Martedi 23 aprile, esco dal lavoro, prendo in mano il programma della Festa di Primavera e leggo che l’arrivo in paese dei carri allegorici è previsto per le ore 20:30.
Mi affretto a cenare e prepararmi ad uscire per arrivare puntuale da Bruscò. Trovo sempre affascinante il momento in cui i carri oltrepassano quella strettoia. Da quel varco si incominciano a scoprire le carte, si possono incominciare a fare supposizioni su quale tema tratteranno i carri di quest’anno ed esprimere opinioni sulla forza e la forma architettonica assieme ad amici e amiche un po' nostalgici dei vecchi tempi in cui assieme realizzavamo i carri allegorici.
Volto l’angolo che da Ciata arriva a via Roma e mi ritrovo un deserto davanti agli occhi. Mando un messaggio ad un amico e componente di una società dei carri e scopro che l’arrivo è stato posticipato alla giornata seguente.
Mercoledì 24 aprile, come in un dejà vu ripeto l’iter della giornata precedente, ma quando volto l’angolo di Ciata, un po' di gente è già presente nei pressi di Bruscò e intravedo in lontananza i lampeggianti della Polizia Municipale. Attendo incuriosito l’arrivo dei carri in paese.
Il primo che supera il varco è quello della Nuova Società Peschiera; la forma architettonica non mi convince, ancora di più completamente di bianco colorata, ho pochi elementi su cui disperdere lo sguardo e assolutamente non trovo indizi che possano farmi supporre un qualsiasi significato.
Poi in sequenza entrano in paese sia il carro della Società Sisma che quello della Società Extra. Da queste due strutture vengo assolutamente più incuriosito e affascinato. Il carro della Sisma mi fa immaginare che possa rappresentare una tematica in qualche modo attinente alla caduta del ponte Morandi, mentre il carro della Società Extra, nel suo insieme molto armonico, tramite l’installazione di questo macchinario nella parte frontale mi porta a ipotizzare che possa trattare una tematica legata alla scoperta scientifica. Le persone con cui parlo sono convinti sia un chiaro riferimento a Leonardo.
Il festoso e chiassoso corteo delle società accompagna i carri fino al punto di partenza.
Durante la serata, con amici o ex costruttori, ritorniamo a curiosare e commentare le strutture dei carri. Man mano che li guardo, a differenza di altri che hanno idee e opinioni diametralmente diverse, mi convinco che la struttura migliore sia quella realizzata dalla società Extra. Ha forme che possono con l’uso interessante del colore prendere un forte dinamismo.
Giovedì 25 aprile, a metà mattina esco di casa e mi dirigo incuriosito dai carri; finalmente le società distribuiscono le relazioni. Nulla di nuovo rispetto agli anni precedenti, la NSP è la prima di tutti con le relazioni in distribuzione, attendo un po' la divulgazione di quella della Sisma, e come sempre di quella della società Extra non vi è traccia fino a tarda mattinata.
Noto un interessante texture di colore comparire nel frontale del carro della Peschiera, che aggiunge un minimo di dinamismo alle forme esageratamente rigide e piatte notate il giorno precedente, mentre le strutture delle altre società risultano ancora quasi intonse e appiattite per effetto della scomparsa della dinamicità generata dalle ombre create la sera precedente dall’illuminazione pubblica.
Mi accomodo su una panchina e leggo i primi due testi. Trattano entrambi temi attuali e mi suscitano interesse e curiosità. Dal testo della Nuova società Peschiera scopro che tratta il tema del femminicidio e le sempre meno isolate brutalità che accadono alla donna all’interno delle mura domestiche. L’allegoria della forma nella parte frontale vuole esprimere il concetto di “il mondo è fatto a scale; c’è chi sale e chi si deve arrampicare”. Forse anche troppo semplice ma allo stesso tempo facilmente identificabile.
Passo alla relazione del carro della Sisma, che già dal titolo e dalla bella ed esplicita immagine di copertina mi palesa la possibile tematica affrontata e una certa impostazione grafica; scopro con meravigliato stupore che la forma del carro della Sisma è una destrutturazione del simbolo della Repubblica Italiana e che l’ingranaggio è in effetti una allegoria che richiama il ponte Morandi, mentre la parte inferiore della stella probabilmente è l’allegoria della scuola. Arrivo in fondo al testo ed ho chiaro il percorso. Mi hanno esplicitato le vittime e anche troppo dettagliatamente le forme e i colori del simbolo della Repubblica. Mi aspetto a questo punto al pomeriggio di ritrovare nel carro le allegorie che mi riconducano ai veri colpevoli e la curiosità di come rappresenteranno le vittime.
Sfruttando l’amicizia e la stima di tante battaglie allegoriche affrontate anni fa, riesco a ottenere sottobanco la relazione della Società Extra. Mi metto in disparte per leggerla in santa pace a discapito di quelli che sono ancora in trepidante attesa.
Una immagine con bambini che scrutano forse ad una eclissi mi accompagna alla lettura del testo. Introduzione, spiegone, citazione, titolo, relazione etc. etc. Non so se fosse colpa della lunga attesa, ma alla fine, nonostante fosse scritta bene in un italiano che mai mi sognerei di riuscire ad utilizzare, forse capisco che, a 50 anni dallo sbarco del primo uomo sulla luna è importante continuare a sognare e scoprire il nuovo senza fermarsi al quotidiano. Dalla premessa che citava inventori e sognatori precedenti l’allunaggio, ipotizzo che possano trasformarsi in figure allegoriche nell’allestimento finale. Vagamente disorientato è il termine adatto per descrivere il mio stato d’animo dopo questa lettura.
