Il sabato in questione è questo, 20 ottobre 2007, il 'villaggio' è il piccolo popolo della Scuola Materna Santa Dorotea. Per la prima volta, quest'anno, da mamma ho partecipato ai preparativi della Festa dei frutti dimenticati e ho sentito crescere di giorno in giorno lo stupore e la meraviglia di fronte alla voglia di fare, alla disponibilità, alla generosità e alla buona volontà che tutti, a modo loro, hanno messo nella realizzazione dell'occorrente la festa.

Man mano che si avvicinava questo giorno ho visto aumentare di numero e volume i materiali donati per partecipare alla bancarella: frutta, marmellate, dolci, oggetti decorati, fiori, bacche, zucche e tutto ciò che non ho notato ma sicuramente c'era. Ho notato invece, e bene, quale spirito legava e spingeva tutto ciò: quello che rende viva una comunità, nello specifico la piccola comunità alla quale affidiamo ogni giorno i nostri piccoli bambini perchè diventino, anche qui, gli uomini e le donne di domani: ho sentito affetto, accoglienza, dinamismo, ho visto impegno e spirito di adattamento, ho respirato condivisione e progetti per il futuro. Ho dovuto pensare a dove mi trovavo, forse a casa... ma no, all'asilo... che è per un certo numero di ore 'l'altra casa' dei bimbi.
Non so quale sarà l'esito della festa, ancora manca una giornata... purtroppo il tempo non è stato altrettanto dolce, ma già conta molto 'questo' risultato, per me. Mi rimane quindi da dire GRAZIE ad Anna, la 'maesta giovane' come dice scherzosamente lei, che ha la gioia negli occhi, a Fabio, persona di squisita e reale disponibile pazienza, a Luisa, limpida come i suoi occhi azzurri veloci e intelligenti. A tutti coloro che hanno lavorato con farina, uova e frutta, a tutti coloro che l'hanno raccolta e donata, a tutti quelli che sono passati e passeranno alla bancarella per acquistare una piccola parte del lavoro del 'villaggio'. E dico ancora a chi amministra tutti noi, non importa di che colore o fede politica sia, che realtà come queste rendono onore al meraviglioso, più
grande 'villaggio' che è Casola, per fortuna buon posto dove far crescere i nostri figli.

Simonetta Santandrea
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