Chissà se Cristoforo Colombo sarebbe partito lo stesso se, al posto delle caravelle, avesse trovato delle zattere...?
Avete presente quella pubblicità dove si dice che occorrono i mezzi giusti in tutte le situazioni?
Io non ci credo, penso invece che... sì ... sarebbe andato comunque, perché quando si ha voglia di partire, basta un qualsiasi pretesto per andare altrove.
Avete presente quella pubblicità dove si dice che occorrono i mezzi giusti in tutte le situazioni?
Io non ci credo, penso invece che... sì ... sarebbe andato comunque, perché quando si ha voglia di partire, basta un qualsiasi pretesto per andare altrove.
Molti di noi vivono un'intera vita entro confini delimitati e si accontentano di posare lo sguardo sempre sullo stesso orizzonte, alcuni, invece, sentono più forte la spinta per oltrepassare quei limiti.
Sarà lo spirito di avventura, il bisogno di conoscersi e di conoscere, o la voglia di immaginarsi altro... non lo so.
Credo che in questo caso tutto sia nato da una vasca da bagno.
Buffo no? Eppure a volte un semplice oggetto, magari dimenticato da tutti, fa partire la nostra immaginazione e in un lampo s'accende un'idea.
Quella vecchia vasca da bagno, comprata a rate per 800 delle vecchie lire, divenne per Biagio la possibilità di sentirsi come uno di quegli eroi temerari che i bambini immaginano di essere durante i loro giochi.
La vasca diventò così l'imbarcazione ideale con la quale traghettare il proprio sogno: intraprendere la discesa del fiume.
Così, carico di quell'entusiasmo che solo i bambini sanno provare, Biagio salpò dal 'Palgo Freddo' con la sua vasca, solcando la corrente vigorosa del Senio.
Il viaggio, purtroppo, durò poco.
L'intero equipaggio (c'erano anche mamma e fratello a bordo) vide naufragare ogni speranza nei pressi del Mulino di Tozzi, dove la nave affondò.
Ma le idee, o forse è meglio dire i sogni, non naufragano mai nella nostra mente, si depositano sul fondo della memoria, ma continuano a brillare.
Sono lampi di fiammella, cerini che bruciano nel vento e restano accesi, nonostante il peso del tempo.
Forse perché rappresentano una delle poche possibilità di ingannare la vita, riempiendo il cuore di nuvole, di cielo... e in questo caso anche di acqua!
Il sogno di scendere il fiume è sempre rimasto lì, finché, un giorno, ha avuto la fortuna di realizzarsi. E ciò grazie a Roberto Rinaldi Ceroni che da tempo si occupa di tutela dell'ambiente e si interessa alle tematiche che riguardano il nostro territorio.
Roberto aveva l'esigenza di valutare la salubrità delle acque del fiume, perché allora non unire l'utile al dilettevole?
Con il patrocinio della Sezione Provinciale di Ravenna di ARPA, la collaborazione dell'Ufficio Parchi della Provincia di Ravenna, di Geolab, della Società Spereologica Saknussen, con il contributo dei comuni di Casola Valsenio e Palazzuolo sul Senio, furono studiati i dettagli dell'impresa.
Biagio avrebbe percorso tutto il viaggio in kayak, effettuando i dovuti rilevamenti con un apposito strumento.
L'impresa sarebbe stata documentata da un filmato a cura di Alessandro Lanzoni.
Dopo i dovuti preparativi, l'intera troupe, composta dai protagonisti e relative famiglie più amici vari, partì in una fredda e bella domenica di maggio, alla volta delle sorgenti del Senio.
Da lì è cominciato tutto il viaggio.
Ma c'è qualcun altro che vuole raccontare la sua versione dei fatti.
-----------------------
- Sono Nino, l'airone cenerino e scrivo alla redazione dello Spekkietto per lamentarmi di una situazione davvero intollerabile, verificatasi nel maggio 2004.
Sto parlando di veri e propri 'attentati' contro l'ambiente e contro di noi, poveri animali che lo abitiamo.
