E’ morto “Pierino di Paderna” (Pietro Bellini) un avversario amico.
Non sarebbe onesto e corretto girare sulle parole, ora che Pierino è morto e ci ha lasciati. Avevamo idee diverse su quasi tutto, sulla politica e sui partiti, sulla valutazione di alcuni momenti storici del ‘900, sul modo di esprimerci culturalmente e artisticamente (leggesi carri allegorici) , su alcune scelte importanti nella gestione del paese, molto probabilmente anche sulla religione, anche se di questo argomento non abbiamo mai parlato direttamente, quindi non posso dire niente di sicuro perchè nessuno, solo nostro Signore, può leggere fino in fondo nell’animo umano.
Ma alcune cose ci accomunavano: soprattutto l’amore per il nostro paese e l’impegno per cercare di migliorare le cose che in lui assumeva un connotato più politico mentre il mio si è maggiormente esplicato sul piano sociale.
Al momento della dura battaglia per ottenere una seconda A.S.P. a seguito della trasformazione delle Opere Pie, ci appoggiò decisamente, penso anche contro le indicazioni che provenivano dagli organi provinciali del suo partito.
In lui ho sempre apprezzato l’onestà degli intenti, il disinteresse personale, la tenacia con cui difendeva le sue idee, la capacità di coinvolgere numerose persone nelle attività a cui si dedicava, compreso diversi giovani.
Penso che anche Lui, al di là delle differenze delle idee, apprezzasse il mio impegno e non mancò di farmelo capire in diverse occasioni, credo di aver goduto della sua stima, anche se forse non mi perdonò mai certe recensioni al pepe verde con cui qualche volta ho commentato i suoi carri allegorici, l’altra grande passione della sua vita, subito dopo la politica... ma talvolta anche prima di questa.
Questo però era un gioco, in fin dei conti lo sapevamo tutti e due.
Quando ci incontravamo, le ultime volte è capitato al cimitero o nei suoi pressi (dato che, negli ultimi tempi il suo impegno di assessore ai lavori pubblici per il restauro di questa struttura assai cara al cuore di tutti i casolani, lo portava spesso in questo luogo) discutevamo e commentavamo pacatamente, ma con franchezza, su diverse questioni
Mi fa molto piacere aver avuto la possibilità, in questi frangenti, di esprimergli i miei complimenti per la conduzione dei lavori.
Uno dei modi consueti con cui mi apostrofava era 'Te tc’e un dur, ma me a so’ piò dur c’ne te' (Tu sei un duro, ma io sono più duro di te). Era a suo modo un complimento ed un riconoscimento ed io ne sono sempre stato fiero.
Ora Pierino è partito per il grande viaggio. Le notizie che ogni tanto raccoglievo mi descrivevano uno stato di sofferenza sedata che si è protratto per lunghe settimane.
All’inizio del suo ricovero in ospedale mi trovai a passare, durante una delle mie solitarie camminate in campagna, davanti alla cappellina della Madonna che sorge nei pressi della sua casa.
Non so che cosa veramente Pierino pensasse a proposito di questa celletta, ma so che a suo tempo si era prodigato per il suo restauro e ritengo comunque di poter interpretare questo atteggiamento come un segno di rispetto.
Trovai come al solito la cappellina ben curata e sostai un po’ di tempo li davanti a pregare. Alcune preghiere le riservai per chiedere sollievo per la sofferenza di Pierino.
Che dire Pierino? Sono certo che tu capirai... noi duri, anche se un po’ meno duri, non ci arrendiamo mai. Che la terra ti sia lieve.

Alessandro Righini
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