Sabato 4 settembre è stata una giornata all’insegna della cultura, della tradizione e dei diritti civili.
Alle ore 16.30, è stata inaugurata la Biblioteca Comunale “G. Pittano”, dopo gli interventi di manutenzione e riqualificazione realizzati nel corso dell’ultimo anno, e in questa occasione si è celebrato anche il 100° anniversario della nascita del Prof. Giuseppe Pittano.
Alle 17.15, è avvenuta la cerimonia di intitolazione della piazzetta antistante la Biblioteca al “25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne”. È stata apposta una targa e sono state installate due panchine, una rossa e una arcobaleno, simbolo rispettivamente della lotta contro la violenza sulle donne e della lotta contro l’omofobia.
Infine, alle 18, è stato inaugurato il murales dedicato ai carri allegorici di gesso e di pensiero, realizzato dalla pittrice Alessandra Carloni.
In questa occasione, il nostro gruppo è stato chiamato ad intervenire sul tema della violenza. Assieme a noi erano presenti Antonella Oriani, in rappresentanza di SOS Donna, e Monia Visani, che assieme ai musicisti della Lega del Suono Buono, ha interpretato un brano dedicato a questa tematica. La nostra portavoce è stata Benedetta Landi, e di seguito riportiamo il suo discorso.
"Buon pomeriggio a tutti. Grazie per essere qui presenti oggi, e grazie all’Amministrazione Comunale per aver scelto di dare voce anche agli Amici della Biblioteca in questa importante giornata.
In quello che sarà il mio discorso non voglio citare i numeri riguardanti la violenza sulle donne, numeri che purtroppo quotidianamente sentiamo in televisione e leggiamo sui giornali. Vorrei piuttosto riflettere sul simbolo che oggi viene posto davanti alla biblioteca.
Perché la panchina?
Cosa ha suscitato in noi, Amici della biblioteca, questo simbolo?
Questa panchina ci ha subito portato alla mente l’immagine di un luogo dove potersi fermare a riflettere, dove potersi prendere una pausa dalle attività quotidiane e dove poter chiacchierare con gli amici. La panchina è anche un luogo dal quale ci si può guardare attorno, dal quale si possono osservare e ammirare il paesaggio, le persone che passano e la vita che scorre attorno a noi.
Una panchina è anche un ottimo luogo nel quale leggere un libro, ed è un luogo pronto ad accogliere tutte le età della vita: i bambini possono sedersi sopra di essa per scambiarsi figurine o decidere le regole di un nuovo gioco, gli adolescenti possono darsi appuntamento lì con il proprio innamorato o con la propria innamorata, gli adulti possono sostare sulla panchina assieme ai propri figli, durante una passeggiata, e gli anziani possono riposarvi sopra o ritrovarvi il piacere della condivisione e del dialogo con gli amici nelle calde sere d’estate.
Una panchina insomma è un luogo di pace e tranquillità, non di scontro. Dalla nostra panchina, non possiamo assistere a episodi di violenza e sopraffazione.
E se ci capita di assistere ad azioni di questo genere, dobbiamo alzarci, non possiamo stare seduti. Nello sport, sta seduto in panchina chi è pronto ad intervenire nel caso in cui ci sia bisogno del suo aiuto. E lo stesso dobbiamo fare noi: tutti dobbiamo farci carico del problema della violenza e tutti dobbiamo essere pronti ad alzarci in piedi quando i diritti di un’altra persona vengono calpestati.
E la panchina deve essere un simbolo che ci ricordi costantemente questo impegno."