Sempre interessati alla questione, che è giunta ad un nuovo capitolo, abbiamo chiesto a Sandro Righini un commento a caldo sulla recente trasformazione delle Opere Pie di Casola.
La trasformazione in atto delle Opere Pie per il nostro distretto, come avrete già letto, prevede la costituzione di due ASP (Azienda di Servizi alla Persona): una che comprenderà le Opere Pie di Faenza e di Solarolo ed una che comprenderà le Opere Pie di Casola, Castelbolognese, Brisighella, Fognano e Riolo Terme (Riolo non ha Opere Pie ma farà parte comunque dell'ASP).
La trasformazione in atto delle Opere Pie per il nostro distretto, come avrete già letto, prevede la costituzione di due ASP (Azienda di Servizi alla Persona): una che comprenderà le Opere Pie di Faenza e di Solarolo ed una che comprenderà le Opere Pie di Casola, Castelbolognese, Brisighella, Fognano e Riolo Terme (Riolo non ha Opere Pie ma farà parte comunque dell'ASP).
Questa soluzione, stante i presupposti e le direttive abbastanza rigide e ritrettive della legge regionale che ha imposto la trasformazione, rappresenta la soluzione meno dolorosa (la meno peggio) per le nostre Opere Pie che altrimenti sarebbero scomparse ed avrebbero perso ogni rappresentanza se si fosse costituito un unico calderone per tutto il comprensorio con la schiacciante predominanza delle istituzioni faentine.
La soluzione delle due ASP cosidette subzonali, anzichè una unica per tutto il comprensorio, rappresenta anche una vittoria della volontà popolare dei piccoli comuni interessati nei confronti delle decisioni verticistiche privilegiate dalla legge regionale.
La popolazione dei piccoli comuni (sempre che Castelbolognese e Brisighella possano definirsi piccoli) e quella di Casola in testa, si sono infatti mobilitate per ottenere questo risultato costituendo in alcuni casi, come a Casola, comitati combattivi che, con l'appoggio e le risoluzioni determinanti delle rispettive Amministrazioni Comunali, hanno ottenuto quello che, pur non essendo desiderato (qualsiasi accorpamento), rappresenta la migliore soluzione ottenibile, visto che la legge regionale imponeva comunque accorpamenti tali da raggiungere determinati parametri patrimoniali e gestionali.
I lettori de Lo Spekkietto ed i visitatori del sito omonino dovrebbero già conoscere tutti i precedenti e gli antefatti, é stata anche a suo tempo promossa una ponderosa raccolta di firme, ci sono state assemblee ed incontri, la popolazione insomma dovrebbe ormai sapere di cosa parliamo.
Ora però la battaglia non è finita perche si è passati alla fase più delicata, quella cioè in cui si deve attuare la stesura dello statuto della nostra ASP, definire gli organici, le competenze, le rappresentanze, gli organi rappresentativi e consultivi, in pratica si deve passare ai dettagli e, come ben sappiamo spesso il diavolo si nasconde nei dettagli.
Potrebbe capitare che quello che non è passato dalla porta tenti di entrare dalla finestra.
Ci sono stati infatti dei tentativi di inserire nei documenti costitutivi e programmatici dei riferimenti a precise date future a cui fare slittare ciò che non è passato oggi (la nota tecnica della vaselina o della fregatura morbida o della presa per stanchezza che dir si voglia), c'è in un documento un riferimento ad un obbligo di accorpare comunque alcune funzioni amministrative che non mi è ben chiaro e che penso possa nascondere insidie, ci sono soprattutto settori politici, istituzionali ed anche qualche frangia sindacale che non hanno gradito affatto la soluzione adottata, e che fanno fatica ad accettare con spirito democratico le istanze espresse della base popolare e delle popolazioni locali, anche perchè, e qui dobbiamo sottolinearlo, vige una certa ignoranza su certi temi e chi abita in città o nei grossi centri spesso non è cosciente dei sacrifici e dei disagi che deve sopportare chi abita nei comuni periferici e di montagna, specie quando le istituzioni ed rispettivi centri decisionali, gestionali ed amministrativi si allontanano dal proprio territorio.
Ovviamente chi ricopre posti di responsabilità e di rappresentanza non dovrebbe ignorare queste cose, così come non dovrebbe ignorare aspetti fondamentali del patrimonio culturale, sociale e religioso delle comunità locali, ma così purtroppo non è e spesso siamo costretti a riscontrare una grave mancanza di consapevolezza e di sensibilità.
Per concludere il mio commento è questo: una battaglia è stata vinta ed è stato raggiunto un primo risultato che, anche se non entusiasmante, era comunque il massimo ottenibile, la partita però non è ancora chiusa e quindi bisogna vigilare, stare all'erta e seguire passo, passo i successivi passaggi.
Alessandro Righini