Venerdì sera (28 maggio) eravamo tanti alla festa di fine anno nel cortile della scuola materna parrocchiale Santa Dorotea.Il tempo ci ha provato ad impensierire le tante persone che si sono prodigate per organizzare la serata, ma alla fine si è dovuto arrendere di fronte all'energia e al sacrosanto entusiasmo di bambini e genitori.
Inutile dire che osservare i visi dei nostri figli impegnati e assorti ad eseguire i saggi sulle attività svolte durante l'anno scatena una miriade di sentimenti, che si concentrano tutti in quella sana commozione che lega maestri, genitori, bimbi in un indissolubile abbraccio.
Quest'anno otto fra questi bimbi salutano i compagni per affrontare un nuovo percorso 'alla scuola dei grandi', sono i merli che prendono il volo fuori dal bel cortile dell'asilo. Vi torneranno, però, di tanto in tanto, ad osservare il loro primo nido, anche solo per un saluto. Il sindaco, l'assessore e gli insegnanti li hanno festeggiati con un attestato che sicuramente farà bella mostra nelle camerette di ognuno di loro.
Tutti assieme abbiamo poi cenato godendo di un'infinità di cose buone, in quel cortile pieno di vita, di serenità e di speranze affidate alle bianche mongolfiere che hanno preso il volo non appena la notte ha colorato il cielo tornato sereno, per portarle in alto e tenerle sopra i nostri cuori anche quando gli echi della festa avranno ripreso il consueto silenzio.
Grazie a Luisa, ad Anna e Fabio per le persone che sono. Grazie a Laura e Paola, angeli custodi dei nostri figli, nonchè alle persone che hanno collaborato per le attività didattiche di quest'anno scolastico. Grazie alle persone che vivono con e per l'asilo Santa Dorotea in ogni luogo e forma, e per non dimenticarne nessuna, il grazie va a tutti, Don Euterio per primo.
Grazie all'amministrazione comunale per aver condiviso le nostre emozioni.
Grazie ai nostri bambini di esistere.
E siccome i figli sono di chi li ama e non solo di chi li genera, è per loro questa poesia di Erma Bombeck, giornalista americana.
“I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro fino a restare tutti e due senza fiato.
Come gli aquiloni essi finiscono a terra .... e tu
rappezzi e conforti, aggiusti ed insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri che presto impareranno a volare.
Infine sono in aria: gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne:
ad ogni metro di corda che sfugge dalla tua mano il cuore ti si riempie di gioia e di tristezza insieme.
Giorno dopo giorno l’aquilone si allontana sempre di più
e tu senti che non passerà molto tempo prima che quella bella creatura spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.
Allora soltanto saprai di aver assolto il tuo compito”
Simonetta Santandrea