Vi è uno strascico del lunghissimo inverno appena trascorso, che allunga la sua ombra minacciosa su questa timida primavera 2006 e che incombe come una spada di Damocle sulle famiglie che vivono nella valle del Senio e nel circondario di Castelbolognese. Tutti se ne sono accorti, ma nessuno dice niente: da mesi non si hanno notizie della bolletta del gas.
Tace la gente, tacciono le istituzioni locali.

Forse perché si confida in una qualche clemenza dell’Hera, forse si pensa che se la bolletta non è arrivata fino ad ora, non arriverà più. Sappiamo tutti fin troppo bene che non sarà così. Il problema, come detto, non riguarda solo Casola, ma tutto il comprensorio imolese, i cui cittadini non ricevono fatture, in alcuni casi da sei mesi. Dopo un inverno così lungo, e a tratti molto freddo, è perfettamente logico che la gente sia seriamente preoccupata dalla prospettiva di ricevere una mazzata sottoforma di bollette che un bel giorno cominceranno ad arrivare in rapida sequenza. Non ci sono scadenze per chi deve inviare le fatture? Di certo ci sono per chi deve pagare.
L’Hera, interpellata più volte privatamente, spiega che il motivo di tale ritardo è dovuto sostanzialmente ad un adeguamento nel sistema di fatturazione, necessario per integrare la struttura imolese con il resto dell’azienda. Detto questo, è perfettamente comprensibile che le procedure di rinnovamento comportino dei ritardi, ma ci sembra che sei mesi siano un po’ troppi. Pensate se un’azienda operante in un mercato realmente concorrenziale si trovasse in un’ en-passe del genere: resterebbe paralizzata. La verità è che i cittadini e, cosa ancor peggiore, le aziende, sono costretti a subire dei monopoli mascherati da privatizzazioni e falso mercato libero. Non a caso l’Europa ha aperto (finalmente) una procedura d’infrazione contro l’Italia per i mancati adempimenti in tale direzione. Non che la responsabilità di questo sia dell’Hera, il discorso della liberalizzazione è ben più ampio è non è l’oggetto di questo articolo.
Nel nostro caso vogliamo sottolineare che, come cittadino che paga un servizio, quello che infastidisce, è essere considerati solo conti correnti. O, peggio, come individui importuni se ci si permette di chiamare il numero verde dell’Hera per avere lumi almeno sui tempi di fatturazione. Ci abbiamo provato e, a seconda del periodo e dell’operatore di turno, ci siamo sentiti dare una delle seguenti risposte:

1. “Non so dirle niente sui tempi… No l’importo non lo riesco a vedere nemmeno io…”
2. Idem come sopra, ma il tono è parecchio irritato

Tempo dopo…
3. “Sì sì, ormai il sistema dovrebbe essere a posto, vedrà che arrivano entro la fine del mese”

Un mese dopo…
4. “Abbiamo fatto la lettura il 7 Marzo, vedrà che la bolletta arriverà entro il 25…No, l’importo non lo riesco a vedere nemmeno io…”

Data l’inutilità delle precedenti si decide di telefonare direttamente alla sede di Bologna.:
5. “Ah poveretti! Siete quelli della zona di Imola!” Senza parole, comunque altra telefonata inconcludente.

Qualche settimana più tardi, come d’incanto:
6. “Ha ragione, no so che dirle…Sì vediamo…Il suo importo di nov-gen è XXX, poi c’è una fattura da pagare, di novembre…” Di novembre!? Peccato che nessuno me l’abbia mai recapitata! Inoltre, a parte il fatto che l’importo è molto basso (ma non è di questo che mi lamento), se fosse veramente stata emessa, sarebbe stata pagata automaticamente dalla banca, come da disposizioni! E se non l’ho pagata, perché, a distanza di mesi, mi viene ancora fornito il servizio? La questione rimane irrisolta.

Poche ore dopo, richiesta di spiegazioni per la disavventura precedente, altro operatore, molto meno gentile:
7. “Come si permette il mio collega di fornirle al telefono importi che noi non vediamo sul computer!”
Ancora!Dopo sei mesi!! La questione è ancora irrisolta, ma qualcosa mi dice che alla fine avrò comunque torto e la dovrò pagare.

Il punto però non è questo: c’è un contratto, c’è un servizio ed è da pagare, è giusto così, niente di strano.
Invece, come detto in precedenza, la cosa che fa imbestialire è l’assoluta mancanza di rispetto verso gli utenti, verso i cittadini e le aziende che giustificano e, coi loro soldi, permettono la tua esistenza di ente. Non una comunicazione recente, non una lettera di spiegazione e, perché no, di scuse per il disagio. Forse qualcuno pensa di fare un favore ai cittadini, non inviando fatture per un po’…
In realtà basta parlare in strada con la gente che deve fare i conti delle spese mensili, per avvertire una forte preoccupazione e, perché no, una certa irritazione nel sentirsi trattata così malamente. Pensiamo che sia ora che le istituzioni locali, nella fattispecie l’Amministrazione comunale, prendano in mano la cosa, sollecitino, s’informino ed informino i cittadini. Non si può far finta di niente. E’ un’esigenza diffusa, reale, sentita e, colpevolmente, manifestata in maniera troppo poco esplicita dai cittadini. Crediamo sia giunto il momento che, riguardo a questo argomento, l’Amministrazione batta un colpo. Se è stato fatto, bene, ci scusiamo e ci informeremo di più. Ma di fatto, ad oggi non ci risulta dell’esistenza di azioni del genere, né risulta a tante persone che magari tacciono, ma privatamente l’auspicano.

L’inverno appena trascorso è stato duro, tutti lo sappiamo fin troppo bene. E’ stato quasi esasperante dal punto di vista atmosferico, rabbioso e inconcludente sul piano politico, un disastro nell’ambito energetico. Ora però abbiamo cambiato l’ora e, per il momento, anche il Governo. Sono arrivate la rondini e le manine (i piumini dell’allergia), speriamo ci mandino le bollette così potremo lasciarcelo (l’inverno) finalmente alle spalle.

Lorenzo Righini
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