Casola Valsenio - 24/10/2004
Oramai l'interesse per il calcio casolano non va oltre ad un: 'Cos' ha fatto il Casola?' chiesto in mezzo ad un indifferente muoversi di persone.
E allora rubo questo spazio (tanto il risultato lo conoscete dopo e la classifica pure) per raccontarvi di quella Domenica, che il calcio non c'entra proprio nulla.
Ma quella domenica c'eri e centri tu.
Sapevo della tua presenza a casa di amici in comune e non potevo certo mancare.
Quando sei entrata, hai salutato tutti in un modo graziosamente semplice e discreto.
Sembrava un inizio di una pioggerella dorata.
Io ero seduto su una comodissima sedia, ero vicino e lontano da tutto e da tutti, in una posizione strategica della grande sala-stanza.
Da qui, infatti, ti posso guardare e ti posso sentire.
Quando ti siedi vicino al camino acceso e dici che fai lo stesso a casa tua, perché ami il fuoco e ti piace fare così.
Quando ti siedi vicino al divano e racconti della tua passione per i Depeche-Mode consapevole che quella musica non ti tradirà mai e sarà sempre con te.
E quando ti avvicini al tavolo e parli del week-end organizzato a Venezia, dove trascorrerai qualche giorno insieme ad alcuni amici in una suite con bagno in comune.
E sia ben chiaro, stanza divisa e maschi coi maschi e femmine con femmine, chiaro!
E io ti guardo, e io ti ascolto.
Me ne sto ancora seduto su quella comodissima sedia quando comincia la mia personale valorizzazione della tua persona.
Ce ne fossero di ladre, generose come te....
Mi hai rubato gli occhi e la malinconia che potrebbe avere una qualsiasi domenica di ottobre.
E ricordi quando hai messo la caldarrosta dentro al bicchiere di vino rosso?
Tu hai detto che fa molto Romagnola e fa molto Sangria di Marroni....
Io ho fatto lo stesso, un po' per fare il bischero e soprattutto perché avrei voluto dirti che la caldarrosta nel vino era buonissima.
Ma la caldarrosta che ho messo io nel mio bicchiere, l' hai vista anche tu, era la prima che mi era capitata tra le mani (non volevo perdere un attimo della tua spiegazione), era nera perché era bruciata, quasi fusa perché si intravedevano rimasugli di guscio... un bello schifo di roba.
Ma ho bevuto e mangiato tutto, una vera delizia.
E quando hai detto: 'Chi viene a Capo Verde con me?'
Quanto avrei voluto rispondere 'Io, io vengo a Capo Verde con te.'
Ma così, è stato solo dentro di me e Capo Verde me lo continuerò a sognare anche di giorno.
Nel frattempo mi sono spostato sul divano, comodissimo, la sedia e le mie chiappe avevano bisogno di cambiamenti.
Adesso arriva il momento, che se potessi, rimanderei indietro come si fa con le videocassette per rivedere e rivedere un preciso momento.
Infatti, era arrivato il momento di andare a prendere le pizze per la pizzata serale.
Tu, con apprezzabile spirito di iniziativa e sacrificio, ti sei offerta per andarle a prendere.
E io???
Deficiente, perché anziché alzarmi per accompagnarti, sono rimasto succube del divano e del rimpianto di non aver compiuto quel gesto.
Deficiente proprio, perché a me, di andare a prendere le pizze con te, quando mi ricapiterà mai?
Mi stavo insultando pesantemente, quando le pizze sono arrivate ma c'era un problemino perché le sedie attorno alla tavola non ci sono per tutti.
Faccio di tutto per cedere il mio posto a te, ma starò in piedi, me lo merito.
Tu però hai la brillantissima idea di fare 'panca'.
Fare 'panca' consiste nel fatto di mettere le sedie disponibili l'una attaccata all'altra in modo da creare una specie più grezza di panchina, detta 'panca'.
Poi ci si avvicina tutti in modo che tutti possono sedersi.
All'estremità di questa panca ci sei tu e 10 centimetri di spazio.
Io me ne sto in piedi, già contento di averti ceduto il mio posto, ma tu mi inviti a sedermi vicino a te, che spettacolo, non mi sembrava vero.
Me ne stavo seduto al tuo fianco, il mio braccio toccava il tuo, solo che il peso del mio corpo era tutto sulla mia gamba destra e sfido chiunque a sedersi in 10 centimetri di spazio.
Il colore della gamba, assumeva toni che passavano dal nero 'murlone o livido' al violaceo 'trombosi'.
Io ero vicino a te, quello era il posto che volevo e poi non si stava così male....
Quella sera, ho mangiato solo pizza margherita perché era quella più vicina a me e visto la pericolante posizione, chi me lo faceva fare di balzare in piedi e allungarmi per prendere altre pizze lontano da lì?
E poi, margherita era davvero speciale, ricordo che la quantità di olio piccante che hai versato in un singolo spicchio era uguale alla stessa quantità che, un'amante del piccante, avrebbe versato su una pizza intera.
Io, quello spicchio, me lo sono mangiato.
Per qualche attimo ero senza respiro e dagli occhi gocciolava lava infuocata.
Pur in condizioni abbastanza critiche, in quel preciso momento ho incrociato il tuo sguardo e per me in quel momento s'è fermato tutto.
Pensa, che uno spicchio di pizza margherita all'olio piccante, la rimangerei anche adesso.
Ma alla fine di tutto questo, io mi sto ancora chiedendo che faccia avrà mai Oriani.
Proprio tu me l' hai detto e io cerco di capire se questa faccia a te fa schifo o interessa.
Ora il Casola ha vinto 3 a 0 contro la Dinamo, io mi sono perso in questo racconto e voi sicuramente vi chiederete che cavolo c'entrano queste righe con il calcio. Bè niente.
Ma tu con queste righe c'entri e con questa miseria spero di aver conquistato un piccolo momento della tua giornata.
Un Ottico