UNA NOTIZIA-NON NOTIZIA
Può una persona normale, appena appena sana di mente, accendere la radio e pensare di essere impazzita tutta d’un tratto? Sì, può capitare. Oppure, la stessa persona, potrebbe chiedersi se non è il resto del mondo ad essere fuori di testa.
Può una persona normale, appena appena sana di mente, accendere la radio e pensare di essere impazzita tutta d’un tratto? Sì, può capitare. Oppure, la stessa persona, potrebbe chiedersi se non è il resto del mondo ad essere fuori di testa.
Dopo un minuto di riflessione però, se non ha ancora spento la radio, potrebbe anche arrivare a un’altra conclusione: che dietro tutte le fesserie che arrivano alle sue orecchie ci sia un disegno subdolo, creato ad arte per distrarlo da cose ben più importanti. Se qualcuno a questo punto si chiede di cosa stiamo parlando, eccolo accontentato. La notizia è di poche settimane fa: le associazioni dei consumatori sono in fibrillazione perché il costo del pane e della pasta è aumentato del 4-5 % e la frutta e la verdura sono roba da ricchi. Urge una reazione e così si decide di indire lo sciopero della pasta: per un giorno la gente è invitata a non acquistare pasta, poi, ci rassicurano, si penserà anche al pane e agli ortaggi. Già di per sé la notizia, sbandierata con toni allarmistici da radio e TV, avrebbe del ridicolo, ma ad accentuarne l’assurdità, nonché lo sbigottimento dell’ascoltatore sano di mente, sono i dati che vengono snocciolati: tanto per fare un esempio, negli ultimi 5 anni il costo di 1 kg di zucchine è cresciuto del 30 %, passando da 0,90 a 1,2 euro. Intendiamoci, a livello percentuale non sono aumenti da poco (su pane e pasta si possono fare gli stessi calcoli), ma a questo punto è necessario chiedersi: “Ma quanti chili di zucchine mangia una persona in un anno?” Vale a dire: le percentuali sono una gran cosa, ma mai come in questo caso è necessario tener conto del contesto, o della classe merceologica alla quale si applicano. Cioè, è vero che sono aumentate del 30 %, ma se anche una persona ne mangia 10 kg in un anno, il rincaro che subisce rispetto al prezzo di 5 anni fa è pari a 3 euro. In un anno non è una grossa cifra! Ora facciamo lo stesso discorso per 1 litro di benzina. Anche il suo prezzo, negli ultimi 5 anni, è cresciuto del 30 %, ma di ciò si parla sui media solo col tono rassegnato di chi deve accettare una decisione divina. E forse così è, ma non è accettabile che non ci siano reazioni dure e che gli unici a scioperare siano i benzinai. Facciamo un esempio per spiegarci: una persona percorre in un anno 20.000 km (è una media normale, niente di straordinario) e siccome ha una macchina che consuma poco (15 km con 1 litro), diciamo che gli servono1330 litri di benzina (e sono pochi). In questo caso, la sua spesa ha subito un aggravio di circa 400 euro in un anno, ma nessuno indice uno sciopero per questo motivo. Morale: se quei 20.000 km li fai per andare in giro a vendere zucchine è meglio che tu stia a casa, perché devi smerciarne 13 quintali in più rispetto a quelle che vendevi 5 anni fa per fare una patta.
QUALI MEZZI DI INFORMAZIONE?
Scherzi a parte, il punto è, lo diciamo anche se è banale, che qualcuno vuole farci vedere solo ciò che fa comodo e che non lede gli interessi dei poteri forti. Quello delle zucchine, ma anche quello della pasta e del pane, sono falsi problemi che si alimentano, e questo è meno banale, anche della complicità di giornalisti incompetenti che per sopravvivere, hanno fatto della disinformazione e del sensazionalismo la loro bandiera. Le stupidaggini come quella delle zucchine o le quisquiglie come quella del pane e della pasta andrebbero, almeno in questo momento, messe al bando da chi, si presume, dovrebbe essere dotato di senso critico. Invece vengono urlate, sottolineate, rimarcate, a scapito delle notizie importanti e della discussione sui veri temi che affliggono la gente. Qualche esempio terra terra oltre a quello della benzina? Eccolo: gli affitti, sempre negli ultimi 5 anni, sono cresciuti dell’84 % e il prezzo al metro quadrato delle case è quasi raddoppiato. Questi sono due, ma qualcuno potrebbe divertirsi a trovarne altri, basti pensare ai costi dei libri scolastici o dell’energia. Altra notizia sussurrata: venerdì 5 ottobre, il ministero dei trasporti ha aumentato il costo della revisione dell’auto dell’80 % in un colpo solo. Ma che ci vuoi fare? Niente, sei impotente, te lo fanno capire anche i media, che si limitano ad imbastire sterili polemichette su tutto ciò che non conta nulla.
Quello che è realmente problematico e talvolta drammatico, viene invece taciuto, sussurrato o, nel migliore dei casi, segnalato con immutabile rassegnazione. La “casta” dei giornalisti italiani, con poche eccezioni scialba, schiava ed incompetente, assomiglia sempre più al prototipo del giornalista sportivo: abile a montar casini dal niente e a discutere dello stesso argomento per una settimana intera senza dire un accidenti. Per fortuna c’è una giustizia e anche i mezzi di informazione talvolta cadono apertamente nel ridicolo, fregati dalla smania dello scoop. E’ il caso di Ichino, autore sul del Corriere della Sera di uno sproloquiante editoriale contro Beppe Grillo, reo di aver giustificato l’uccisione di Marco Biagi in virtù della sua famosa legge sul precariato. Solo che le frasi attribuite al comico genovese erano false, frutto di un tranello di alcuni burloni che avevano stampato una falsa copia del Corriere di Bologna che riportava la “notizia”. Una colonna di giornale sprecata.
Altra figuraccia l’hanno rimediata quelli che, alla radio, in TV e sui giornali hanno gridato al disastro ambientale, sostenendo che da un convegno sul clima era emerso che il territorio italiano si sta riscaldando più rapidamente delle altre terre emerse, salvo essere ignominiosamente smentiti il giorno successivo dal più importante climatologo italiano, Franco Prodi. Ma non era necessario: qualunque persona con un po’ di criterio avrebbe capito che quella era un’assurdità, solo che avrebbe dovuto rinunciare allo scoop. Demagogia, disinformazione e falsi problemi, ecco la ricetta per tenerci buoni tutti. Ma qualcuno prima o poi si sveglierà, questo è sicuro. Noi, per fortuna, scriviamo su un giornale di non-giornalisti…
Lorenzo Righini