Sono nato qui, in questa splendida vallata del fiume Senio e da tempo ormai ho la fortuna di vivere vicino alle sponde del fiume, dove ho costruito il mio nido e dove trovo il cibo.
Non ho difficoltà ad ammettere che la scelta di vivere e nidificare qui, dipenda anche dalla possibilità di trovare acqua e aria pulite, ed un ambiente ancora pressoché incontaminato.
Per questo sono rimasto veramente esterrefatto quella domenica di maggio.
Era un bellissimo giorno, e anche se la temperatura era piuttosto bassa, decisi di sorvolare la zona sopra Piedimonte per potermi tuffare a piene ali nella luce,
Sole, silenzio, aria di primavera... Preludio di una giornata felice, no?
Ops!... Che sono ''sti schiamazzi'?!
Viro e volo più a bassa quota per verificare di persona (pardon, di uccello) e così vedo una banda schiamazzante di uomini, donne e bambini serpeggiare lungo i sentieri più scoscesi, armata di 'bagagli' molto particolari...
'E mi signor! 'za zuzedle?'
Tenendomi sempre al sicuro da sguardi curiosi, decisi di indagare.
Sembrava una comitiva alquanto bizzarra e anche se pareva si divertissero un mondo, ero assai insospettito...
Che volevano?
Perché erano venuti fin lassù?
Quali erano le loro intenzioni?
Li seguii e dopo ore di cammino giunsero alle sorgenti del fiume.
Fu lì che incominciarono ad armeggiare per 'inquadrare' e 'riprendere' uno strano tipo che camminava lungo il rigagnolo e lo discendeva seguito da quella truppa variopinta e rumorosa.
Allertai i miei compagni: questa era una vera e propria occupazione di territorio!
Neanche quassù si poteva più stare tranquilli?
Ci appostammo in postazioni strategiche per seguire l'andamento di quella bizzarra 'armata Brancaleone', assai infastiditi per le urla, i richiami, le voci e le risate.
Quando il fiume incominciò ad ingrossarsi, scorrendo e balzando sui dislivelli del terreno, quello strano 'elemento', probabilmente 'il capo', cominciò a discenderlo prima con le corde, nei punti più ripidi, e sulle cascate... e poi...e poi...
Allora, non so se potrete capire il mio disdegno e la mia atavica diffidenza verso quelli che non sanno volare e al posto delle piume hanno il corpo coperto di peli.
Questo tipo barbuto capeggiava una tribù che non prometteva niente di buono.
Li sentivo nei loro dialoghi e anche se capivo poco, sapevo che era innaturale quel loro comportamento.
Come potevano sentirsi a casa loro?
Ammiravano gli alberi, le rocce, le acque del fiume che qui, effettivamente sono ancora assai pulite.
Li udivo fare considerazioni sulla bellezza della natura e scattare foto click... clack... cik...ciak!
Ma questa non è roba vostra!
Millantatori da due soldi!
Presto però ho compreso il loro intento: dovevano girare un filmato!
Allora, dico io, ci vorranno pure dei permessi per poter prendere iniziative di questo tipo!
Spaventare così delle povere bestie (alcune hanno emigrato verso Marradi)
Un po' di rispetto ci vuole, o no?
Ci siamo sentiti minacciati e defraudati dei luoghi che amiamo tanto!
Comunque sia io e i miei abbiamo continuato ad osservare le loro 'operazioni', perché fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!
Dunque, a onor del vero, lo spettacolo ci ha pure divertito, perché noi siamo abituati alle bellezze naturali, ma era spassoso vedere le loro imprese.
Quel tizio..'Biagio', lo chiamavano così, a un certo punto ha portato sull'acqua una specie di piccola imbarcazione con un buco al centro, dove lui ha infilato le gambe e poi ci si è seduto dentro.
Quindi ha incominciato a 'pagaiare' come un dannato, a volte 'raspava' tra i sassi e la melma, perché di acqua ce n'era poca in certi punti.
