Se c’è un argomento in grado di mettere d’accordo tutti i casolani e chiunque si sia “avventurato” fino alle porte del nostro paese, quello è senza dubbio il problema della Strada Provinciale 306.
Da tempo, a vari livelli, si discute della necessità di ristrutturare la “casolana-riolese”, in particolare nel tratto che da Riolo Terme porta a Casola Valsenio, unanimemente definito obsoleto per le moderne esigenze turistico-commerciali e soprattutto poco sicuro per gli utenti. Come è noto, il tracciato si snoda risalendo la valle del Senio tra curve e brevi rettilinei che si sviluppano nelle zona pianeggiante vicina al fiume per poi lasciarla improvvisamente e risalire il fianco occidentale della valle, ridiscenderne, risalire e così via, in una sequenza di scelte progettistiche assolutamente immotivate per i canoni moderni. Certo i costruttori del percorso originario avranno avuto i loro buoni motivi per adottare simili soluzioni (presenza di percorsi già tracciati, difficoltà realizzative, necessità di rispettare vecchi assetti proprietari), ma non è questa la sede per occuparsi di ciò che poteva essere e non è stato. Il punto è che, nonostante il problema della 306 si sia già posto con forza molte volte negli ultimi vent’anni, finora la situazione è rimasta immutata, anzi possiamo tranquillamente dire peggiorata. Finora. Oggi sembra che qualcosa si muova.

LA VARIANTE DELLA RIVA DELLA BOTTE

Attualmente è in via di approvazione un progetto della provincia che prevede la costruzione di una variante nella zona denominata Riva della botte che, come è noto, rappresenta uno dei tratti meno confortevoli dell’intero percorso Casola-Riolo. Con la messa in opera di tale progetto verranno eliminate, tanto per intenderci, la curva di Ca’ Marotta, quella della Riva della botte e i tornanti fino al bivio di Gallisterna. La soluzione proposta prevede infatti la costruzione di un nuovo tratto stradale che, partendo dalla curva precedente a quella di Ca’ Marotta, grazie alla costruzione di due viadotti, andrà ad innestarsi nel vecchio percorso della 306 proprio al termine dei tornanti di Gallisterna
Il fatto che questo progetto si trovi in una fase già avanzata fa ben sperare per il futuro della nostra strada e siamo sicuri che l’eliminazione di queste “famigerate” curve a tornante garantirà un notevole miglioramento nella viabilità stradale. Forse ci si poteva attendere qualcosa di più radicale (ad esempio “Lo Specchio” nel n° 161 del novembre 1989 propose un taglio deciso attraverso gli orti e la piana di Isola), ma ciononostante siamo convinti che la soluzione in cantiere rappresenti il miglior compromesso possibile tra viabilità e risorse finanziarie disponibili. Speriamo solo che i tempi di realizzazione non siano troppo lunghi.


LA “CASOLANA” ALL’UNIVERSITA’

L’esigenza di fare il lifting alla 306 è diventato anche oggetto di tesi di laurea grazie ad un nostro compaesano, l’amico Massimo Barzaglia che il prossimo 17 Marzo si laureerà in Ingegneria Civile presso l’Università di Bologna discutendo la tesi in “Tecnica dei lavori stradali ferroviari e aeroportuali” col chiar.mo Ing. Prof. Andrea Simone. L’oggetto della tesi di laurea è appunto l’analisi della situazione attuale della casolana-riolese secondo i metodi di studio e progettazione più innovativi e la formulazione di ipotesi per la risoluzione delle situazioni più difficili del tracciato.
“Dovendo comunque scrivere una tesi di laurea” esordisce Barzaglia ”mi sono detto: perché non fare qualcosa di utile per il mio paese, usare le mie conoscenze per elaborare un documento dedicato ai casolani?” In effetti la tesi è il frutto di un lungo lavoro di raccolta ed elaborazioni di dati tecnici che, oltre a presentare molteplici soluzioni e progetti per i tratti più critici, mette nero su bianco le problematiche di questa strada. Proprio la parte relativa allo studio dell’omogeneità planimetrica del tracciato attuale ci sembra di grande interesse. Se fino ad oggi, nella maggior parte dei casi, la discussione si sviluppava partendo dall’assioma “quella strada ha dei problemi”, basato perlopiù sulle sensazioni degli utenti e dunque su dati soggettivi, oggi, grazie a questo studio, siamo in grado di definire in modo rigoroso e oggettivo la tipologia e l’entità di questi problemi, uno su tutti: la sicurezza. Partiamo dunque da qui con qualche esempio significativo.

