Da sempre.
Da quando andavo prima a scuola poi a lavorare a Faenza e successivamente esercitando la mia professione, ho sempre pensato che Casola avrebbe avuto uno sviluppo determinante qual’ora fosse stata riordinata la viabilità della Strada Statale 306.
Da quando andavo prima a scuola poi a lavorare a Faenza e successivamente esercitando la mia professione, ho sempre pensato che Casola avrebbe avuto uno sviluppo determinante qual’ora fosse stata riordinata la viabilità della Strada Statale 306.
Anche su questo sito e sul vostro giornale più volte si è discusso di tale problema. La risposta laconica era sempre la stessa: LO STATO NON HA SOLDI DA INVESTIRE E SE ANCHE LI AVESSE ALTRI TRATTI STRADALI AVREBBERO LA PRIORITA’. Di fronte a tale risposta le varie Amministrazioni strillavano un po’ poi si dovevano arrendere all’evidenza. E così pendolari, camionisti, servizi pubblici, turisti si sono dovuti sobbarcare il disagio di una strada infame.
Casola nonostante questo, ha comunque dato alle imprese la possibilità di fare infrastrutture produttive che dessero lavoro e ci si è praticamente inventato dal nulla il paese turistico delle erbe. In questo modo ha in gran parte evitato un esodo di massa dal paese. Mentre Casola si ingegnava a trattenere la propria gente, Riolo si sviluppava a dismisura solo in coincidenza e per merito dell’allargamento e messa in sicurezza della Statale fino a Castel Bolognese.
E noi sempre ad aspettare che qualche evento straordinario potesse capitare.
Poi finalmente l’opportunità è arrivata.
Lo Stato affida la Strada 306 in gestione alla Provincia. Finalmente qualcosa si muove! Si comincia a sperare, a fantasticare ad illudersi un po’ tutti che in breve tempo si possano vedere i primi cantieri, in modo pian piano da adeguarci alle esigenze della viabilità dei tempi moderni.
A detta di tutti l’intervento più impellente era la sistemazione del raccordo Borgo Rivola – Riolo Terme eliminando un tracciato a dir poco demenziale.
A detta di tutti il tracciato ovvio era passare da Isola e sbucare da Lombardi. Una strada praticamente rettilinea, dolce, scorrevole, ma soprattutto sicura.
E’ ovvio che nessuno poteva pensare che tutto questo si sarebbe potuto realizzare in pochi anni, ma questa era l’IDEA questo era il SOGNO di tutti.
Ma noi italiani a complicarci la vita siamo maestri.
Intanto ci dicono che ci sono pochi soldi. E va bhè questo lo avevamo già sentito anche da altri. Poi ci sono vincoli insormontabili (mah) ed infine non si possono rovinare terreni altamente produttivi e pianeggianti per far passare una strada (mi viene da piangere……).
E così la montagna partorisce il primo topolino. Macchè passare per le piane di Isola e Rivola, la famigerata Riva della Botte (maledetta la volta che è stata realizzata) la si baypassa tranquillamente. Facendo chè? Due bei ponti tipo cavalcavia posti incredibilmente in mezzo ad edifici d’abitazione esistenti. Subito si pensa ad uno scherzo, poi purtroppo la cosa risulta vera. Oltre all’assurdità progettuale, dicono che l’appalto sia già stato affidato (sic.) ed ammonti a svariati milioni di euro. Ma mi chiedo e lo chiedo ai diretti interessati. Ma era questa la soluzione più logica e l’intervento ingegneristico più apprezzabile da lasciare ai nostri posteri?
Io personalmente non credo.
Io spero ancora che qualcuno ci ripensi e che mandi tutto all’aria.
Un giorno saputa questa notizia, parlando con Marino Fiorentini Assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Ravenna, lo esortavo scherzosamente a bloccare tutto e ad imporre a mezzo dei suoi poteri un progetto più logico. Lui mi ha sorriso e mi ha risposto che si sarebbe perso tempo, perso i finanziamenti e che comunque i lavori erano in fase di appalto.
Io si scherzavo, ma in realtà neanche poi più di tanto………..
Alberto Cantagalli