E tutti gli altri si beavano di questo suo affannarsi e stavano ore ad aspettarlo nei punti dov'era possibile sostare e usare le cineprese.
Cosa ci trovassero di così entusiasmante non l'ho proprio capito!
La smania di diventar famosi ha contagiato proprio tutti, forse era un reality show, giuro che l'ho pensato!
Insomma, per giorni ho seguito la troupe e ormai mi ero abituato ai loro schiamazzi.
Anzi, se non li vedevo arrivare, mi preoccupavo!.
L'impresa è durata diverse giornate.
Ogni tanto erano previste delle riprese anche nei luoghi in cui il fiume incontra le case degli uomini e spesso c'era qualcuno che indossava strani costumi colorati facendo interviste con un microfono finto.
Una volta l'intervistatrice è anche caduta in acqua, proprio dov'era più profonda e marrone, sul Reno! Cosa non si fa per la notorietà!
Beh, devo dire che non credevo che 'sto Biagio ce l'avrebbe fatta.
Scendere il fiume evitando mille ostacoli, lottare con i sassi e i rami caduti lungo gli argini, insomma, non deve essere stato facile!
Qualche volta 'misuravano' le acque con un piccolo sensore per studiarne le caratteristiche e valutare la salute del fiume.
Questo è uno degli scopi per cui è nato questo progetto, almeno così mi ha detto una nutria mia amica che li ha sentiti parlare.
Vista l'importanza dell'obiettivo non sporgerò denuncia, ma mi lamenterò solo per i rumori molesti.
Comunque ci tenevo a far conoscere a tutti il mio modesto punto di vista, quello di un airone cenerino che è stato testimone oculare dell'evento.
Ora, io so che il video che hanno prodotto è stato apprezzato da molti e documenta il viaggio di quel 'Biagio' fino al Reno e poi giù fino al mare.
Se vedrete il video, noterete anche me, perché mi hanno voluto inserire mentre volo, quale esemplare della fauna fluviale.
Non che mi dispiaccia, perché faccio un figurone!
Ma credevo di non essere stato notato da nessuno!
Se a qualcun altro verrà in mente di fare la discesa, magari con un transatlantico o che so io, è pregato di avvisare tramite la redazione de Lo Spekkietto, perché in tal caso emigrerò, ma non verso Marradi, volerò in un luogo dove a nessuno vengano in mente idee balzane (...forse!).
Paola Pozzi
Sarà lo spirito di avventura, il bisogno di conoscersi e di conoscere, o la voglia di immaginarsi altro... non lo so.
Credo che in questo caso tutto sia nato da una vasca da bagno.
Buffo no? Eppure a volte un semplice oggetto, magari dimenticato da tutti, fa partire la nostra immaginazione e in un lampo s'accende un'idea.
Quella vecchia vasca da bagno, comprata a rate per 800 delle vecchie lire, divenne per Biagio la possibilità di sentirsi come uno di quegli eroi temerari che i bambini immaginano di essere durante i loro giochi.
La vasca diventò così l'imbarcazione ideale con la quale traghettare il proprio sogno: intraprendere la discesa del fiume.
Così, carico di quell'entusiasmo che solo i bambini sanno provare, Biagio salpò dal 'Palgo Freddo' con la sua vasca, solcando la corrente vigorosa del Senio.
Il viaggio, purtroppo, durò poco.
L'intero equipaggio (c'erano anche mamma e fratello a bordo) vide naufragare ogni speranza nei pressi del Mulino di Tozzi, dove la nave affondò.
Ma le idee, o forse è meglio dire i sogni, non naufragano mai nella nostra mente, si depositano sul fondo della memoria, ma continuano a brillare.
Sono lampi di fiammella, cerini che bruciano nel vento e restano accesi, nonostante il peso del tempo.
Forse perché rappresentano una delle poche possibilità di ingannare la vita, riempiendo il cuore di nuvole, di cielo... e in questo caso anche di acqua!
