Ho scoperto quasi per caso, grazie a un post su Facebook, l’esistenza di un rifugio per cani a Casola Valsenio. Da amante degli animali ho subito deciso di approfondire la cosa, mettendomi in contatto con Lia Laghi, la ragazza che ha dato vita a questa realtà, la quale si è fin da subito mostrata disponibile e interessata a rispondere alle mie domande e a farmi visitare personalmente casa sua.

Vado a trovarla in un pomeriggio nebbioso di dicembre, ma non appena arrivo al rifugio“Save Soul”, situato in via 1° Maggio 11 (podere Tufo), vengo accolta dal suo caloroso sorriso e dall’abbaio festoso di Cris, uno degli ospiti del rifugio.

Lia è nata e cresciuta a Ravenna, anche se ha origini casolane, in quanto la bisnonna nacque proprio nel nostro paese. In passato ha lavorato come impiegata in una grande azienda, fino a quando questa professione ha cominciato a starle stretta. Ha così deciso di cambiare vita, dedicandosi alla sua più grande passione: i cani. Ha perciò intrapreso un percorso che l’ha portata a diventare educatrice cinofila e ha cominciato a studiare etologia (la scienza che studia il comportamento animale) secondo un approccio relazionale comparato, che analizza le interazioni e il profondo legame che si instaura tra uomo e animale. Si tratta di conoscere a fondo la natura dell’animale, rispettando le sue specificità ed instaurando così un rapporto empatico e profondo. Il suo motto è “CONOSCERE, COMUNICARE, CONDIVIDERE”: solo conoscendo le differenze comportamentali e relazionali tra uomo e animale è possibile imparare a comunicare e a condividere linguaggi ed esperienze.

A seguito di questo percorso formativo ha cominciato a lavorare a svariati progetti sociali, portando in giro per l’Italia le sue esperienze e promuovendo la vera conoscenza del cane, del suo modo di esprimersi e delle sue esigenze.

Nel 2018 ha intrapreso un cammino in Portogallo assieme alla sua cagnolina, dal quale è nato il documentario “My soul paws in cammino con Gioia” (che potete trovare su Youtube), il quale ha vinto diversi premi ed è entrato a far parte dell’archivio digitale della Biblioteca Comunale di Villa Trabia. Questa esperienza l’ha fatta profondamente innamorare del Portogallo, in quanto qui ha potuto respirare un’atmosfera di profonda empatia con gli animali e con la natura, tanto che ha pensato addirittura di trasferirsi e di creare il suo rifugio là. Ma quando ormai tutto era pronto per la partenza, il Covid ha stravolto i suoi piani: viaggiare in tempo di emergenza pandemica era assai difficile, pertanto Lia ha deciso di cercare qua in Italia un luogo adatto a diventare la sede per questo suo progetto. Dopo lunghe ricerche, si è finalmente imbattuta in questa proprietà, situata a Casola Valsenio, ed è così che nel marzo del 2021 è nato il Rifugio Empatico “Save Soul”.

Il nome del rifugio è rappresentativo dell’attività svolta da Lia: “Save Soul” significa “salvare l’anima”, ed è proprio questo ciò di cui si occupa: ricomporre i pezzi di anime spezzate, riabilitare cani maltrattati, che hanno perso la fiducia nell’uomo e che reagiscono alla vita con aggressività o passività, restituendogli la gioia dell’essere cani e dandogli la possibilità di trovare una casa e una famiglia che li ami per la vita.

Appena arrivo, mi presenta tutti i cani che abitano al rifugio: quattro di questi sono di sua proprietà, ma provengono anch’essi da canili e da situazioni di disagio. Si chiamano Gioia, Mariola, Soul e Mate, e mi accolgono scodinzolando e correndo, contente di avere ospiti con cui giocare. Lia mi porta poi a vedere i vari recinti dei cani che accoglie per i percorsi di riabilitazione. Lia conosce da oltre 20 anni il mondo del volontariato e collabora con i canili di tutta Italia. I cani che ospita vengono proprio da qui: i casi più “difficili” vengono dirottati a lei, in modo che possa offrirgli una seconda possibilità. Mi racconta le storie dei cani che sono ospiti del rifugio, e di quelli che sono passati da lì negli ultimi mesi. Mi si accappona la pelle a sentire le sue parole, e gli occhi si inumidiscono pensando alla crudeltà di cui è capace l’essere umano, crudeltà che senza alcun motivo viene riversata su esseri indifesi, che sono anzi capaci di donarci amore incondizionato. Desidero raccontare anche a voi lettori le storie di questi cani, in modo che possiate capire da quali drammatiche situazioni provengono, e soprattutto capire l’immenso lavoro che Lia svolge per dar loro una seconda chance.

