La Ferromax srl, la prima ditta industriale insediatasi a Casola 43 anni fa, nel 1962, con il nome di Max Sagesser, ad opera dell’omonimo imprenditore svizzero con la collaborazione del casolano Giovanni Bianconcini, si trasformerà da società manifatturiera a società prettamente commerciale.
Il cambiamento è da attribuirsi più che a difficoltà di mercato e di concorrenza da parte dei produttori dei paesi emergenti orientali (difficoltà che pure esistono e fanno sentire il loro peso) all’orientamento della proprietà di organizzare diversamente la sua presenza in Italia e sul mercato nazionale e internazionale, anche in seguito a mutate condizioni interne maturate negli ultimi tempi.
Il cambiamento è da attribuirsi più che a difficoltà di mercato e di concorrenza da parte dei produttori dei paesi emergenti orientali (difficoltà che pure esistono e fanno sentire il loro peso) all’orientamento della proprietà di organizzare diversamente la sua presenza in Italia e sul mercato nazionale e internazionale, anche in seguito a mutate condizioni interne maturate negli ultimi tempi.
In relazione a ciò la Ferromax alienerà ad un imprenditore del posto i beni immobili attualmente di sua proprietà, riservandosi tuttavia il diritto all’uso di alcuni locali, magazzino ed ufficio, per un certo numero di anni.
La produzione degli articoli in catalogo tuttavia rimarrà in Italia e verrà commissionata a ditte terze, possibilmente locali. D’altra parte già da tempo, anche a seguito delle mutate caratteristiche degli articoli prodotti, una parte della produzione di molti componenti veniva commissionata a ditte terze, particolarmente attrezzate.
La Ferromax continuerà a curare il mercato internazionale e la progettazione ed il design dei nuovi prodotti, mentre cederà ad una ditta italiana la cura del mercato interno.
Questi cambiamenti e la cessazione della produzione diretta dei propri articoli hanno purtroppo comportato il licenziamento di sei dipendenti di cui uno tuttavia già in attesa di pensionamento, avendo maturato gli anni contributivi necessari.
E’ sperabile ed auspicabile che, potendo mantenere la produzione in ambito locale, almeno una parte dei dipendenti possa essere assorbita da ditte del luogo.
Ricordiamo che la Max Sagesser, ora Ferromax srl, azienda leader nella produzione di accessori per il caminetto, iniziò la propria attività in una piccola officina in un locale di proprietà di Giovanni Bianconcini, sito in via Roma all’inizio del paese. Bianconcini, emigrato in Svizzera ed impiegato come operaio presso la ditta “Saegi AG” di Zurigo, all’inizio degli anni sessanta, avendo deciso di rientrare in Italia, propose al proprietario della ditta svizzera presso cui lavorava, il sig. Max Sagesser, di decentrare in Italia parte della sua produzione.
Il sig. Sagesser accettò ed iniziò così la storia di questa fabbrica che rappresentò il primo, e per lungo tempo anche l’unico, esempio di attività industriale presente a Casola.
Nel 1972 la ditta si trasferì nello stabilimento costruito a Valsenio in un terreno allora esclusivamente agricolo, dando così vita al primo insediamento della nostra attuale zona industriale.La direzione della ditta intanto era passata al sig. Elmar Gasser, proveniente da Bolzano.
La produzione allora era quasi esclusivamente costituita da prodotti di ferro battuto quali servizi per caminetti, attaccapanni, porta bottiglie, scaldavivande per la fonduta, porta ombrelli, ecc.La produzione era attuata con metodi artigianali e manuali. Il maglio elettrico fu introdotto solo nel 1976. Gli addetti superarono in certi momenti le 30 unità.
Nel 1974 la direzione dello stabilimento fu affidata al casolano Alessandro Righini che ha assolto l’incarico sino al suo collocamento in pensione nel gennaio del 2003 e che ancora oggi assolve la funzione di procuratore institorio e quella di consulente.