LO STATO ATTUALE DELLA CASOLANA-RIOLESE

Lo studio dell’omogeneità planimetrica è stato effettuato sul tracciato di circa 20 km che da Riolo Terme arriva ai confini con la Toscana, sulla base dei criteri esposti nella normativa vigente in tema di progettazione di nuove strade sancita dal DM 5/11/2001. Questa, in poche parole, prevede di suddividere il tracciato in elementi rettilinei e curvilinei, e stabilirne l’omogeneità analizzando sia la differenza delle velocità di progetto di due elementi consecutivi (calcolate in base a specifici abachi) che le distanze di transizione, vale a dire la possibilità di un rettilineo interposto tra due curve di assorbire le manovre di accelerazione e decelerazione di un mezzo meccanico.
“La normativa si riferisce alla costruzione di nuove strade, ma viene utilizzata anche per valutare la bontà di un percorso già esistente” precisa Barzaglia “Naturalmente utilizzando un po’ di buon senso anche perché il territorio in cui si sviluppa la casolana-riolese, presenta alcune condizioni morfologiche abbastanza difficili”. Detto ciò, il risultato dello studio dell’omogeneità planimetrica è piuttosto sconcertante: degli 82 rettilinei presenti nel percorso, il 65% è risultato non idoneo ad assorbire le manovre di accelerazione e decelerazione e dei 252 punti di discontinuità fra curve e rettilinei successivi, il 60% presenta differenze di velocità eccessive che portano l’utente a compiere manovre anomale. Un dato emblematico, per fare un esempio, è che l’8% dei punti di discontinuità fuori norma presenta differenze di velocità di 60-70 km/h quando il massimo consentito è di 20 km/h! “Tutto ciò va a scapito della sicurezza.” continua il futuro ingegnere “Il conducente, sottoposto ad un carico mentale spesso superiore al consentito, percepisce in misura minore il rischio e il suo grado di concentrazione diminuisce sensibilmente”.
Lo studio dell’omogeneità planimetrica è stato in seguito ripetuto utilizzando una tecnica molto innovativa, basata sulle velocità operative, adottata a livello mondiale solo dai paesi più motorizzati (Stati Uniti, Australia, Germania). Ciò ha consentito a Barzaglia di superare alcuni limiti dell’attuale normativa italiana quali ad esempio la delega al buon senso del progettista per la risoluzione di situazioni particolari che si possono presentare in territorio morfologicamente variegato come quello nazionale. Le velocità operative sono le velocità realmente praticate dagli utenti in un determinato tratto di strada e dunque è stato necessario, come premessa, rilevare le velocità di percorrenza nei due sensi, di alcune curve caratteristiche del tracciato Riolo-Confini. L’analisi dei dati raccolti ed elaborati grazie ad un programma di calcolo statistico ha permesso a Barzaglia di determinare una equazione matematica che mette in relazione la velocità operativa con il grado di curvatura e che oltre ad essere in perfetto accordo, integra (ha un campo di validità più ampio) le formule normalmente utilizzate per il calcolo delle velocità operative. Afferma Massimo: “Verifica a parte, la consolazione è che la 306 è stata l’occasione per determinare un’importante formula per la progettazione di percorsi stradali a valenza generale”. Inutile infatti dire che l’analisi della casolana-riolese, effettuata valutando sia la differenza tra velocità operative e velocità di progetto sia la differenza tra velocità operative di tratti consecutivi, ha dato esiti negativi almeno al pari di quella condotta sulla base della normativa italiana e dunque è stata un’ulteriore riprova delle carenze di questa strada in tema di sicurezza e comfort di guida.
Altro dato, per la verità poco sorprendente, ma importantissimo per “provare la febbre” alla nostra strada è quello scaturito dall’esame del TGMT (Traffico Giornaliero Medio Totale), un parametro che, misurando il numero degli automezzi che transitano nei due sensi attraverso una specifica sezione del percorso, consente di valutare la variabilità dei flussi di traffico. Per il tratto Riolo Terme-Casola Valsenio, il TGMT è passato dai 1742 automezzi del 1980 all’attuale 3504 con un aumento di traffico superiore al 10% ogni cinque anni. Oltretutto, sul traffico totale, vi è un incidenza del 15% dei veicoli pesanti, che sono in aumento. Chiunque percorra più o meno abitualmente questo tratto di strada, prima o poi si imbatte in un ingorgo causato da camion che procedono con lentezza o che si incontrano in sensi opposti in una delle numerose curve insidiose (Riva della botte o ponte a Borgo Rivola tanto per citarne due) e prima o poi assapora la sgradevole sensazione che con questa strada non si va da nessuna parte.
Lo sviluppo non solo di Casola, ma dell’intera Valle del Senio passa attraverso una seria ristrutturazione della SP 306, come ci dice Barzaglia: ”Questo percorso è inadatto per assorbire questa variabilità del traffico che vede sempre più predominante la quota relativa al trasporto commerciale o industriale. Al di là dell’aspetto della sicurezza, bisogna comunque fare in modo che questa strada diventi non più anacronistica, ma al passo coi tempi, che rispecchi la nostra collettività e soprattutto la rispetti”. Oggi, com’è noto, la differenza nei costi di trasporto, più che i consumi e l’usura, la fanno le voci “tempo di percorrenza” e “tempo di attesa” per cui, avere una via d’accesso scadente sotto il profilo della scorrevolezza, penalizza drasticamente lo sviluppo industriale e turistico di una zona che, come quella di Casola, godendo di fondi strutturali e obbiettivi dell’Unione Europea, potrebbe sicuramente essere meta di nuovi investimenti. “Sta in noi, nelle generazioni future” conclude Barzaglia “Mantenere alta l’attenzione su questo problema e dire cosa si può fare”.

