Voglio indirizzare questa lettera aperta ai due giovani rappresentanti dell'amministrazione ovvero Nicola Iseppi e Milena Barzaglia perchè credo che loro abbiano la possibilità di fare emergere a livello comunale le questioni che sto per presentare. Il motivo che mi spinge a scrivervi una lettera è la preoccupazione che i tanti ragazzi di casola mi danno.
E non parlo di ragazzi come me di 25 anni, ma di quella fascia 13-18...
E non parlo di ragazzi come me di 25 anni, ma di quella fascia 13-18...
Credo che i segnali di un disagio diffuso siano chiari ed inequivocabili: scarso rendimento a scuola, atti di vandalismo (conferma è la distruzione del presepio nei giardini), disinteresse per le attività che vengono proposte, un abbassamento dell'età del contatto con il fumo, l'alcool e le droghe, apatia in genere.L'età che prendo in considerazione è la cosidetta adolescenza, forse il periodo più problematico e confuso di tutta l'esistenza di un essere umano, l'adolescenza in sè quindi comporta una serie di atteggiamenti comprensibilissimi e in un certo modo giustificabili anche se il lassismo, ovvero delegare tutte le responsabilità all'età, non porta nessun frutto, in particolare ai ragazzi stessi.
Le motivazioni dei fenomeni sopra elencati possono essere molteplici e non esistono risposte univoche e certe, molto spesso però certi atteggiamenti sono segnali, segnali forti di una situazione di disagio al quale devono dare risposte in primis la famiglia, la scuola, e poi tutto ciò che circonda i ragazzi.
Andando al nocciolo della questione voglio chiamare in causa il comune e più in generale la politica. Se politica significa ancora interesse per il bene comune credo allora che quello dei giovani sia un problema politico. E caspita che lo è. In questi ultimi anni ho potuto notare come l'amministrazione ed in generale le istituzioni casolane abbiano spinto sul pedale del turismo, del rilancio economico, sullo sfruttamento delle risorse del territorio, tutto ovviamente giusto, ma si è persa la banderuola che indica il vento: abbiamo speso centinaia di migliaia di euro per mettere a nuovo il nostro paese, per sbancare il vecchio campo sportivo, per dare una sede ai vigili del fuoco, per rifare le facciate delle case, per rifare la piazza, ecc... e poi? L'urgenza di certe problematiche avrebbe dovuto costringere tutti coloro ai quali è stato dato questa responsabilità, a prendere coscienza di quello che la nostra piccola società sta vivendo, di come la nostra comunità si sta muovendo, evolvendo. Il primo interesse deve essere verso le persone che compongono il nostro paese, in particolare verso i giovani che hanno sulle spalle la responsabilità del futuro, anche se non lo sanno. Le priorità che la nostra comunità si deve dare sono altre.
Siamo tutti contenti se a Casola arrivano quindicimila persone per comprare mele cotogne e pere volpine, la Pro-Loco giustamente esulta se alla Festa di Primavera i tortelli sono stati divorati da una numerosissima folla, il Comune si sfrega le mani per la ripresa del Mercatino, ma qualcuno pensa mai a qualcosa di differente che non sia il guadagno, in senso stretto, di soldi e immagine?
Il tutto è nato quando, facendo un giro per Casola, mi sono accorto della totale mancanza di spazi per giocare, tutti i luoghi che io stesso utilizzavo per i miei pomeriggi passati con gli amici sono scomparsi: il cortile della Misericordia è eternamente occupata dalla struttura per lo stand di Avis e Misericordia (le due feste occupano però solo 6 giorni all'anno) e dai vari mezzi che vengono lì parcheggiati, nella palestra esterna oramai da anni è stazionaria una gru, nel campo sportivo vecchio i lavori in corso renderebbero pericolosa palla avvelenata, nei giardini pubblici è severamente vietato giocare con la palla, il campetto da tennis è a pagamento, le piazze sono tabù.
Non rimane che attaccarsi al tram e accontentarsi del giardinetto di casa (fortunato chi ce l'ha).
Venendo meno gli spazi di gioco vengono meno anche possibli spazi di aggregazione e credo che a questo problema nessuno abbia pensato di apportare un soluzione.
L'impressione negativa è quella che si impegnino tutte le risorse e tutte le energie per promuovere Casola, per farla vedere agli altri senza poi interrogarsi troppo su chi ci abita.
Casola non ha mai proposto una miriade di iniziative per quella fascia di età, spesso si è affidata sulla buona volontà, sull'entusiasmo di alcuni giovani più grandi, sulla lungimiranza di qualche amministratore, ma un vero e proprio programma indirizzato ai più giovani forse non è mai esistito.
Ad esempio non esiste più una sala prove per chi voglia fare musica, qualche anno fa ne era stata allestita una nella zona industriale che ovviamente tagliava fuori chi non era in possesso della patente ovvero proprio quella fascia di cui sto parlando. Non esistendo una sala prove non esistono più gruppi musicali e quindi non ci sono più concerti.
A Casola non esiste un vero e proprio spazio autogestito di ritrovo dove poter organizzare attività quotidiane rivolte ai ragazzi, uno spazio semplicemente dove guardarsi un film, bersi una coca, leggere un fumetto e raccontarsi la propria vita, un ambiente che dia stimoli positivi, che spinga poi a organizzarsi, a fare qualcosa, a proporre ecc.... (esiste il centro 'L'isola”, che però non copre nè tutta la settimana nè tutte la giornata)
L'amministrazione credo che possa avere la possibilità di stimolare anche le attività private ad organizzare qualcosa in più nei loro spazi, penso ad esempio ai bar.
Una altra grande risorsa per i piccoli paesi è quella di fare circolare le risorse già esistenti e mi riferisco alle risorse intellettive, a Casola abbiamo due scrittori, Cavina e Menni, che potrebbero mettere a disposizione di tutti le loro qualità, con loro si potrebbero organizzare corsi di scrittura creativa ad esempio, abbiamo un giovane regista, Fabio Donatini, che potrebbe creare un piccolo gruppo di lavoro, abbiamo pittori e scultori , abbiamo maestri di musica, abbiamo attori, ne abbiamo un sacco di risorse. Basta sfruttarle al meglio.
Chiudo qui la mia lettera, consapevole di avere spinto dei tasti dolenti, che non chiamano in causa solo voi amministatori ma tutta la comunità , però il fatto di esservi fatti carico voi di un peso così gravoso quale è il bene di un paese e di chi ci abita, non poteva esentarmi dal farlo. Quindi sono fiducioso nel futuro e vedo uno spostamento delle priorità, meno cemento, meno marmellate e più politica giovanile.
Ciao e buon lavoro
Riccardo Albonetti