Oltre a Francesco Guidani (Checco), che fu a lungo consulente amministrativo, hanno fatto parte dello staff direttivo in vari periodi successivi i capi officina: Domenico Spada, Araldo Giorgi, Piergiacomo Lasi e, ultimo, Domenico Contoli.Nel 1982 morì il vecchio proprietario sig. Max Andreas Sagesser, e la ditta, dopo una breve gestione congiunta degli eredi, fu interamente acquisita dalla società Saegi AG di Zurigo, il cui azionista di maggioranza è il sig. Peter Jurg Sagesser, figlio maggiore del defunto proprietario.In questa occasione la vecchia ditta personale si trasformò dapprima in Società in accomandita semplice con il nuovo nome di Ferromax sas e poi in Società a responsabilità limitata: Ferromax srl.Il nuovo proprietario, sig. Peter Sagesser, impresse un nuovo indirizzo alla produzione che si orientò sempre più verso prodotti di design, caratterizzati da linee semplici, pulite e rigorose realizzati sia in ferro che in acciaio inox (materiale ora prevalente) che in ottone. Notevole rilevanza poi hanno acquistato alcuni componenti in vetro. Rimane anche la vecchia produzione in ferro battuto ma al momento attuale ha assunto un carattere marginale.
Nella tipologia dei prodotti poi le linee di accessori per il caminetto hanno assunto carattere di assoluta preminenza costituendo l’80% della produzione.
Anche il mercato, a partire degli anni ottanta, si internazionalizzò sempre più estendendosi, oltre naturalmente alla Svizzera, da sempre nazione di riferimento, a tutta l’Europa, Germania in testa e con significative presenze in Medio Oriente, in Asia, e negli Stati Uniti, avendo come riferimento un prodotto destinato ad una clientela di fascia alta, ed una distribuzione basata soprattutto su negozi altamente qualificati e specializzati.
Con il tempo la Ferromax srl con la corrispondente svizzera Saegi AG è diventata una ditta leader nella sua specializzata nicchia di mercato, punto di riferimento e, diciamo eufimisticamente, “di ispirazione” per molte altre ditte concorrenti di tutto il mondo.
Il problema è che la attuale crisi economica nazionale ed internazionale con la conseguente contrazione dei consumi, in questo settore colpisce soprattutto i prodotti di fascia alta, oltre a ciò si è fatta spietata ed agguerritissima la concorrenza di quei paesi produttori dell’estremo oriente che, come è noto, operano in condizioni di assoluto favore, stanti l’assoluta disparità normativa e salariale rispetto all’Europa ed al mondo occidentale in genere.
Naturalmente tutti ci auguriamo che Casola riesca a mantenere, anche se con modalità diverse, la presenza nel suo territorio della produzione e dell’attività commerciale legata al nome di questa storica ditta.
Federica Faziani e Fabio Bittini
La produzione degli articoli in catalogo tuttavia rimarrà in Italia e verrà commissionata a ditte terze, possibilmente locali. D’altra parte già da tempo, anche a seguito delle mutate caratteristiche degli articoli prodotti, una parte della produzione di molti componenti veniva commissionata a ditte terze, particolarmente attrezzate.
La Ferromax continuerà a curare il mercato internazionale e la progettazione ed il design dei nuovi prodotti, mentre cederà ad una ditta italiana la cura del mercato interno.
Questi cambiamenti e la cessazione della produzione diretta dei propri articoli hanno purtroppo comportato il licenziamento di sei dipendenti di cui uno tuttavia già in attesa di pensionamento, avendo maturato gli anni contributivi necessari.
E’ sperabile ed auspicabile che, potendo mantenere la produzione in ambito locale, almeno una parte dei dipendenti possa essere assorbita da ditte del luogo.
Ricordiamo che la Max Sagesser, ora Ferromax srl, azienda leader nella produzione di accessori per il caminetto, iniziò la propria attività in una piccola officina in un locale di proprietà di Giovanni Bianconcini, sito in via Roma all’inizio del paese. Bianconcini, emigrato in Svizzera ed impiegato come operaio presso la ditta “Saegi AG” di Zurigo, all’inizio degli anni sessanta, avendo deciso di rientrare in Italia, propose al proprietario della ditta svizzera presso cui lavorava, il sig. Max Sagesser, di decentrare in Italia parte della sua produzione.
