HO IL FONDATO SOSPETTO CHE ALL’INTERNO DEL NOSTRO DISTRETTO VI SIA CHI TRAMA PER SOPPRIMERE LA NOSTRA ASP
Lettera aperta ai Casolani
Carissimi Casolani, vi ricordate la battaglia che ingaggiammo assieme ai comuni di Castel Bolognese e Brisighella - con la mobilitazione civile di tutte le espressioni della vita sociale del nostro paese - per assicurarci la maggior autonomia ed il maggior controllo possibile della nostra Casa Protetta attraverso la costituzione di una ASP che fosse a misura del nostro territorio e delle nostre esigenze e distinta rispetto a quella del territorio Faentino?
Non si trattò di una battaglia di 'campanile' ma di una civilissima e giusta azione di difesa intrapresa per mantenere un ruolo significativo ai piccoli comuni come il nostro nella gestione dei servizi sociali.
Lettera aperta ai Casolani
Carissimi Casolani, vi ricordate la battaglia che ingaggiammo assieme ai comuni di Castel Bolognese e Brisighella - con la mobilitazione civile di tutte le espressioni della vita sociale del nostro paese - per assicurarci la maggior autonomia ed il maggior controllo possibile della nostra Casa Protetta attraverso la costituzione di una ASP che fosse a misura del nostro territorio e delle nostre esigenze e distinta rispetto a quella del territorio Faentino?
Non si trattò di una battaglia di 'campanile' ma di una civilissima e giusta azione di difesa intrapresa per mantenere un ruolo significativo ai piccoli comuni come il nostro nella gestione dei servizi sociali.
Infatti, a causa dei criteri di rappresentanza (tutti basati sugli apporti di valore capitale) previsti dalla legge regionale che sopprimeva le Opere Pie per dar vita alle ASP “Aziende di Sostegno alla Persona”, se si fosse creato un ente unico a livello comprensoriale, il peso del nostro Comune sarebbe risultato assolutamente insignificante.
Voi sapete tutti quanto sia più gravoso per un cittadino di Casola o di un comune periferico adire ed usufruire dei servizi socio sanitari che progressivamente, con varie scuse e motivazioni, vengono accentrati nei comuni maggiori di pianura: Faenza e ancor peggio a Ravenna.
E’ dunque abbastanza evidente quanto sia importante mantenere il più possibile il controllo del maggior numero di poteri decisionali al fine di salvaguardare il mantenimento in essere dei pochi servizi che sono rimasti nel nostro territorio.
La battaglia, come ben sapete, è andata a buon fine ed infatti nel nostro distretto sono state costituite due ASP: una formata dai comuni di Faenza e di Solarolo ed una (quella che ci interessa, ovvero l’ASP “Solidarietà Insieme”) formata dal nostro comune assieme a Castel Bolognese, Brisighella e Riolo Terme. All’interno di questa ultima ASP, essendo più equilibrati i rapporti di forza, il nostro comune ha potuto assicurarsi un ruolo significativo.
Personalmente credo che la legge regionale che ha sostituito le ASP alle Opere Pie sia una legge accentratrice e poco rispettosa delle realtà locali, ma, visto che è stata promulgata, è stato un bene limitare il danno e la costituzione di una ASP autonoma rispetto a Faenza ha senza dubbio rappresentato la scelta del male minore.
Purtroppo a molti “baronetti” del distretto Faentino - che evidentemente coltivavano mire di sapore egemonico e di potere di controllo sulle funzioni e sul capitale di una Unica Azienda distrettuale, e che si opposero con arroganza alla scelta delle due ASP - la nostra vittoria riuscì indigesta e vi è evidentemente chi non si è ancora arreso all’idea di poterci inglobare, se sono veri i numerosi segnali e le testimonianze che mi pervengono e che attestano l’esistenza di pressanti manovre per rimettere in discussione le decisioni prese a suo tempo.
Mi vengono infatti riferiti i resoconti di vari incontri a livello politico, amministrativo e tecnico distrettuale, ed anche purtroppo sindacale, in cui personaggi di vario peso ripropongono ostinatamente l’ipotesi della costituzione di una unica ASP ed anzi danno quasi scontata questa ipotesi, quasi che la scelta fatta qualche anno addietro sia stato un contentino temporaneo e provvisorio concesso ad alcune comunità turbolente per tenerle buone, salvo poi ripristinare a tempo debito il controllo di “quelli che contano”.
