L’1 marzo, noi ragazze dell’alta squadriglia, ci siamo recate al palazzo delle associazioni di Faenza per un appuntamento al centro SOS DONNA. Questo centro è in piedi dal 1944 per iniziativa di una donna alla quale era stata bruciata viva un’amica dal marito.
Subito abbiamo visto le stanze dove avvengono i colloqui con le vittime e siamo rimaste colpite dalle sagome ricoperte di nomi ed età delle donne che hanno perso la vita nel 2013 in Italia. In tutto erano 128 con fascia di età compresa dai 30 ai 55 anni. Attraverso varie slide Azzurra, la ragazza che sta svolgendo il servizio civile, e che ci ha splendidamente accolto, ci ha mostrato in cosa consiste il lavoro delle operatrici del centro: ascoltare donne che subiscono violenza. Il 98% dei violenti è il compagno attuale o l’ex e il rimanente è un uomo sconosciuto.
Esistono molteplici forme di violenza: il mobbing che consiste nella violenza sul luogo di lavoro; lo stalking che si verifica quando una donna viene perseguitata sistematicamente attraverso chiamate e\o messaggi. Per evitare questi continui comportamenti la miglior soluzione è l’indifferenza. Un’altra violenza è quella psicologica in cui l’uomo insulta quotidianamente la donna facendole credere di essere un’incapace in tutto e se ci sono figli anche di essere una pessima madre; in questo modo le donne si convincono di essere la causa di questi comportamenti. Abbiamo poi la violenza economica che avviene quando l’uomo toglie la possibilità di lavorare o lo stipendio alla donna privandola cosi della propria indipendenza. C’è la violenza fisica, in cui la donna viene colpita in vari modi sia attraverso calci, schiaffi…oppure attraverso l’uso di armi bianche come coltelli. Infine vi è la violenza sessuale all’interno della quale vi è lo stupro che si verifica quando vi è un atto sessuale contro la volontà della vittima. Un terzo delle donne violentate non ne parla per paura di ricevere ripercussioni ancora più grandi dal violento, come la morte. Il 62% lo denuncia al pronto soccorso.
Quando una donna si rivolge al centro SOS DONNA, c’è il segreto professionale cioè le operatrici non possono rivolgersi a nessun ente pubblico come la polizia o carabinieri, per denunciare l’accaduto. In questo modo le vittime si sentono più libere di parlare.
Qual è la causa di tutto questo? La differenza di genere tra uomo e donna e la voglia di comandare. Le conseguenze si possono verificare anche sui figli (che subiscono violenza assistita) con disturbi del sonno, dell’alimentazione, enuresi e balbuzie. Purtroppo l’effetto del comportamento violento del padre continuerà nella crescita: i maschi avranno più possibilità di diventare violenti, perché sono cresciuti con quel modello comportamentale; le femmine ricercheranno più frequentemente un compagno aggressivo.
Concludiamo dicendo che questa esperienza è stata molto interessante e istruttiva perché ci ha fatto riflettere su quanto sia importante essere a conoscenza di quello che ci succede intorno. Infine ringraziamo per questo emozionante incontro e per la sua disponibilità.
Aurora Laura Alice