I numeri parlano chiaro, quella che si è consumata sabato 19 e domenica 20 gennaio nel Partito Democratico di Casola Valsenio è stata una grossa delusione o se vogliamo essere più catastrofici, una sconfitta.
Il Partito Democratico nasce con una spinta di forte innovazione nel panorama politico italiano, mirando a non essere la semplice sommatoria di due partiti (entrambi con una storia molto lunga e importante per il nostro Paese), ma sperando di essere invece un soggetto nuovo, moderno, dinamico, aperto e con le idee chiare.
Un progetto che ha da subito entusiasmato il popolo del centro-sinistra, accorso alle primarie del partito, il 14 ottobre, con un’affluenza superiore ai 3 milioni. Ottime cifre sono state raggiunte anche a Casola dove ben 311 persone hanno espresso la loro preferenza.
La questione nazionale si è quindi in un certo senso chiusa, con la presa d’atto che il progetto non piaceva solo alle dirigenze e alle intelligenze politiche ma anche agli elettori.
La questione, come era prevedibile, si complica invece scendendo dal piano nazionale a quello locale, e la dimostrazione è la misera affluenza alle urne allestite per dare il proprio consenso alla candidatura di Nicola Iseppi a segretario della sezione casolana e scegliere i quattro rappresentanti all’assemblea provinciale. I votanti sono stati soltanto 72 tra i quali ovviamente compaiono i 18 candidati all’assemblea provinciale. Il risultato perciò si assesta sulle 53 unità. Non per essere maligni, ma se sottraiamo anche qualche parente ed amico, credo plausibile si possa arrivare ai 40 cittadini che con entusiasmo disinteressato hanno espresso la loro opinione.
Un bliancio magro, per non dire di peggio. Come rispondere a queste cifre? Se lo domanda anche Riccardo Isola, uno dei candidati all’assemblea, che ha riscosso 7 preferenze. Se lo domanda ma non trova risposte.
Provo a dare un piccolo quadro. A Casola sono ancora vive le antipatie reciproche tra gli ex Ds e gli ex Margherita, a Casola ovviamente la maggioranza della popolazione è in età da pensione e rimane ancorata a vecchi schemi. Alcune mosse strategiche che a livello nazionale sono da esempio per tutti i partiti, a livello locale risultano un poco forzate, come ad esempio la volontà di puntare sulla giovane età dei candidati e sulla presenza parificata di ambo i sessi, quando le discriminanti in questi casi dovrebbero essere la freschezza delle idee, la voglia di investire in un nuovo progetto, la convinzione nei valori comuni e portanti, il senso di cambiamento, la storia personale.
Sempre Isola nel suo resoconto si domanda ad esempio la motivazione per cui “pochissimi giovani e soprattutto 'personalità di estrazione cattolico-progressista' hanno fatto visita al seggio..” è la stessa domanda che contiene la risposta. Se il PD non è la sommatoria dei due vecchi partiti allora perchè si contano quelli di una parte e quelli dell’altra? Forse perchè la mentalità è rimasta ingessata al passato? Partire già con l’esigenza di etichettare gli aderenti evidenzia già un limite.
Probablimente tutta questa manovra è apparsa come un’operazione di facciata, in cui le fila del discorso sono sempre nelle mani dei soliti che tante volte dimostrano di essere più da zavorra che da slancio a questo progetto. In ultimo non escluderei la perdita di consenso da parte dell’attuale amministrazione, segno che anche gli elettori sono più attenti di quanto si possa pensare.
Prova del nove per il PD casolano saranno le elezioni amministrative del prossimo anno, in cui si vedrà se il nuovo partito avrà il coraggio di viaggiare in autonomia e se porterà alla nostra comunità una ventata di aria fresca e che lascerà da parte vecchi sistemi.
Non rimane che fare un augurio al neo segretario Nicola Iseppi e ai rappresenanti all’assemblea provinciale: Barzaglia Milena, Luisella Magigrana, Nicola Iseppi e Massimo Barzaglia.
Riccardo Albonetti