Ho interrogato i nostri responsabili politici ed amministrativi a tal proposito e, fino a qualche tempo fa, ho sempre ricevuto risposte rassicuranti in ordine alla difesa dell’autonomia della nostra ASP, ma recentemente mi è parso di notare un “allentamento” della fermezza e della determinazione in questa direzione e, quel che più mi lascia perplesso, sono i riscontri di ordine avverso che invece mi pervengono dai resoconti informali di alcune importanti riunioni distrettuali e dalle affermazioni di alcuni importanti funzionari dell’Ufficio di Piano del Distretto, che ogni tanto trapelano e fanno capolino quando si parla di questo problema, affermazioni che confermerebbero l’intenzione di accentrare tutto in una unica ASP.
Nelle decisioni di centralizzare ed accorpare funzioni e servizi si fa sempre riferimento con un certo qualunquismo, poca competenza e molta approssimazione all’obbiettivo della diminuzione dei costi ma l’esperienza ci insegna che nella maggioranza dei casi questa presunzione viene quasi sempre smentita.
Inoltre vi sono ben altri parametri e ragioni da tenere in conto quali: l'omogeneità dei territori, la difesa della rappresentatività delle comunità più deboli, l'accessibilità ai servizi, l'oculata gestione degli enti.
A proposito di quest'ultimo parametro si sa bene che due enti, perfettamente omogenei, uno diretto da persone competenti e motivate ed uno diretto da persone messe lì per tappare buchi o assicurare spartizioni di potere, la prima funziona bene e la seconda spesso va in malora. Quindi a volte la scelta di persone giuste alla guida degli enti vale molto di più di un accorpamento forzato e disomogeneo.
D'altra parte se il criterio guida dell'accorpamento fosse l'unico o il principale a cui fare riferimento, allora mi chiedo perchè non si faccia un'unica ASP provinciale, o ancora meglio, visto che ci siamo, un'unica ASP regionale.
Mi pare invece che il più giusto criterio per giudicare ed esprimere un giudizio sulla validità delle realtà esistenti e delle scelte fatte a suo tempo sia esclusivamente il rigoroso e completo esame dei risultati ottenuti, sia sul piano economico, sia sul piano della qualità e della rispondenza alle esigenze di un territorio. Sotto questo aspetto l’ ASP “Solidarietà Insieme” ha dimostrato di rappresentare e costituire nei fatti una realtà ed una esperienza ampiamente valida, vitale, funzionale e positiva.
Al contrario le ricorrenti manovre e tentativi di annullare questa realtà mi sembrano frutto di radicati preconcetti, forse non troppo nascosti interessi e, sicuramente, di scarsa o nulla conoscenza delle realtà territoriali del distretto.
Visti i segnali che pervengono mi pare che sia arrivato il momento di riaccendere i riflettori su questo tema e sui problemi connessi per lanciare l’allerta ai cittadini ed alle realtà sociali che li rappresentano affinché vi sia una generale presa di coscienza del pericolo che si sta profilando e si reagisca, come già si è fatto efficacemente in passato per salvaguardare i sacrosanti diritti della nostra comunità.
Per far questo lancio la proposta ai cittadini di buona volontà di dar vita con urgenza ad un “OSSERVATORIO DEI PROBLEMI SOCIALI” della nostra comunità - proposta eventualmente da girare anche ai comuni che fanno parte della nostra ASP - che tenga costantemente desta l’attenzione pubblica su questi temi di vitale importanza per la qualità della vita nei nostri territori.
Giro la proposta ai singoli cittadini e soprattutto alle realtà organizzate, alle associazioni ed ai rappresentanti della vita sociale perchè si attivino in tal senso e resto a disposizione di chiunque per eventuali maggiori ragguagli su questi temi.
TANTO PER FARE DEGLI ESEMPI:
Visto che ci siamo, richiamo ad esempio l’attenzione su di un problema sul quale a brevissimo le ASP dovranno assumere decisioni importanti.
Il problema riguarda la scelta fra “Internalizzazione” o “Esternalizzazione” dei servizi di assistenza nelle Case Protette ed in genere nelle strutture Sociali e Sanitarie.
Una scelta a cui costringe una recente legge regionale (un dispositivo, tanto per cambiare, farraginoso ed estremamente burocratizzato) che regola e sovrintende l’Accreditamento delle strutture socio sanitarie.
