Pratichi la politica da molti anni e all’interno del Consiglio sei sicuramente la persona con maggiore esperienza. Come hai vissuto questi primi due anni dell’amministrazione Iseppi tra i banchi dell’opposizione?
Considero questo impegno come un piccolo ultimo servizio reso al mio paese. Da tempo non ho più ambizioni di natura politica (ne ho sempre avute poche) ed ora vivo questa esperienza con la disillusione e con il disincanto di chi sente come un dovere morale la necessità di termine un lavoro - quello del controllore e dell’oppositore - per il quale credo di non essere vocato.
Considero questo impegno come un piccolo ultimo servizio reso al mio paese. Da tempo non ho più ambizioni di natura politica (ne ho sempre avute poche) ed ora vivo questa esperienza con la disillusione e con il disincanto di chi sente come un dovere morale la necessità di termine un lavoro - quello del controllore e dell’oppositore - per il quale credo di non essere vocato.
A me piace amministrare, sperimentare, progettare, inventare ma dal momento che i casolani mi hanno assegnato un altro ruolo, cerco di onorarlo per quanto so e posso. Mettendo in conto un po’ di fatica, talvolta qualche sofferenza, per i veleni che l’aggressività della funzione richiede, e comunque guardando al 2014 quando lascerò la politica attiva per fare anch’io lo spettatore da bordo campo, come quasi tutti i miei coetanei.
Non c’è dubbio che fino ad ora l’opposizione stia facendo il suo dovere. Prova a delineare un quadro della vostra azione politica in Consiglio comunale.
Mentre chi amministra ha di fronte a sé un ampio ventaglio di scelte e di possibilità, alla minoranza consiliare compete solo e sempre il ruolo di cane da guardia e l’obbligo intransigente di resistere a ogni tentazione compromissoria. E’ una sciocchezza, frutto di lontane stagioni politiche, sostenere che maggioranza e minoranza politica debbano ricercare accordi per il bene del paese e procedere abbracciati, fraternamente e allegramente, come in una bella favola. La democrazia richiede il controllo e il controllo è sempre occhiuto e invadente, mai allusivo o lasso, mai scambista.
So bene che potremmo sembrare eccessivi in qualche critica e magari talvolta lo siamo stati, ma è meglio un eccesso nella denuncia che un eccesso nei silenzi. L’importante è fornire ai cittadini, l’ultimo giudice, gli elementi per costruire autonome e libere categorie di valutazione. Una preziosa opportunità qui da noi non sempre è stata disponibile.
Credo che il maggiore problema dell’opposizione, come del resto dei partiti casolani che la compongono, sia quello della scarsa visibilità e del limitato collegamento con l’opinione pubblica del paese. Sto sbagliando o anche tu trovi realistica questa sensazione?
E’ vero in parte. I nostri limiti di visibilità al di fuori delle aule consiliari sono ben riscontrabili soprattutto se raffrontati all’attivismo della sinistra che per lascito genetico considera l’impegno politico come una sorta di percorso escatologico.
Anche i sassi ormai sanno che il Pdl, primo partito del centro destra non ha voluto darsi una presenza sul territorio con sedi e apparati scegliendo invece un modello organizzativo leggerissimo e destrutturato. Ai cittadini che si sentono vicini alle nostre posizioni non viene mai richiesta la militanza, non si insiste più di tanto sul tesseramento, non si chiedono mai soldi, non si prospettano segretari, comitati direttivi, commissioni ecc. ecc. L’azione politica non è vissuta come un dovere continuo e totalizzante, ma come uno dei tanti possibili interessi dell’individuo essendo anche altri i valori che contano e che primeggiano: la famiglie e il lavoro in primo luogo.
Per questo, a Casola come in tutta Italia, la comparazione tra modelli di organizzazione politica così diversi è difficile da farsi se l’unico parametro di confronto che si utilizza è quello mutuato dal ventesimo secolo e dai movimenti politici che lo connotarono.
Invece per quanto concerne il collegamento con l’opinione pubblica le cose cambiano. Noi siamo convinti che la qualità della comunicazione politico-amministrativa non derivi più tanto dall’attivismo dei partiti (conferenze, comizi ecc.) quanto dagli organi di informazione ai quali i partiti non si possono e non si debbono sostituire ma ai quali si possono rivolgere.