Allungo uno sguardo alla struttura, finalmente incominciano a colorarla di un bel blu nella parte bassa. Suppongo che continuino ad esaltarne le forme, magari aggiungendo anche elementi o forme che mi aiutino a capirne il significato.
Sono le 15:30 e mi piazzo vicino al luogo di partenza della sfilata.
Dopo gli ultimi ritocchi parte la sfilata del carro L’INVISIBILE ROTTA DEI SOGNI presentato dalla società Extra. Come immaginavo il carro è molto bello, le forme hanno un insieme dinamico, e a mio avviso purtroppo una colorazione del carro quasi assente.
Nella parte frontale mi trovo un bambino intento a costruirsi un modo di volare, con lo sguardo rivolto in un libro delle invenzioni e un sognatore catapultato verso l’ignoto punteggiato da belle figure dorate che ornano il portale.
Mi diverte notare che mai quella macchina alata sarebbe riuscita, per colpa della forma e della dimensione, a passare all’interno del portale.
Di seguito belle figure di giornale vestite mi appaiono davanti agli occhi su istogrammi tappezzati in qua e in là di fogli di giornale sbiancati che non mi riconducono ad alcun significato. Prendo la relazione, e grazie all’utilizzo del grassetto le trovo descritte nel testo. Nel posteriore trovo un parco giochi a tema scientifico con bambini che giocano, la faccia nascosta della luna e una ben riuscita rappresentazione dello sbarco. Un insieme allegorico, bello e armonico, ma che in fondo senza neppure capirne il motivo, non mi convince del tutto.
A seguire parte la sfilata del carro COLPA DI STATO presentato dalla società Sisma. Nella parte frontale il coro, anzi l’urlo accorato delle vittime, l’insegnante in una scuola senza più gli studenti, in alto sul frontale del ponte la coppia intenta ad attraversare il ponte per raggiungere la spiaggia, una bella pittura che rappresenta Cucchi tumefatto. Senza entrare nella descrizione delle singole figure, in sintesi tutte le varie scene sono punteggiate da anonime persone nere con maschere bianche, intente a far esplodere o uccidere il personaggio loro vicino. In cima, una autorità con in mano il tricolore strappato mi riconduce allo Stato e alla immagine di copertina della relazione.
Francamente il tutto non mi sembra particolarmente e graficamente rielaborato. Niente a che fare con lo stile che dalla copertina della relazione mi ero immaginato. Se da una parte si percepisce l’assenza per la mancanza dei bambini nella scuola, in altre allegorie è palesata la presenza della vittima, mentre i colpevoli allegoricamente li ho trovati deboli.
La prima sensazione che ho provato dopo la visione di questo carro è stata quella di pensare che il tutto fosse una occasione sprecata. Un tema attuale, una allegoria strutturale articolata e funzionale, una colorazione e una rappresentazione complessiva abbastanza deludente.
Infine parte la sfilata del carro L’ALTRA META’ presentato dalla Nuova Società Peschiera. Nel frontale figure definiscono la crescita dall’infanzia fino al ritrovarsi adulti, dove se da una parte l’uomo è agevolato dalla scala, dal lato opposto la donna si deve arrampicare con tutte le fatiche del caso. Al momento non trovo nulla che mi stuzzichi o che mi catturi l’interesse, tranne la gonna con palloncini sgonfi della bambina che si appresterà nel crescere e scalare la sua strada. Ma l’agguato è dietro l’angolo, l’iconografia della donna gettata nel vuoto mi apre un varco su un retro ben rappresentato e iconograficamente di forte impatto visivo. La violenza tra le mura domestiche in contrasto con la voglia di spezzare queste catene dal male. Un insieme di figure funzionale esaltata da una colorazione del carro efficace. Nella parte laterali, figure rosse fuoriescono da una parete bianca a cui non so associare un significato.
Ma poco importa, il testo attuale e ben scritto ma non drammatico nel suo insieme, con l’aggiunta visiva della parte posteriore del carro raggiunge il giusto compromesso tra drammaticità e forza di riflessione su questa tematica. Nonostante la forma architettonica ed alcune scelte allegoriche di fondo a mio avviso risultino fin troppo elementari.
La sfilata è terminata e francamente sono ancora confuso. Infinite volte ho cambiato idee e opinioni. Un sali e scendi di emozioni, spesso anche contrastanti.
Come nelle montagne russe, ho gustato il momento e l’aspettativa creata dall’attesa di stare in fila, grazie alla società Sisma. Ho gustato il patos della salita continua verso il cielo grazie alla bellezza del carro della società Extra, ed infine la fortissima emozione della discesa finale paragonabile all’inaspettata suggestione generata in me dal carro della Nuova Società Peschiera.
Prendo il biglietto ricevuto all’ingresso per votare per eleggere il carro più popolare… metto la X sul carro della Nuova Società Peschiera, in fondo in fondo quel vuoto allo stomaco non lo posso dimenticare.
Non ho ben decifrato se la mia sia la voglia di unirmi e spezzare queste catene del male che affligge la donna, oppure l’inconsapevole istinto di rimanere legato alle catene di una società di carri allegorici con cui ho collaborato per decenni.
Dopo mezz’ora vengo immediatamente già smentito dal popolo. Dalla votazione organizzata da LoSpekkietto risulta prima classificata la Sisma, seconda L’Extra e terza la Nuova Società Peschiera.
Ora attendo solo di godermi i carri nello splendore della sfilata notturna e la curiosità di quale sarà l’esito della premiazione.
Per la giuria non sarà comunque semplice prendere una decisione.
Claudio Ricciardelli
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