Spiegarlo in poche parole è impresa ardua perchè sul tema si sono già prodotte montagne di carta ma, riservandoci i dovuti approfondimenti, per ora basti dire che l’Esternalizzazione dei servizi potrebbe portare alla pratica estromissione della Amministrazione dell’ASP dalle funzioni di dirigenza e di gestione della Casa Protetta e serie complicazioni relativamente alla gestione del capitale immobiliare e finanziario di cui le ASP dispongono.
Un altro problema sul tappeto riguarda la conferma ed il mantenimento, in questi frangenti difficili e di trasformazione delle funzioni, dell’attuale Consiglio di Amministrazione dell’ASP per assicurare stabilità e continuità d’azione all’ente.
Insomma c’è tanta carne al fuoco ed io penso che la nostra comunità debba tornare a drizzare le antenne e a ridestare la propria vigile attenzione su questi problemi di vitale importanza per la difesa della qualità della vita nei nostri difficili territori di periferia montana.
Alessandro Righini
Voi sapete tutti quanto sia più gravoso per un cittadino di Casola o di un comune periferico adire ed usufruire dei servizi socio sanitari che progressivamente, con varie scuse e motivazioni, vengono accentrati nei comuni maggiori di pianura: Faenza e ancor peggio a Ravenna.
E’ dunque abbastanza evidente quanto sia importante mantenere il più possibile il controllo del maggior numero di poteri decisionali al fine di salvaguardare il mantenimento in essere dei pochi servizi che sono rimasti nel nostro territorio.
La battaglia, come ben sapete, è andata a buon fine ed infatti nel nostro distretto sono state costituite due ASP: una formata dai comuni di Faenza e di Solarolo ed una (quella che ci interessa, ovvero l’ASP “Solidarietà Insieme”) formata dal nostro comune assieme a Castel Bolognese, Brisighella e Riolo Terme. All’interno di questa ultima ASP, essendo più equilibrati i rapporti di forza, il nostro comune ha potuto assicurarsi un ruolo significativo.
Personalmente credo che la legge regionale che ha sostituito le ASP alle Opere Pie sia una legge accentratrice e poco rispettosa delle realtà locali, ma, visto che è stata promulgata, è stato un bene limitare il danno e la costituzione di una ASP autonoma rispetto a Faenza ha senza dubbio rappresentato la scelta del male minore.
Purtroppo a molti “baronetti” del distretto Faentino - che evidentemente coltivavano mire di sapore egemonico e di potere di controllo sulle funzioni e sul capitale di una Unica Azienda distrettuale, e che si opposero con arroganza alla scelta delle due ASP - la nostra vittoria riuscì indigesta e vi è evidentemente chi non si è ancora arreso all’idea di poterci inglobare, se sono veri i numerosi segnali e le testimonianze che mi pervengono e che attestano l’esistenza di pressanti manovre per rimettere in discussione le decisioni prese a suo tempo.
Mi vengono infatti riferiti i resoconti di vari incontri a livello politico, amministrativo e tecnico distrettuale, ed anche purtroppo sindacale, in cui personaggi di vario peso ripropongono ostinatamente l’ipotesi della costituzione di una unica ASP ed anzi danno quasi scontata questa ipotesi, quasi che la scelta fatta qualche anno addietro sia stato un contentino temporaneo e provvisorio concesso ad alcune comunità turbolente per tenerle buone, salvo poi ripristinare a tempo debito il controllo di “quelli che contano”.
Ho interrogato i nostri responsabili politici ed amministrativi a tal proposito e, fino a qualche tempo fa, ho sempre ricevuto risposte rassicuranti in ordine alla difesa dell’autonomia della nostra ASP, ma recentemente mi è parso di notare un “allentamento” della fermezza e della determinazione in questa direzione e, quel che più mi lascia perplesso, sono i riscontri di ordine avverso che invece mi pervengono dai resoconti informali di alcune importanti riunioni distrettuali e dalle affermazioni di alcuni importanti funzionari dell’Ufficio di Piano del Distretto, che ogni tanto trapelano e fanno capolino quando si parla di questo problema, affermazioni che confermerebbero l’intenzione di accentrare tutto in una unica ASP.
Nelle decisioni di centralizzare ed accorpare funzioni e servizi si fa sempre riferimento con un certo qualunquismo, poca competenza e molta approssimazione all’obbiettivo della diminuzione dei costi ma l’esperienza ci insegna che nella maggioranza dei casi questa presunzione viene quasi sempre smentita.
