“Era una cupa notte di novembre quando vidi il coronamento delle mie fatiche. Con un ansia che assomigliava all’angoscia, raccolsi attorno a me gli strumenti atti ad infondere la scintilla di vita nell’essere inanimato che giaceva ai miei piedi.”
Mary Shelley - Frankenstein
Mary Shelley - Frankenstein
Una mattina di circa due settimane fa, due simpatici giovani che di nome fanno Claudio e Fabio, avevano l’onere e l’onore di incontrare l’imprevedibile Cavaliere Flavio Linguerri, la redazione dello Spekkietto li aveva incaricati di avvicinarlo e di strappargli una rapida intervista riguardante la sua passione sismografica e la notevole onorificenza, Cavaliere appunto, che questa passione gli aveva permesso di ottenere. Consci della difficile impresa i due giovani avevano stilato una attenta serie di questioni da proporre al signor Flavio, domande puntuali e argute che avrebbero posto senza peli sulla lingua. Ma le interviste, e i due se ne accorsero fin dall’inizio, sono cose noiose e pedanti, ripetitive e spesso ordinarie. E proprio per questo motivo, una volta incontrato Flavio, smisero di seguire la scaletta che avevano stilato e cominciarono ad ascoltare liberamente i pensieri del loro intervistato, la cui sensibilità, umana e tecnica, meritava un ascolto senza banali interruzioni.
Innanzitutto è opportuno soffermarsi sull’entità del termine Cavaliere: Flavio Linguerri non è un Cavaliere come il nostro Presidente del Consiglio e nemmeno come Lancillotto, bensì è un Cavaliere della Repubblica Italiana, il che significa che ha ottenuto dallo Stato Italiano un importante riconoscimento per meriti tecnico-intellettuali. Ebbene sì, pochi mesi fa, in quel di Ravenna, la sua esperienza nello studiare e nel rilevare i fenomeni sismici gli ha permesso di guadagnare tale titolo direttamente dalle mani del Prefetto di Ravenna e dal Sindaco del nostro paese.
Ma torniamo ai due giovani intervistatori e al racconto di Flavio. La sua passione per lo studio dei terremoti nasce paradossalmente da una grande paura per questi eventi potenzialmente catastrofici. Il giovane Linguerri aveva una vera e propria fobia di quei sussulti che ogni tanto scuotono le nostre terre e all’età di venti anni ritenne opportuno interpellare due studiosi del faentino, Don Simboni e Raffaele Bendanti, scrivendo loro una lettera nella quale esprimeva tutto il suo timore. Invitato ad incontrarli intraprese con loro un percorso di approfondimento che non solo gli permise di sconfiggere la sua paura, ma anche di divenire un vero e proprio esperto in materia. Nel corso degli anni, grazie alla sua competenza, Flavio è arrivato a costruirsi gli strumenti necessari a rilevare l’intensità e la localizzazione dei terremoti: nel suo misterioso interrato dispone di quattro efficienti sismografi, due a periodo corto (rilevano il fenomeno nel raggio di 100-2000 Km) e due a periodo lungo (rilevano il fenomeno a oltre 20.000 Km di distanza). La puntualità di questa sua attrezzatura gli ha permesso - da oltre un ventennio - di diventare un costante collaboratore della Protezione Civile che richiede la sua assistenza ogni qual volta si verifichi un sisma. Importanti le sue consulenze negli eventi di Gemona e in Irpinia.
L’impressione che i nostri intervistatori hanno avuto è stata fin dall’inizio quella di avere a che fare con una persona particolarmente sensibile. La sua passione è onesta e sincera, totalmente disinteressata al perseguimento di fama e successo scientifico, Flavio ama la ricerca e l’analisi del fenomeno quasi come istinto interiore, come un duello che si protrae da anni contro le sue passate paure. Tutto ciò ha portato Flavio ad essere considerato un personaggio fuori dagli schemi, che nel tempo libero, invece di dedicarsi ad interessi più comuni quali la caccia o il calcio o le carte o la pesca, e chi più ne ha più ne metta, si è trovato invischiato nell’affascinate studio dei terremoti. Ai nostri due giovani ha esplicitamente detto di essersi spesso sentito come uno “scienziato pazzo” in un contesto che sembra svilire questa sua piccola missione. Ma gli “scienziati pazzi” vanno avanti per la loro strada senza particolari questioni e senza dare troppo peso ai giudizi altrui.
Infatti, nel 2000, durante le scosse che ebbero come epicentro la zona del Mugello, la sua esperienza è risultata non solo determinante nel circoscrivere e delineare l’entità del sisma in collaborazione con la Protezione Civile, ma anche nel confortare e sostenere le persone che allarmate chiedevano informazioni: “Passai tre giorni…” ricorda Linguerri “… nei quali ero costantemente attaccato al telefono, ventiquattro ore su ventiquattro… e accumulai così tanta affanno da dover spegnere il cellulare e recarmi dal dottore”.
Ma gli sforzi del Cavaliere possono essere spesso vani. Infatti ad oggi lo studio dei terremoti rileva rigorosamente l’evento nel suo verificarsi, definendone intensità ed epicentro, ma risulta più lacunoso nella fase di previsione, limitando di conseguenza gli sforzi preventivi nei confronti dei fenomeni sismici. E come al solito, anche nella lotta contro i terremoti, si fa quel che si può.
Infine, ai nostri due intervistatori, dopo aver amabilmente riconosciuto il ruolo e l’esperienza del loro concittadino, non restava che ringraziare il caro Linguerri e augurargli un buon lavoro, nella speranza che la sua passione un giorno possa salvarci le natiche in un momento di scosse impreviste. E scusate se è poco.
F.D. e C.D.