A dispetto di tante previsioni quello che sta trascorrendo pare proprio un inverno di quelli di una volta. Ma se non è una rondine a far primavera non è neanche una qualche gelata a far invertire la tendenza al riscaldamento che ormai s’avverte sul clima globale.
La misurazione dell’arretramento dei ghiacciai in ogni angolo del pianeta ci dice che è sulla media delle temperature che dobbiamo ragionare non sui singoli eventi.
La misurazione dell’arretramento dei ghiacciai in ogni angolo del pianeta ci dice che è sulla media delle temperature che dobbiamo ragionare non sui singoli eventi.
Proprio in questi giorni è uscita una pubblicazione dell’Arpa: atlante idroclimatico dell’Emilia Romagna 1961-2008 consultabile sul web all’indirizzo https://www.arpa.emr.it/sim/?clima
L’atlante mette a confronto il trentennio 1961-1990 assunto a riferimento climatico di base secondo le convenzioni dell’organizzazione metereologica mondiale delle nazioni unite e quello attuale dal 1991 al 2008.
Dalla lettura delle carte è evidente che anche nella nostra regione due fenomeni sono presenti e cioè l’innalzamento delle temperature medie cresciute di circa 1 grado nel secondo periodo e un calo minimo delle precipitazioni che però appaiono disomogenee rispetto al passato.
Torniamo al nostro inverno. Freddo, molto freddo. Nella notte fra il 20 e il 21 dicembre nella stazione del Giardino delle Erbe si sono registrati 12,5 gradi sotto zero mentre nella stazione dell’ITA Scarabelli a Imola a 50 cm dal suolo si sono toccati i meno 17,8. Per fortuna l’ondata di gelo è durata poco: ci sono state soltanto 19 ore con temperatura sotto i -9 gradi ma sono bastate per lasciare il segno sia sulla vegetazione ornamentale che su quella agraria.
Mimose, oleandri e altre piante da giardino che erano state piantate fidandosi del global worming hanno subito danni consistenti. Ma anche sull’olivo, sull’actinidia, addirittura in pianura sul pesco e sull’albicocco almeno nelle branche piu’vicine al suolo il gelo ha lasciato il segno.
Aspettiamo la primavera per capire meglio ma affiliamo intanto forbici e forbicioni perché ci sarà comunque parecchio da potare.
Roberto Rinaldi Ceroni