Inoltre vi sono ben altri parametri e ragioni da tenere in conto quali: l'omogeneità dei territori, la difesa della rappresentatività delle comunità più deboli, l'accessibilità ai servizi, l'oculata gestione degli enti.
A proposito di quest'ultimo parametro si sa bene che due enti, perfettamente omogenei, uno diretto da persone competenti e motivate ed uno diretto da persone messe lì per tappare buchi o assicurare spartizioni di potere, la prima funziona bene e la seconda spesso va in malora. Quindi a volte la scelta di persone giuste alla guida degli enti vale molto di più di un accorpamento forzato e disomogeneo.
D'altra parte se il criterio guida dell'accorpamento fosse l'unico o il principale a cui fare riferimento, allora mi chiedo perchè non si faccia un'unica ASP provinciale, o ancora meglio, visto che ci siamo, un'unica ASP regionale.
Mi pare invece che il più giusto criterio per giudicare ed esprimere un giudizio sulla validità delle realtà esistenti e delle scelte fatte a suo tempo sia esclusivamente il rigoroso e completo esame dei risultati ottenuti, sia sul piano economico, sia sul piano della qualità e della rispondenza alle esigenze di un territorio. Sotto questo aspetto l’ ASP “Solidarietà Insieme” ha dimostrato di rappresentare e costituire nei fatti una realtà ed una esperienza ampiamente valida, vitale, funzionale e positiva.
Al contrario le ricorrenti manovre e tentativi di annullare questa realtà mi sembrano frutto di radicati preconcetti, forse non troppo nascosti interessi e, sicuramente, di scarsa o nulla conoscenza delle realtà territoriali del distretto.
Visti i segnali che pervengono mi pare che sia arrivato il momento di riaccendere i riflettori su questo tema e sui problemi connessi per lanciare l’allerta ai cittadini ed alle realtà sociali che li rappresentano affinché vi sia una generale presa di coscienza del pericolo che si sta profilando e si reagisca, come già si è fatto efficacemente in passato per salvaguardare i sacrosanti diritti della nostra comunità.
Per far questo lancio la proposta ai cittadini di buona volontà di dar vita con urgenza ad un “OSSERVATORIO DEI PROBLEMI SOCIALI” della nostra comunità - proposta eventualmente da girare anche ai comuni che fanno parte della nostra ASP - che tenga costantemente desta l’attenzione pubblica su questi temi di vitale importanza per la qualità della vita nei nostri territori.
Giro la proposta ai singoli cittadini e soprattutto alle realtà organizzate, alle associazioni ed ai rappresentanti della vita sociale perchè si attivino in tal senso e resto a disposizione di chiunque per eventuali maggiori ragguagli su questi temi.
TANTO PER FARE DEGLI ESEMPI:
Visto che ci siamo, richiamo ad esempio l’attenzione su di un problema sul quale a brevissimo le ASP dovranno assumere decisioni importanti.
Il problema riguarda la scelta fra “Internalizzazione” o “Esternalizzazione” dei servizi di assistenza nelle Case Protette ed in genere nelle strutture Sociali e Sanitarie.
Una scelta a cui costringe una recente legge regionale (un dispositivo, tanto per cambiare, farraginoso ed estremamente burocratizzato) che regola e sovrintende l’Accreditamento delle strutture socio sanitarie.
Spiegarlo in poche parole è impresa ardua perchè sul tema si sono già prodotte montagne di carta ma, riservandoci i dovuti approfondimenti, per ora basti dire che l’Esternalizzazione dei servizi potrebbe portare alla pratica estromissione della Amministrazione dell’ASP dalle funzioni di dirigenza e di gestione della Casa Protetta e serie complicazioni relativamente alla gestione del capitale immobiliare e finanziario di cui le ASP dispongono.
Un altro problema sul tappeto riguarda la conferma ed il mantenimento, in questi frangenti difficili e di trasformazione delle funzioni, dell’attuale Consiglio di Amministrazione dell’ASP per assicurare stabilità e continuità d’azione all’ente.
Insomma c’è tanta carne al fuoco ed io penso che la nostra comunità debba tornare a drizzare le antenne e a ridestare la propria vigile attenzione su questi problemi di vitale importanza per la difesa della qualità della vita nei nostri difficili territori di periferia montana.
Alessandro Righini