RAMBO è uno splendido rottweiler, cane di proprietà acquistato da un allevamento. A soli 8 mesi di vita viene investito da un’auto; questo incidente gli causa la lesione di tre vertebre e quindi la paresi delle zampe posteriori. Nel momento della diagnosi, il proprietario chiede al veterinario di sopprimere il cucciolo, come se la sua disabilità lo rendesse “inutile”, e per questo non degno di continuare a vivere. Fortunatamente il medico si rifiuta di procedere e contatta una volontaria, amica di Lia. Grazie ad una raccolta fondi Rambo viene operato e trasferito al rifugio “Save Soul”. La sua disabilità non è però scomparsa nonostante l’intervento, quindi con Lia inizia un percorso psico-fisico e relazionale. Oggi Rambo ha trovato casa. Vive a Lourdes con una splendida famiglia che lo ama, nonostante la sua disabilità. Quando ha lasciato il rifugio, riusciva nuovamente a reggersi su tutte e quattro le zampe.

LOLA è una meticcia trovata nel bidone della spazzatura dell’ospedale di Napoli a soli 40 giorni di vita. All’età di nove mesi arriva al Rifugio, e grazie a Lia trova adozione a Bologna.

MIRTILLO è un barboncino che ha subito maltrattamenti ed ha vissuto legato ad una catena. Quando arriva al Rifugio manifesta episodi di aggressività, attaccando perfino Lia. Viene visitato e sottoposto ad esami specifici, che mostrano come questa aggressività derivi da una lesione del Sistema Nervoso, causata dai maltrattamenti subiti. Mirtillo è un cane dolcissimo, ma la violenza dell’uomo ha fatto sì che egli manifestasse questi episodi di aggressività, che gli impediscono oggi di stare a stretto contatto con l’uomo e con altri cani. Dopo un periodo trascorso assieme a Lia, Mirtillo è stato accolto all’interno di un’oasi bellissima, nella quale splendide volontarie si prendono cura di lui. Vive tuttavia in un recinto isolato dagli altri cani, in modo tale da non costituire un pericolo per nessuno. È insomma costretto a vivere una vita solitaria a causa dalle violenze che l’uomo gli ha inflitto.

ZOE è una cagnolona di 5 anni, di taglia grande, il classico gigante buono. Proviene da Avellino, anche se ha trascorso un lungo periodo in stallo a Trento. Dopo aver girato mezza Italia, approda al Rifugio “Save Soul”. Di Zoe vedo solo il recinto e la cuccia. Lei è nascosta al suo interno, ed è talmente spaventata dall’uomo che non esce mai in presenza di qualcuno. Chissà quali atrocità ha subito… con lei, Lia utilizza l’aromaterapia, molto utile per calmare i cani più spaventati, e le si avvicina gradualmente, con approcci non invasivi, lasciandole il tempo per riacquistare fiducia. Piano piano Zoe imparerà che non deve più avere paura, capirà che ora si trova finalmente in un posto sicuro, ma vi assicuro che mi si spezza il cuore sapendo quanta paura e quanta sofferenza ha vissuto e vive tutt’ora.

CRIS, il bellissimo labrador che mi ha accolta al mio arrivo con il suo abbaio, ha 11 anni e arriva da Reggio Calabria. È stato sequestrato dalle forze dell’ordine in quanto il suo proprietario lo utilizzava come pungiball. Entra così in canile, e per ben tre volte viene adottato e poi riportato indietro, a causa della sua aggressività. Dopo sei mesi al Rifugio, Cris è un cane nuovo, rinato. Non ha più ringhiato o mostrato segni di aggressività, la quale altro non era che un sintomo dei segni indelebili che il suo passato aveva lasciato nella sua anima. Ora è un cane dolce e affettuoso, che non appena mi vede inizia a scodinzolare e mi mostra una pallina, il suo gioco preferito.

Lia mi spiega che la riabilitazione di questi cani è possibile grazie all’ambiente naturale nel quale è immerso il rifugio, il quale dona tranquillità e permette a tutti gli ospiti di riacquistare fiducia nell’uomo all’interno di un ambiente calmo e non  caotico. Questo permetterà loro di avere una seconda possibilità e di trovare finalmente una famiglia: un cane aggressivo o intimorito difficilmente verrà scelto dalle persone che si recano in canile per adottare un cane. Lia realizza quindi questo progetto di riabilitazione sugli ospiti del Rifugio prima di mandarli in adozione, progetto che lei definisce come una “cura della loro anima”.

Il lavoro di Lia però non si ferma qui. Sta lavorando alla scrittura di storie per bambini, in quanto ritiene che sia fondamentale sensibilizzare fin dalla prima infanzia al rispetto e all’amore per ogni essere vivente. «Raccoglierò le storie dei cani che ho aiutato trasfrmandole in racconti per bambini, in modo tale che possano conoscere la loro storia e la loro rinascita» dice.

