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra.”” (Matteo 5, 38-39)

Si può far notare che al tempo delle crociate i cristiani ne hanno fatte di manca e diritta: atrocità di ogni tipo. È storia. Tuttavia occorre precisare… in quei tempi ricchi, ancor più di oggi, di orrore e odio, a guidare la spada dei cristiani non era il precetto evangelico ma il sentimento umano. In buona sostanza, le crociate furono volute dall’arroganza degli uomini, non dal comandamento divino.
E questo, anche al giorno d’oggi, fa la sua bella differenza.

Pier Ugo Acerbi
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