Il sogno di scendere il fiume è sempre rimasto lì, finché, un giorno, ha avuto la fortuna di realizzarsi. E ciò grazie a Roberto Rinaldi Ceroni che da tempo si occupa di tutela dell'ambiente e si interessa alle tematiche che riguardano il nostro territorio.
Roberto aveva l'esigenza di valutare la salubrità delle acque del fiume, perché allora non unire l'utile al dilettevole?
Con il patrocinio della Sezione Provinciale di Ravenna di ARPA, la collaborazione dell'Ufficio Parchi della Provincia di Ravenna, di Geolab, della Società Spereologica Saknussen, con il contributo dei comuni di Casola Valsenio e Palazzuolo sul Senio, furono studiati i dettagli dell'impresa.
Biagio avrebbe percorso tutto il viaggio in kayak, effettuando i dovuti rilevamenti con un apposito strumento.
L'impresa sarebbe stata documentata da un filmato a cura di Alessandro Lanzoni.
Dopo i dovuti preparativi, l'intera troupe, composta dai protagonisti e relative famiglie più amici vari, partì in una fredda e bella domenica di maggio, alla volta delle sorgenti del Senio.
Da lì è cominciato tutto il viaggio.
Ma c'è qualcun altro che vuole raccontare la sua versione dei fatti.
-----------------------
- Sono Nino, l'airone cenerino e scrivo alla redazione dello Spekkietto per lamentarmi di una situazione davvero intollerabile, verificatasi nel maggio 2004.
Sto parlando di veri e propri 'attentati' contro l'ambiente e contro di noi, poveri animali che lo abitiamo.
Sono nato qui, in questa splendida vallata del fiume Senio e da tempo ormai ho la fortuna di vivere vicino alle sponde del fiume, dove ho costruito il mio nido e dove trovo il cibo.
Non ho difficoltà ad ammettere che la scelta di vivere e nidificare qui, dipenda anche dalla possibilità di trovare acqua e aria pulite, ed un ambiente ancora pressoché incontaminato.
Per questo sono rimasto veramente esterrefatto quella domenica di maggio.
Era un bellissimo giorno, e anche se la temperatura era piuttosto bassa, decisi di sorvolare la zona sopra Piedimonte per potermi tuffare a piene ali nella luce,
Sole, silenzio, aria di primavera... Preludio di una giornata felice, no?
Ops!... Che sono ''sti schiamazzi'?!
Viro e volo più a bassa quota per verificare di persona (pardon, di uccello) e così vedo una banda schiamazzante di uomini, donne e bambini serpeggiare lungo i sentieri più scoscesi, armata di 'bagagli' molto particolari...
'E mi signor! 'za zuzedle?'
Tenendomi sempre al sicuro da sguardi curiosi, decisi di indagare.
Sembrava una comitiva alquanto bizzarra e anche se pareva si divertissero un mondo, ero assai insospettito...
Che volevano?
Perché erano venuti fin lassù?
Quali erano le loro intenzioni?
Li seguii e dopo ore di cammino giunsero alle sorgenti del fiume.
Fu lì che incominciarono ad armeggiare per 'inquadrare' e 'riprendere' uno strano tipo che camminava lungo il rigagnolo e lo discendeva seguito da quella truppa variopinta e rumorosa.
Allertai i miei compagni: questa era una vera e propria occupazione di territorio!
Neanche quassù si poteva più stare tranquilli?
Ci appostammo in postazioni strategiche per seguire l'andamento di quella bizzarra 'armata Brancaleone', assai infastiditi per le urla, i richiami, le voci e le risate.
Quando il fiume incominciò ad ingrossarsi, scorrendo e balzando sui dislivelli del terreno, quello strano 'elemento', probabilmente 'il capo', cominciò a discenderlo prima con le corde, nei punti più ripidi, e sulle cascate... e poi...e poi...
Allora, non so se potrete capire il mio disdegno e la mia atavica diffidenza verso quelli che non sanno volare e al posto delle piume hanno il corpo coperto di peli.
