E anche questa sera, sulla via del ritorno, abbiamo assistito inerti allo scempio degli alberi.
Rami caduti, rami strappati, rami che con l’ultimo lembo di corteccia cercavano di rimanere aggrappati alla vita… Uno spettacolo già visto nella storia, un evento per alcuni dimenticato nel trascorrere delle primavere…
Ma questa volta i colpevoli non siamo noi!
Rami caduti, rami strappati, rami che con l’ultimo lembo di corteccia cercavano di rimanere aggrappati alla vita… Uno spettacolo già visto nella storia, un evento per alcuni dimenticato nel trascorrere delle primavere…
Ma questa volta i colpevoli non siamo noi!
La nostra mano è rimasta bianca e la sega non è stata brandita, per giunta Dade era a casa (quindi possiede un alibi di ferro) e il suo complice Biagio ha accompagnato quasi sempre a terra il carro fino all’ultima fatale destinazione…
Gli assassini erano la davanti che affrontavano l’impetuoso viale di braccia verdi, dopo aver attraversato “agilmente” la gola di Bruscò restringendo la struttura (erano di misura?!).
Hanno colpito una due o forse più volte, non so, le testimonianze erano confuse. Ad un certo momento la macchina distruttrice, fermata da un senso di colpa o, provo ad ipotizzare, da codardia, ha deciso di deviare verso il consorzio per far passare gli sterminatori senza pietà. Ebbene sì, siamo noi che lasciamo terra bruciata al passaggio, noi che ci carichiamo di ingombranti rami di pino da esibire come trofei di caccia. Noi che abbiamo torturato il viale e che non risparmiamo una sola goccia di linfa a quei già tanto massacrati e insultati alberi.
Nonostante avessimo operato un drastico taglio all’andata e una spuntatina al ritorno, in modo da salvare da accuse il carro vincitore, esso è rimasto impigliato….dove? Da chi? Come?
Da un ramo! Non so come: noi abbiamo risparmiato una vita nel nostro incombente passaggio! Impossibile, ai nostri occhi è sfuggita una vittima così grossa ed evidente. Spero che sia rimasta a dare ombra alla strada e che al suo posto sia stata sacrificata la struttura……
Dopo questo drammatico racconto, egregio articolo di giornale di lunedì, le volevo ricordare 3 cose:
1_ Gli alberi sono essere viventi che crescono e volentieri cambiano di forma e dimensione.
2_Ogni anno viene messa in atto da tutte le società, chi più e chi meno, una vigorosa eliminazione di rami, ma mai era stata indagata o accusata, giustamente dico io, una delle tre. Per fortuna che quest’anno è spettato esclusivamente a noi lo scomodo compito, così almeno è finita anche una nostra foto sul quotidiano (non cito il nome per rispetto del giornale). Finalmente, visto che per la costruzione è stata inserita una foto della Peschiera e per l’altro articolo un’altra loro e una dell’Imput. Abbiamo già pensato, per il prossimo anno, di mettere un elemento strutturale spietato che possa disintegrare i cartelli dei benzinai, in modo da comparire nuovamente sui giornali.
3_Non ho mai visto compiere l’intero tragitto in 30 minuti, ma forse sono troppo giovane per poterlo ricordare.
Se per caso passa, signor articolo, dalla piscina a fotografare gli altri due carri, per parlare del successo della festa, non si scordi il metro per misurare le opere, e comprenderà il motivo del nostro liscio passaggio nella stretta di Bruscò. Probabilmente è perché stavamo dentro ai parametri.
Se le capita sottomano il regolamento controlli le misure perché i valori scritti su di lei, caro articolo, forse non concordano con quelli ufficiali (mi riservo la possibilità di sbagliare).
Comunque, la premiazione per me è stata giusta (non parlo a nome della società Sisma) e l’ha confermato la giuria popolare. Non ho capito le motivazioni e forse non le capirò mai.
Silvia Landi