Nel nostro territorio non mancano buoni mezzi di informazione ma a parte l’unica eccezione rappresentata dal quotidiano la Voce di Romagna, tutti gli altri, compreso il vostro, riservano spazi limitatissimi al centro destra a fronte di spazi amplissimi a favore delle amministrazioni di centro sinistra. A riprova posso citare il fatto che su circa trenta comunicati inviati negli ultimi due anni ne sono stati pubblicati pochissimi, sei o sette non più, mentre qualsiasi evento anche irrilevante proveniente dalle Amministrazioni o dal Pd (spesso si sovrappongono) trova ampi spazi e ottimi posizionamenti.
A mio parere è questo il problema comunicativo che abbiamo a Casola come in tutta la provincia di Ravenna. E nonostante questo un crescente numero di cittadini si riconosce nei nostri partiti mentre sono sempre di più quelli che guardano con fastidio e con dubbi crescenti all’attivismo parossistico del Pd che sembra denunciare più una debolezza che una forza.
All’interno dell’opposizione come convivono le diverse anime che la compongono?
A Casola Pdl, Udc e Lega non stanno assieme perché lo ha deciso Roma o Ravenna ma perché lo abbiamo deciso noi. Il problema di disaccordi o discordanze non si pone neppure. Fino al 2014 onoreremo l’impegno con i casolani. Dopo, è un’altra storia
Proviamo per un attimo a scendere nel dettaglio. Quali iniziative dell’attuale amministrazione ritieni assolutamente non condivisibili e su quali punti invece hai trovato una convergenza di vedute.
Questa amministrazione si è trovata ad operare in un frangente molto difficile per le finanze dei comuni i quali, finalmente, sembrerebbero costretti ad una mutazione genetica profonda riguardo alla spesa pubblica. A due anni dall’insediamento l’Amministrazione Iseppi, non vanta alcun risultato progettuale avendo solo attuato, piuttosto male, il lascito Sagrini (Senio Energia, la Mengotta, l’accorpamento delle scuole, il teleriscaldamento con il suo flop, il rifacimento di Viale Neri, la Chiesa di Sopra, la ristrutturazione del Giardino…). L’unico intervento riconducibile a Iseppi è stata l’esternalizzazione dell’asilo nido condotta, a nostro giudizio, come peggio non si sarebbe potuto sia sul piano economico che su quello della compatibilità ambientale. Poi, sui singoli interventi del lascito ci sarebbe molto da dire e moltissimo da eccepire. Magari in un’altra occasione se avrete la bontà di concederci un po’ di spazio.
Nella sua ultima intervista allo Spekkietto Iseppi aveva affermato che nell’amministrazione di un comune in fin dei conti è difficile trovare differenze macroscopiche tra una politica di centro-sinistra e una di centro-destra. Concordi?
Queste rigidità programmatiche (destra, sinistra) valgono ormai poco a Roma, figuriamoci a Casola! Nelle amministrazioni locali il valore aggiunto è solo ed esclusivamente rappresentato dalle donne e dagli uomini che le compongono. E’ giusto e necessario che i cittadini eleggano quelli che ritengono migliori non perché sono di sinistra o di destra ma perché confidano nell’onestà, nell’indipendenza nella determinazione, nell’imparzialità, nella progettualità, a volte anche nella discontinuità. Questo conta. Il resto sono favole.
Gli ultimi dati anagrafici mostrano come a Casola la popolazione sia in diminuzione e come stia progressivamente invecchiando. Che cosa dovrebbe spingere un giovane a decidere di rimanere a vivere nel nostro paese?
A giudicare dalle ricerche dell’Università di Bologna-Rimini, Casola Valsenio è uno dei comuni della Romagna dove sembrerebbe migliore la qualità della vita. Assumendo come corretta la ricerca, dobbiamo fare di tutto per mantenere questi standard. Poi (in attesa delle rivoluzioni epocali che non dovrebbero tardare soprattutto in tema di energia) dobbiamo proporci molto di più e molto meglio come contenitore ambientale, naturalistico, ludico per gli abitanti della pianura offrendo servizi e strutture di qualità elevata in modo continuativo per dodici mesi all’anno (niente a che fare con il modello Ca’ Budrio). Se non faremo questo, se non diventeremo la “Mirabilandia” della Romagna vivacchieremo come ora raccontandoci tra di noi che “a Casola si sta proprio bene” mentre i nostri giovani uno ad uno se ne vanno.
Per questo amministrare Casola richiederebbe una grande creatività, una merce che non si trova da Ciata.
Grazie per l’ospitalità
Intervista a cura di Riccardo Albonetti