Questo tipo barbuto capeggiava una tribù che non prometteva niente di buono.
Li sentivo nei loro dialoghi e anche se capivo poco, sapevo che era innaturale quel loro comportamento.
Come potevano sentirsi a casa loro?
Ammiravano gli alberi, le rocce, le acque del fiume che qui, effettivamente sono ancora assai pulite.
Li udivo fare considerazioni sulla bellezza della natura e scattare foto click... clack... cik...ciak!
Ma questa non è roba vostra!
Millantatori da due soldi!
Presto però ho compreso il loro intento: dovevano girare un filmato!
Allora, dico io, ci vorranno pure dei permessi per poter prendere iniziative di questo tipo!
Spaventare così delle povere bestie (alcune hanno emigrato verso Marradi)
Un po' di rispetto ci vuole, o no?
Ci siamo sentiti minacciati e defraudati dei luoghi che amiamo tanto!
Comunque sia io e i miei abbiamo continuato ad osservare le loro 'operazioni', perché fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!
Dunque, a onor del vero, lo spettacolo ci ha pure divertito, perché noi siamo abituati alle bellezze naturali, ma era spassoso vedere le loro imprese.
Quel tizio..'Biagio', lo chiamavano così, a un certo punto ha portato sull'acqua una specie di piccola imbarcazione con un buco al centro, dove lui ha infilato le gambe e poi ci si è seduto dentro.
Quindi ha incominciato a 'pagaiare' come un dannato, a volte 'raspava' tra i sassi e la melma, perché di acqua ce n'era poca in certi punti.
E tutti gli altri si beavano di questo suo affannarsi e stavano ore ad aspettarlo nei punti dov'era possibile sostare e usare le cineprese.
Cosa ci trovassero di così entusiasmante non l'ho proprio capito!
La smania di diventar famosi ha contagiato proprio tutti, forse era un reality show, giuro che l'ho pensato!
Insomma, per giorni ho seguito la troupe e ormai mi ero abituato ai loro schiamazzi.
Anzi, se non li vedevo arrivare, mi preoccupavo!.
L'impresa è durata diverse giornate.
Ogni tanto erano previste delle riprese anche nei luoghi in cui il fiume incontra le case degli uomini e spesso c'era qualcuno che indossava strani costumi colorati facendo interviste con un microfono finto.
Una volta l'intervistatrice è anche caduta in acqua, proprio dov'era più profonda e marrone, sul Reno! Cosa non si fa per la notorietà!
Beh, devo dire che non credevo che 'sto Biagio ce l'avrebbe fatta.
Scendere il fiume evitando mille ostacoli, lottare con i sassi e i rami caduti lungo gli argini, insomma, non deve essere stato facile!
Qualche volta 'misuravano' le acque con un piccolo sensore per studiarne le caratteristiche e valutare la salute del fiume.
Questo è uno degli scopi per cui è nato questo progetto, almeno così mi ha detto una nutria mia amica che li ha sentiti parlare.
Vista l'importanza dell'obiettivo non sporgerò denuncia, ma mi lamenterò solo per i rumori molesti.
Comunque ci tenevo a far conoscere a tutti il mio modesto punto di vista, quello di un airone cenerino che è stato testimone oculare dell'evento.
Ora, io so che il video che hanno prodotto è stato apprezzato da molti e documenta il viaggio di quel 'Biagio' fino al Reno e poi giù fino al mare.
Se vedrete il video, noterete anche me, perché mi hanno voluto inserire mentre volo, quale esemplare della fauna fluviale.
Non che mi dispiaccia, perché faccio un figurone!
Ma credevo di non essere stato notato da nessuno!
Se a qualcun altro verrà in mente di fare la discesa, magari con un transatlantico o che so io, è pregato di avvisare tramite la redazione de Lo Spekkietto, perché in tal caso emigrerò, ma non verso Marradi, volerò in un luogo dove a nessuno vengano in mente idee balzane (...forse!).
Paola Pozzi