Sedetevi e aspettate, l’arcobaleno sta per arrivare. Un’espressione naturale, un gioco semplice e piacevole di sintonia cromatica. Dopo alcuni anni di attesa, i Radiohead hanno dato luce a “In Rainbows”. Speriamo che lo spettacolo sia di vostro gradimento. Forse non riusciamo a mettere bene a fuoco il momento. Forse qualcosa sta cambiando. Sicuramente, non ascoltiamo la musica come dovremmo. E’ necessario abbassare il costo della musica.
I Radiohead non sono legati a case discografiche. L’acquisto del loro cd avviene attraverso internet. C’è il costo della “connessione”, dal sito si “scaricano” le canzoni e si paga il cd quanto si vuole. Costa meno, è vero ed è già tanto, e la musica?
“In Rainbows” è un modo di rivoluzionare la distribuzione musicale, o è musica?
Questo disco non è inaffondabile, musicalmente è messo in secondo piano. Forse lo apprezzeremo più avanti, in futuro. Adesso lo si acquista perché costa meno, non perché ha delle grandi canzoni. Forse l’esplosione avrà effetto ritardato, non adesso. I Radiohead fanno musica, creano canzoni, il loro lavoro è coperto da questo ammirevole tentativo di redistribuire la musica. Credo che un ottimo disco, delle grandi canzoni, per essere tali devono essere attuali. Se lo stesso disco, le stesse canzoni, si ascolteranno ancora per altri 40 anni e più… sarà un capolavoro. “In Rainbows” è discusso più per il suo tipo di vendita che per le sue canzoni. E se non si parla di musica quando si fa musica, c’è qualcosa che non va.
Pare che l’operazione non stia andando molto bene. A dicembre, uscirà un cofanetto con i primi 6 cd della band incisi per la Parlophone. Un pentimento, una furbata della casa discografica, con 10 Euro sarà possibile comprarlo? Non sarebbe male, e saprebbe anche di un po’ rivoluzionario.
r.l.