Sabato 18 dicembre.
Si spengono le luci su Piazza Oriani, ed entrano i pastori. Si accende la musica, si riaccendono le luci e il Presepe prende vita. Una voce fuori campo narra la storia di Maria e Giuseppe, di come, attraversando monti e valli, giunsero ad una capanna, dove nacque Gesù bambino.
I pastori, ancora ignari di ciò che accadrà continuano nei loro lavori: c’è chi vende lana, chi vende stoffe, chi intaglia il legno, chi fabbrica cesti, ci sono i pescatori, intenti a pescare nel ruscello, i venditori di spezie, i vasai che con colori vivaci decorano vasi e ciotole, ci sono i fornai che sfornano soffice pane dal forno, c’è il mercato della frutta e l’osteria, c’è chi custodisce galline, oche e pecore, ricavando formaggio da quest’ultime, ci sono i muratori che mattone dopo mattone costruiscono una piccola casa, ed infine il lazzareto, dove gli ammalati di lebbra possono trovare conforto.
Ad un certo punto la musica si alza, le luci si fanno più forti: è nato Gesù.
I pastori si recano alla capanna, offrendo al neonato diversi doni.
Ma tre grandi Re devono giungere da oriente, per portare regali preziosi al re appena nato, così in sella a tre splendidi cavalli, con vestiti tutti luccicanti, accompagnati da diversi servitori, giungono alla capanna i Re Magi, offrono oro, incenso e mirra.

Questa tradizione, che è giunta alla sedicesime edizione, coinvolge differenti gruppi ed associazioni casolane, che collaborando con l’asilo de “lo Scoiattolo”, per dare manifestazione.
Purtroppo, ormai non sono molti i gruppi che si dedicano alla costruzione degli angoli, e, se vogliamo che questa tradizione non venga persa, bisogna che ci sia più collaborazione da parte dei casolani, perchè, a mio avviso, il Presepe Vivente rappresenta una delle poche manifestazioni che riesce a coinvolgere anziani e bambini, facendoci riscoprire nel cuore, un pò del senso profondo del Natale.
Roberta Faziani
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