COSA SI PUO’ FARE: IPOTESI PER DUE TRATTI CRITICI

Detto del progetto della variante per la Riva della Botte, prendiamo in esame, sempre in riferimento alla tesi di Barzaglia, due zone del percorso Riolo-Casola, particolarmente critiche per la viabilità e la sicurezza.

LA CURVA DI BIANZANO

Procedendo verso Casola, appena superata la chiesa di Valsenio, si incontra la curva di Bianzano, la più pericolosa dell’intero tracciato anche per la tendenza, diffusa tra gli automobilisti, a percorrerla a velocità sostenuta. “Innanzi tutto” rileva Barzaglia “L’andamento planimetrico di questo tratto è caratterizzato da una successione di curve a basso raggio a direzione opposta, senza un appropriato coordinamento plano-altimetrico. In secondo luogo la curva ha una distanza di visibilità bassissima”. Ciò significa che l’utente che si immette nella curva ha un quadro prospettico estremamente limitato il che gli impedisce di percepire un eventuale pericolo in tempo utile (2-2,5 secondi è il tempo di reazione fisiologico) per manovrare. Oltretutto, la presenza di una cunetta in uscita di curva, determina un restringimento del campo visivo del conducente che d’istinto è portato a compiere movimenti bruschi per correggere la traiettoria. Se a ciò aggiungiamo che il rettilineo successivo si restringe effettivamente da 7,9 a 6,6 metri e che presenta un difetto di ricomparsa nel dosso in prossimità del Cardello, si intuisce bene che la situazione complessiva appare abbastanza critica. A questo punto che fare? Sentiamo Massimo: “Un primo intervento dovrebbe essere quello di migliorare la segnaletica della curva, adeguare i limiti di velocità che sono di 90 km/h per chi viaggia in direzione di Casola e anche sostituire l’attuale barriera di protezione con una più sicura, di tipo H1. In seconda battuta si può ipotizzare lo sbancamento della cunetta di destra in modo da aumentare la distanza di visibilità o, ancor meglio, la costruzione di una variante. In questo punto quest’ultima soluzione non comporterebbe problemi tecnici particolari e, credo, neppure oneri finanziari eccessivi”. La soluzione proposta da Barzaglia prevede lo sbancamento della cunetta che preclude la visibilità a chi percorre la curva e la costruzione di un tratto curvilineo a raggio ampio (340 metri) e costante che elimini il vecchio viadotto e raccordi l’inizio della curva di Bianzano con un punto in prossimità della chiesa di Valsenio. In tal modo verrebbe eliminato il problema della distanza di visibilità e dunque il tratto potrebbe essere percorso più velocemente, ma in condizioni di sicurezza sensibilmente maggiori.

L’AGGIRAMENTO DI BORGO RIVOLA

Inutile dilungarsi su quanto sia fastidioso, per chi si muove verso Casola, arrampicarsi sulle curve interne a Borgo Rivola. L’attraversamento del piccolo centro infatti richiede applicazione mentale (anche una piccola distrazione in certi punti può compromettere la sicurezza), perdita di tempo e di comfort nella guida. Dunque l’aggiramento del borgo è una prerogativa irrinunciabile qualora si voglia esaminare l’ipotesi di una ristrutturazione radicale della casolana-riolese. Per questi motivi nella tesi di Barzaglia compare un progetto completo di variante che, partendo dalla curva che precede (per chi si reca a Casola, v. fotografia) il ponte sul rio Raggio va ad innestarsi sulla strada bianca che costeggia il rio stesso per poi riprendere l’attuale tracciato della 306 all’altezza della casa cantoniera, prima del deposito di Lombardi. Un bel progetto, completo di rilievi topografici e geologici, concepito in modo da limitare al minimo i costi di attuazione e di esproprio e che, prima o poi, ci piacerebbe veder realizzato sulla nostra vecchia casolana.
La chiacchierata fatta con Massimo è stata estremamente interessante e, anche se, nostro malgrado, ci siamo dilungati parecchio, non è possibile condensarla bene in due pagine. Per chi volesse saperne di più, l’invito è per il prossimo 27 marzo alle ore 16.30 presso la sala “Luisa Pifferi” del Cardello quando verrà presentata la tesi dell’Ing. Massimo Barzaglia in un convegno organizzato dal Lions Club Valle Senio, dal titolo “Casolana-Riolese, una strada per lo sviluppo della valle del Senio”. Presenti saranno, oltre a Emma Ponzi e Giorgio Sagrini, sindaci rispettivamente di Riolo e Casola, il Dott. Enzo Musconi, presidente del Lions Club, la Prof. Katya Biasuzzi e l’Ing. Prof. Andrea Simone dell’Università di Bologna, il Presidente della provincia Francesco Giangrandi.

Lorenzo Righini
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