Il sig. Sagesser accettò ed iniziò così la storia di questa fabbrica che rappresentò il primo, e per lungo tempo anche l’unico, esempio di attività industriale presente a Casola.
Nel 1972 la ditta si trasferì nello stabilimento costruito a Valsenio in un terreno allora esclusivamente agricolo, dando così vita al primo insediamento della nostra attuale zona industriale.La direzione della ditta intanto era passata al sig. Elmar Gasser, proveniente da Bolzano.
La produzione allora era quasi esclusivamente costituita da prodotti di ferro battuto quali servizi per caminetti, attaccapanni, porta bottiglie, scaldavivande per la fonduta, porta ombrelli, ecc.La produzione era attuata con metodi artigianali e manuali. Il maglio elettrico fu introdotto solo nel 1976. Gli addetti superarono in certi momenti le 30 unità.
Nel 1974 la direzione dello stabilimento fu affidata al casolano Alessandro Righini che ha assolto l’incarico sino al suo collocamento in pensione nel gennaio del 2003 e che ancora oggi assolve la funzione di procuratore institorio e quella di consulente.
Oltre a Francesco Guidani (Checco), che fu a lungo consulente amministrativo, hanno fatto parte dello staff direttivo in vari periodi successivi i capi officina: Domenico Spada, Araldo Giorgi, Piergiacomo Lasi e, ultimo, Domenico Contoli.Nel 1982 morì il vecchio proprietario sig. Max Andreas Sagesser, e la ditta, dopo una breve gestione congiunta degli eredi, fu interamente acquisita dalla società Saegi AG di Zurigo, il cui azionista di maggioranza è il sig. Peter Jurg Sagesser, figlio maggiore del defunto proprietario.In questa occasione la vecchia ditta personale si trasformò dapprima in Società in accomandita semplice con il nuovo nome di Ferromax sas e poi in Società a responsabilità limitata: Ferromax srl.Il nuovo proprietario, sig. Peter Sagesser, impresse un nuovo indirizzo alla produzione che si orientò sempre più verso prodotti di design, caratterizzati da linee semplici, pulite e rigorose realizzati sia in ferro che in acciaio inox (materiale ora prevalente) che in ottone. Notevole rilevanza poi hanno acquistato alcuni componenti in vetro. Rimane anche la vecchia produzione in ferro battuto ma al momento attuale ha assunto un carattere marginale.
Nella tipologia dei prodotti poi le linee di accessori per il caminetto hanno assunto carattere di assoluta preminenza costituendo l’80% della produzione.
Anche il mercato, a partire degli anni ottanta, si internazionalizzò sempre più estendendosi, oltre naturalmente alla Svizzera, da sempre nazione di riferimento, a tutta l’Europa, Germania in testa e con significative presenze in Medio Oriente, in Asia, e negli Stati Uniti, avendo come riferimento un prodotto destinato ad una clientela di fascia alta, ed una distribuzione basata soprattutto su negozi altamente qualificati e specializzati.
Con il tempo la Ferromax srl con la corrispondente svizzera Saegi AG è diventata una ditta leader nella sua specializzata nicchia di mercato, punto di riferimento e, diciamo eufimisticamente, “di ispirazione” per molte altre ditte concorrenti di tutto il mondo.
Il problema è che la attuale crisi economica nazionale ed internazionale con la conseguente contrazione dei consumi, in questo settore colpisce soprattutto i prodotti di fascia alta, oltre a ciò si è fatta spietata ed agguerritissima la concorrenza di quei paesi produttori dell’estremo oriente che, come è noto, operano in condizioni di assoluto favore, stanti l’assoluta disparità normativa e salariale rispetto all’Europa ed al mondo occidentale in genere.
Naturalmente tutti ci auguriamo che Casola riesca a mantenere, anche se con modalità diverse, la presenza nel suo territorio della produzione e dell’attività commerciale legata al nome di questa storica ditta.
Federica Faziani e Fabio Bittini