Ho letto i e capisco bene che visto da fuori il 'progetto caldaia' appaia, anche ad osservatori attenti come loro, una serie di rattoppi messi uno in fila all'altro. Di fatto lo è.
Ma credo sia giunto il momento di dire alcune cose, non tanto per difendere il progetto in sé, ma per onestà intellettuale in quanto, se posso fare un appunto ai due interlocutori sopra citati, è quello di evidenziare bene solo ciò che interessa loro, generando un'informazione parzialmente distorta.
Ma credo sia giunto il momento di dire alcune cose, non tanto per difendere il progetto in sé, ma per onestà intellettuale in quanto, se posso fare un appunto ai due interlocutori sopra citati, è quello di evidenziare bene solo ciò che interessa loro, generando un'informazione parzialmente distorta.
Dunque:
1) Il progetto originario ha richiesto molti mesi di preparazione, è stato fatto molto seriamente, visionando impianti esistenti in Piemonte e Trentino e avvalendosi della professionalità e della consulenza di tecnici agrari, termotecnici, legali, alcuni dei quali con alle spalle esperienza di impianti a biomasse.
2) L'ubicazione dell'impianto prevista inizialmente è stata spostata una prima volta per venire incontro alle richieste della popolazione, preoccupata dalle emissioni del camino. Su questo terreno non mi addentro, perché ho sentito entrambe le possibili opinioni 'sanitarie', ma ho avuto l'impressione di troppo allarmismo da una parte e troppa tranquillità dall'altra. In ogni caso mi par di ricordare (vedi articolo del 23 marzo 2009) che ci fosse accordo sul fatto che, rispetto al gasolio, attualmente usato alle scuole elementari/medie, il cippato fosse meno inquinante (e più economico). Inoltre di queste centrali è pieno il nord Italia (alcuni anche in prossimità di plessi scolastici) e ne è stata inaugurata da poco una vicino a Bologna.
3) Il progetto iniziale prevedeva l'istallazione della caldaia da circa 1 Mw e di una rete di teleriscaldamento. Purtroppo il finanziamento per questa seconda parte è stato bloccato per questioni meramente politiche (cambi di poltrone o qualcosa di simile), e qui sì che possiamo dire 'povera Italia'.
4) Non è vero che adesso si chiedono finanziamenti, poi si fanno i progetti. Chi conosce un minimo il meccanismo di queste cose, sa bene che per ottenere un contributo devi presentare un progetto e che ricevi i soldi solo se realizzi davvero il progetto per cui hai richiesto il finanziamento e nei tempi previsti a fronte della documentazione delle spese. Ottenere un finanziamento oggi, coi pochi soldi che ci sono, e con l'Europa che vigila, è molto più complesso di un tempo. Il tuo progetto è finanziato (e mai al 100 %) solo se ha un certo grado di bontà. Inoltre, se non usi i soldi che ti vengono concessi, per qualche annetto non puoi accedere a certi finanziamenti e sei condannato al degrado. Potranno non piacere, ma le regole sui finanziamenti son queste.
5) Senza il secondo finanziamento addio rete di teleriscaldamento. A questo punto, dopo sofferta votazione, il consiglio di Senio Energia ha deciso di procedere comunque, ridimensionando il progetto alla sola parte già finanziata, cioè l'installazione della caldaia, soprattutto in virtù delle considerazioni fatte al punto 4.
6) L'acquisto della caldaia è stato effettuato in accordo col principio della BAT (Best Available Technology) che impone appunto di installare la miglior tecnologia disponibile al momento.
Nota di colore: ho saputo di casolani preoccupati del fatto che nel silo di precarica della caldaia potrebbe finire legname proveniente da Chernobyl. Ecco su questo mi sento di rassicurarli che ciò non accadrà...
Grazie per l'attenzione
Lorenzo Righini
1) Il progetto originario ha richiesto molti mesi di preparazione, è stato fatto molto seriamente, visionando impianti esistenti in Piemonte e Trentino e avvalendosi della professionalità e della consulenza di tecnici agrari, termotecnici, legali, alcuni dei quali con alle spalle esperienza di impianti a biomasse.
2) L'ubicazione dell'impianto prevista inizialmente è stata spostata una prima volta per venire incontro alle richieste della popolazione, preoccupata dalle emissioni del camino. Su questo terreno non mi addentro, perché ho sentito entrambe le possibili opinioni 'sanitarie', ma ho avuto l'impressione di troppo allarmismo da una parte e troppa tranquillità dall'altra. In ogni caso mi par di ricordare (vedi articolo del 23 marzo 2009) che ci fosse accordo sul fatto che, rispetto al gasolio, attualmente usato alle scuole elementari/medie, il cippato fosse meno inquinante (e più economico). Inoltre di queste centrali è pieno il nord Italia (alcuni anche in prossimità di plessi scolastici) e ne è stata inaugurata da poco una vicino a Bologna.
3) Il progetto iniziale prevedeva l'istallazione della caldaia da circa 1 Mw e di una rete di teleriscaldamento. Purtroppo il finanziamento per questa seconda parte è stato bloccato per questioni meramente politiche (cambi di poltrone o qualcosa di simile), e qui sì che possiamo dire 'povera Italia'.
4) Non è vero che adesso si chiedono finanziamenti, poi si fanno i progetti. Chi conosce un minimo il meccanismo di queste cose, sa bene che per ottenere un contributo devi presentare un progetto e che ricevi i soldi solo se realizzi davvero il progetto per cui hai richiesto il finanziamento e nei tempi previsti a fronte della documentazione delle spese. Ottenere un finanziamento oggi, coi pochi soldi che ci sono, e con l'Europa che vigila, è molto più complesso di un tempo. Il tuo progetto è finanziato (e mai al 100 %) solo se ha un certo grado di bontà. Inoltre, se non usi i soldi che ti vengono concessi, per qualche annetto non puoi accedere a certi finanziamenti e sei condannato al degrado. Potranno non piacere, ma le regole sui finanziamenti son queste.
5) Senza il secondo finanziamento addio rete di teleriscaldamento. A questo punto, dopo sofferta votazione, il consiglio di Senio Energia ha deciso di procedere comunque, ridimensionando il progetto alla sola parte già finanziata, cioè l'installazione della caldaia, soprattutto in virtù delle considerazioni fatte al punto 4.
6) L'acquisto della caldaia è stato effettuato in accordo col principio della BAT (Best Available Technology) che impone appunto di installare la miglior tecnologia disponibile al momento.
Nota di colore: ho saputo di casolani preoccupati del fatto che nel silo di precarica della caldaia potrebbe finire legname proveniente da Chernobyl. Ecco su questo mi sento di rassicurarli che ciò non accadrà...
Grazie per l'attenzione
Lorenzo Righini