“Save Soul”, oltre ad essere un rifugio, è anche un’associazione sportiva, pertanto vengono realizzati percorsi di agility, obedience, dog trekking (nei bellissimi percorsi naturalistici che caratterizzano il nostro territorio), yoga dog e dog house (per lasciare il proprio amico a quattro zampe in un posto sicuro durante le vacanze e contrastare così il terribile fenomeno dell’abbandono). È possibile sostenere l’associazione tesserandosi, per un costo annuale di 25 euro. Tutti i tesserati avranno la possibilità di partecipare agli eventi ludico-ricreativi e formativi organizzati da Lia.

La particolarità con la quale Lia realizza tali progetti e percorsi con i nostri amici a quattro zampe è la cosiddetta “educazione senza biscotto”. Vediamo spesso cani-marionette, addestrati a fare percorsi ad ostacoli in cambio di un biscotto o di un croccantino. E sono ben felice di sapere che Lia si discosta totalmente da questo approccio meccanico e lontano dalla natura del cane. Lia spiega che «il cibo per il cane significa sopravvivenza, pertanto il biscotto fa immediatamente scattare l’istinto e il cane, in cambio di cibo, fa praticamente tutto ciò che gli chiediamo. Ma questo per me significa ridicolizzare l’animale… il nostro rapporto con lui deve andare oltre, deve fondarsi su una relazione autentica ed empatica. Quando chiedo ai miei cani di fare qualcosa, loro rispondono al comando in virtù della relazione che abbiamo instaurato, per complicità e reciproca collaborazione, non con il solo fine di ottenere un premio. Io utilizzo il cibo solamente nella fascia d’età 3-5 mesi, in quanto in questo periodo il cucciolo sviluppa la cosiddetta mappa olfattiva: non c’è ancora apprendimento cognitivo, e il cane si trova in una fase di esplorazione olfattiva, che gli consente di costruirsi la sua rappresentazione del mondo. È quindi importante fargli scoprire odori nuovi e diversi, pertanto in questa fase anche io utilizzo biscotti, carote, mele, ecc. Ma superato questo periodo, lavoro unicamente su una relazione di complicità

A febbraio uscirà inoltre il suo libro, intitolato “La favola di Lola”, in memoria del cane che ha cambiato la sua vita e che l’ha spinta ad intraprendere questo percorso. Sarò felice, in occasione dell’uscita del libro, di intervistare nuovamente Lia, chiedendole di parlarci più a fondo del suo racconto.

Al termine del nostro pomeriggio assieme, ringrazio Lia per avermi permesso di visitare il suo Rifugio e conoscere i suoi cani, i quali nel frattempo si azzuffano tra loro per accaparrarsi le mie coccole. Mi complimento con lei per il suo progetto, in quanto ritengo che il lavoro che svolge per rimettere assieme i pezzi di questi cani soli e arrabbiati, che hanno sperimentato sofferenza, fame e violenza, sia quanto di più nobile ci possa essere. Le chiedo come i lettori del nostro giornale e l’intera comunità casolana possano esserle d’aiuto: «qualsiasi forma di aiuto è ben accetta! Poco tempo fa ho ricevuto delle bellissime coperte, realizzate dagli ospiti della Casa Residenza Anzani di Casola Valsenio… è stato un gesto bellissimo, che mi ha commossa molto! Chiunque volesse fornirmi un aiuto concreto, dandomi una mano in termini di volontariato o lavoro pratico (costruire, imbiancare, tagliare legna e così via) è il benvenuto! Accetto volentieri anche cibo per i miei cani, di qualsiasi tipo: non solo mangimi, ma anche verdure o altri alimenti. In questo momento avrei in particolare la necessità di casette di legno da inserire nei vari recinti. Se qualcuno ne ha in eccedenza, o è bravo a lavorare il legno e ha voglia di costruirne alcune, contribuirà in modo significativo alle attività del Rifugio. Quanti più aiuti mi arriveranno, quanti più cani sarò in grado di accogliere e salvare

Saluto Lia e i suoi cani, che mi riaccompagnano festosi alla macchina. Spero di aver trasmesso ai lettori anche solo una piccola parte dell’emozione che ho provato io visitando il Rifugio, e consiglio a tutti di passare a trovarli. Spero inoltre di aver dato voce ad una bellissima realtà emergente, consentendo così a Lia di pubblicizzare il suo progetto, che sono certa contribuirà a cambiare la vita a tanti cani in difficoltà.

“Salvare un animale forse non cambierà il mondo, ma cambierà per sempre il mondo di quell'animale.”

 

Benedetta Landi

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