Nel libro emerge come la storia di queste madri è strettamente legata alle vicende dell’Argentina: grazie al sostegno conquistato nella società argentina oggi contribuiscono, insieme a migliaia di giovani, a rifondare il paese distrutto dalla dittatura degli anni Settanta prima, e dai governi “democratici” poi. Negli anni, oltre a simboliche manifestazioni di protesta, le Madres hanno costruito una università popolare a disposizione dei giovani del paese, uno spazio culturale intitolato ai propri figli in quello che fu il più brutale campo di detenzione e tortura della dittatura, la ex Scuola di Meccanica della Marina, e hanno iniziato processi di risocializzazione nei quartieri poveri delle periferie argentine. Le Madri di Plaza de Mayo, rielaborando il lutto personale e socializzandolo con la collettività, costituiscono un punto di riferimento importante per i movimenti sociali di tutta l’America Latina.
Per loro la memoria è un concetto dinamico, fertile: i figli desaparecidos vivono nelle lotte, nella politica, nelle iniziative a favore dei più deboli, per una ricostruzione dal basso di una società alla quale la dittatura, nel silenzio complice della comunità internazionale, ha distrutto un’intera generazione.
L’iniziativa si inserisce nella cornice della abituale Festa della Birra 2014 a Palazzuolo sul Senio (Fi), che quest’anno tra divertimento, ottima birra e contributi musicali di alto livello, ha ritagliato un profondo spazio di riflessione e di confronto. L'iniziativa è inserita nel Cartellone Estivo 2014.
Riccardo Verrocchi (1984) è laureato in Scienze Politiche Internazionali Europee e delle Amministrazioni presso l’Università di Teramo e ha conseguito un Master in Economia della Cooperazione presso l’Università di Bologna. Fa parte dell’Associazione Kabawil - El otro soy yo, il gruppo italiano di appoggio ufficiale alle attività dell’Associazione delle Madres de Plaza de Mayo argentine. Ha pubblicato libri, saggi e articoli sulla storia contemporanea, sul canto sociale e sull’America Latina.
Siete tutti invitati, partecipate numerosi!!
Intanto leggete qui la recensione di Alessandra Pigliaru pubblicata sul quotidiano il manifesto lo scorso 2 luglio: "L'unica lotta persa è quella che si abbandona".