È stata una scalata dura, quella partita dal 2008 con un nulla di fatto (un secco terzo posto alla diurna e una notturna con sflilata da “albero di natale”), passata attraverso un 2009 discreto con il secondo posto della diurna e la vittoria della notturna ed arrivata ad una clamorosa doppietta nel 2010. A leggere i commenti comparsi su questo sito sembrerebbe che il nostro merito sia poco, che stia piuttosto nella sopravvalutazione che i giurati hanno fatto del nostro carro, eppure credo che qualcosa di buono lo abbiamo fatto. Ne faccio un piccolo elenco:
a) Abbiamo portato in via Roma un carro completo, con pochi errori
b) Abbiamo costruito un carro complessivamente interessante
c) Abbiamo mantenuto fede al principio che un carro deve essere facilmente leggibile da tutti (o almeno da chi ne ha voglia)
d) Abbiamo portato in piazza un carro grande ( a differenza degli altri due anni quando abbiamo subito sempre le dimensioni devastanti degli altri)
e) Non abbiamo avuto paura di affrancarci da una strada consolidata che partiva dalla Psica e passava per l’Input, cercando di trovare una dimensione nostra.
f) Abbiamo sfatato il mito che l’Extra non colora il carro per paura di sbagliare, il nostro arancione è stato un punto importante
g) Abbiamo portato avanti con coerenza un progetto iniziato l’anno scorso
h) Abbiamo rovistato in possibili linguaggi nuovi
i) Abbiamo riproposto un aspetto del tema affrontato l’anno scorso, questo non implica assolutamente che sia banale, scontato, trito e ritrito. In fin dei conti è stato detto che tutto è già stato scritto. Sfido chiunque ad essere originale. Avanti il prossimo…
j) Abbiamo cercato di cogliere il meglio dalla storia recente della Festa di Primavera. Confrontarsi con le modalità di lavoro della Peschiera non significa copiarle, ma anzitutto attestarne il valore e in secondo luogo riconoscerne le istanze di novità. In caso contrario non ci sarebbe progresso nella costruzione dei carri. Basta guardare alcuni carri di quindici anni fa, sembrano costruiti dai nostri nonni ma non perché siano brutti, semplicemente perché qualcuno ha avuto idee nuove su come sfruttare gli spazi, su come creare le allegorie, ecc…( tranquilli che non abbiamo copiato nulla a chi di solito non vince)
k) Ci siamo confrontati con serenità con Claudio Ricciadelli (e senza complessi di inferiorità) che con buone probabilità è il più bravo costruttore di carri degli ultimi due decenni
l) Abbiamo creato una notturna compatta, nel solco del lavoro fatto l’anno scorso ovvero di chiudere il cerchio del messaggio da lanciare attraverso un lavoro sonoro e di illuminazione coerente
m) Abbiamo dato prova che sappiamo festeggiare mantenendo il rispetto per gli avversari
n) Abbiamo mandato giù un sacco di rospi per tre mesi quando tutti ci davano per spacciati
o) Non abbiamo risposto alle provocazioni di che infieriva sul nostro lavoro esaltando il proprio (ovviamente sabato sera erano i più abbattuti)
I carri restano sempre materia strana, difficili da giudicare. I carri hanno storia per i casolani, ma per tutti gli altri sono a-storici, vivono sospesi nel tempo anche se tentano di raccontarlo e così non ha senso che i giurati conoscano la storia delle società, come se si dovesse tenere conto dei progressi fatti un anno dopo l’altro. Solo l’occhio allenatissimo coglie somiglianze, similitudini e novità.
E poi nel magico mondo dei carri tutto è opinabile. Per qualcuno ad esempio la cover di Heroes fatta da Peter Gabriel è una gran finezza, ma per me che odio le cover è una delle peggiori scelte possibili, così per me i pezzi di Pasolini che parla dei nuovi strumenti del potere o di Lele Mora che propone una visione agghiacciante per quanto vera della scatola televisiva,inseriti nel nostro audio, sono una scelta azzeccatissima e per qualcuno un citazionismo sterile. Del resto noi che costruiamo carri ci facciamo viaggi mentali strabilianti, che agli occhi di tanti spettatori valgono meno del profumo delle patatine che stanno mangiando. Eppure è in questo inganno che sta la bellezza della Festa di Primavera.
In ultima battuta un ringraziamento a:
tutti.
ciao
Riccardo Albonetti