Caro Spekkietto,ho deciso di scriverti questa semplice lettera, perché sono sicuro che, almeno tu avrai la pazienza e la voglia di ascoltarmi.
Sai, non so se ricordi, ma quando poco più di un anno fa scoppiò la guerra in Iraq (perché, tengo a ricordare anche ai più sbadati che è di guerra che si tratta e per fortuna stanno cominciando ad accorgersene anche all'O.N.U. - era ora!), in Italia, da bravi amanti del calcio e del bipolarismo, si definirono, nel giro di pochi giorni, due grandi correnti, due grandi squadre: interventisti ed antinterventisti o, per chi preferisce filo-americani ed anti-americani.
Per quanto ognuno facesse di tutto per non essere etichettato in una delle due compagini, alla fine dei giochi non poteva fare a meno di essere risucchiato dai grandi vortici delle masse contendenti. Se, dopo una discussione sugli eventi bellici la tua posizione non risultava né bianca, né nera, per quanto ti sbracciavi ad esporre ed articolare le tue idee, venivi comunque automaticamente designato all'interno di uno dei due 'correntoni&#8221, da parte dell'interlocutore, in particolar modo se dubitava che tu avessi idee diverse dalle sue.
In poche parole, devi sapere caro Spekkietto, che si è voluto (?) dividere l'Italia in due, ed i profili tipici del perfetto cittadino entro cui dovevi rientrare erano all'incirca i seguenti:

INTRVENTISTA: persona piuttosto decisa, che vota solitamente a destra (o centro-destra), convinto capitalista, che stima l'operato dell'attuale presidente del Consiglio, estimatore di Giovanni Paolo II, che non disdegna il TG4, il TG2, i quotidiani 'Libero&#8221, e 'il Giornale&#8221,, che pensa che chi non è concorde con la sua opinione riguardo alla guerra sia un individuo privo di senso critico che si nasconde all'ombra di una bandiera ad arcobaleno.
ANTINTERVENTISTA: persona che nutre solitamente molti dubbi (anche troppi), che vota solitamente a sinistra (o centro-sinistra), non convinto capitalista, che stima per niente l'operato dell'attuale presidente del Consiglio, estimatore di Giovanni Paolo II, che non disdegna il TG3, i Tg-regionali , i quotidiani 'La Repubblica&#8221, e 'Il Corriere della Sera&#8221,, che pensa che chi non è concorde con la sua opinione riguardo alla guerra sia un guerrafondaio egoista privo di senso critico che si nasconde all'ombra di un doppio petto.

'In quel tempo&#8221, (scusami ma non c'è nessun riferimento alla vita di Cristo mi è venuto di così... di getto) era veramente arduo sottrarsi alle discussioni sulla cronaca dal Medio Oriente, ma, soprattutto, era impossibile evitare di essere accusato di parteggiare per una delle due 'grandi squadre&#8221,. Devi sapere che si era talmente inculcata in noi l'idea di appartenere solo ed esclusivamente ad uno dei due grandi schieramenti che, al termine delle discussioni, pur di difendere la propria idea, da una parte ci si rifaceva allo sbarco in Normandia, grazie al quale gli Americani avevano liberato l'Europa dal pericolo nazista, dall'altra si accusavano gli Stati Uniti di non essere questa grande nazione civile perché vige ancora la pena di morte ed il sistema sanitario privilegia solo i ricchi.
In questo turbinìo di parole, di accuse, e spesso anche di qualche vaffa&#8230,, la guerra proseguiva nel suo corso e le persone continuavano a morire... Ora, a distanza di più di un anno, ho la vaga impressione che le molte (forse troppe) discussioni sull'argomento siano state quasi una perdita di tempo che, sommato a quello speso da altri milioni di italiani, risultano essere diversi giorni. Ragionando a mente fredda credo che tutto questo tempo abbia fatto comodo solamente ai contendenti della vera battaglia, perché, mentre l'opinione pubblica si era persa a discutere di una 'partita di calcio&#8221,, loro hanno continuato nella loro azione di guerra e di morte.

Così come è successo in occasione dell'inizio della guerra in Iraq, il giochino si è ripetuto e si sta ripetendo per qualsiasi evento che coinvolge l'opinione pubblica. Sai, uno degli ultimi casi si è verificato successivamente alla liberazione di Simona Pari, Simona Torretta e i loro compagni iracheni. Sembrava quasi che gli organi di stampa, i media, nonché la classe politica, non aspettassero altro che il ritorno delle due ragazze per strumentalizzare, sia da destra che da sinistra, ogni parola detta, il vestito che indossavano, il colore dei capelli, le loro espressioni, il modo di salutare e chi più ne ha più ne metta.
Scusa se mi ripeto, caro Spekkietto, ma a me sembra di aver percepito in tutto questo 'ambarandam&#8221, l'ennesimo caso in cui si è preferito utilizzare un episodio come pretesto per fomentare scontri politici di basso livello, che rispecchiano la profonda crisi delle ideologie che caratterizza attualmente le formazioni politiche.
Purtroppo ho una strana sensazione, e cioè che nell'ambito dell'informazione, che rappresenta il principale canale diretto con quanto succede nel mondo, tutto venga trattato allo stesso modo, ovvero in pieno stile gossip-novella 2000, tanto per capirci, pensa che fa più clamore il parrucchino del nostro Presidente del Consiglio, che le leggi sull'ennesimo condono edilizio in fase di approvazione da parte del nostro Parlamento!
Su tutto questo mi piacerebbe essere decisamente smentito! Ringrazio fin d'ora.


P.S.: So che quanto appena scritto non dice niente di nuovo, sono discorsi triti e ritriti, ma questa lettera l' ho voluta esplicitamente scrivere a te perché anche tu sei uno strumento di informazione ma, al contrario dei grandi media, so che mi ascolterai, perché non ti interessa classificare le persone secondo due colori per avere sotto il tuo controllo l'opinione pubblica. Ho voluto scegliere te perché il mio desiderio è quello di un 'italiano medio&#8221, che vuole condividere questo disagio, dovuto ad una sensazione di impotenza di fronte a ciò che ogni giorno succede e al vuoto che lo circonda! Penso che parlare, confrontarsi e condividere opinioni intrise di sfumature di grigio sia l'unica arma che ancora possediamo per tener viva in noi la capacità di essere critici di fronte alle grandi questioni ed evitare di creare due fazioni contendenti - o con noi o contro di noi!

Tiziano Righini
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