LA CUCINA DELLE ASSOCIAZIONI SI FARA’? DOVE? QUESTO E’ IL PROBLEMA
La “Consulta del volontariato” è un organo di consultazione, istituito dalla nostra Amministrazione Comunale, per testare gli orientamenti emergenti, i bisogni e le aspirazioni dei vari ambiti, istituzioni e associazioni dove opera il volontariato cittadino.
E’ anche, o almeno dovrebbe essere, più in generale ( a seconda dell’attenzione che le viene concessa) uno strumento per monitorare le opinioni della cittadinanza in merito ai vari argomenti che sottintendono l’attività della amministrazione della cosa pubblica nell’ambito del nostro comune.
Della Consulta di cui sopra fanno parte i rappresentanti di più di una trentina di associazioni che non stiamo a citare tutti dettagliatamente, ma che, sinteticamente, appartengono ai settori : culturali, ricreativi, sportivi, sociali e manifestazioni tradizionali, Pro Loco in testa.
Qualcuno noterà sorridendo che a Casola ormai sono più numerose le associazioni che non gli abitanti. Una fortuna per l’animazione della nostre giornate, ma purtroppo una nota malinconica per la nostra demografia.
Attualmente la Presidente della Consulta è la sig.ra Marina Bartoli, operatrice nella nostra casa Protetta, attiva nell’ambito della Fraternita della Misericordia, ed in diverse altre iniziative del volontariato.
A Marina abbiamo chiesto un aggiornamento circa lo stato dell’ “arte” per ciò che concerne la realizzazione di una cucina comune delle associazioni. Una cucina dunque con cui poter rifornire gli stand gastronomici che generalmente vengono allestiti durante le varie feste e gli eventi cittadini, soprattutto quelli che animano la vita pubblica e richiamano turisti.
E’ un argomento che abbiamo già trattato nel numero scorso (riportando una intervista rilasciataci dall’assessore Maurizio Nati).
Da tempo si sta cercando un luogo adatto dove insediare questa struttura ma fino ad ora non si è arrivati a capo di niente. Nel frattempo si è continuato ad utilizzare cucine provvisorie insediate in strutture provvisorie: tettoie smontabili nel parco Pertini, in piazza Oriani e nel cortile dell’ex convento dei frati ( o della Misericordia), o locali a disposizione della Pro Loco in piazza Sasdelli.
Tutte strutture che ogni volta, salvo parzialmente il locale di piazza Sasdelli, devono essere montate e smontate, che dunque richiedono molto lavoro ed impegno aggiuntivo per il loro allestimento e che, diciamolo francamente, anche esteticamente non fanno propriamente una bella figura in quanto, pur essendo sanitariamente idonee e certificate, sono sostanzialmente delle baracche o baracchine di lamiera.
Ultimamente l’attenzione delle associazioni si è accentrata su tre siti: i locali al piano terra dell’ex convento delle suore Dorotee (di proprietà della Fondazione Card. Giovanni Soglia) affacciati su piazza Oriani, I locali dell’ex convento dei Frati Cappuccini o della Misericordia (di proprietà della Parrocchia) fiancheggianti via Soglia e l’area adiacente alla palestra affacciata su viale Domenico Neri ed il vialetto che unisce via Soglia e via Neri ( di proprietà comunale).
Vediamo nel dettaglio le tre ipotesi prese in esame:
- L’area del convento dei Frati o della Misericordia, che anche recentemente, durante le manifestazioni del Gemellaggio, dei Vigili del Fuoco e della Misericordia stessa, ha dato ottima prova della sua buona versatilità, dopo un esame ponderato della sua natura, anche istituzionale, presenta ostacoli in ordine alla compatibilità di un utilizzo non saltuario ma stabile, o anche solo frequente, per gli scopi di cui sopra.
E’ un’area strategica per l’attività della Parrocchia, soprattutto per le attività giovanili, ed una sua occupazione per diversi periodi dell’anno, legati alle manifestazioni ed agli eventi cittadini, potrebbe condizionare fortemente la sua funzione istituzionale.
- L’area a fianco della palestra comunale, in cui recentemente sono stati installati allacci per la distribuzione di corrente elettrica, gas ed acqua, verrebbe messa a disposizione del Comune, lasciando comunque alle associazioni l’onere della realizzazione di una struttura idonea e permanente. Resta però in questo caso l’handicap della sua dislocazione. Si tratta infatti di un’area abbastanza appartata, separata dal centro del paese e dalla maggior parte delle locazioni delle feste dalla trafficata Strada Provinciale. Si tenga presente che anche quando, per alcune manifestazioni (soprattutto per la Festa di Primavera), il traffico dovesse essere dirottato su via D. Neri, l’area si troverebbe di nuovo adiacente alla zona di traffico.
- L’area dell’edificio dell’ex convento delle suore, al cui piano terra si trovano sostanzialmente liberi alcuni locali intercomunicanti e soprattutto l’ex cucina del convento, si affaccia strategicamente su piazza Oriani, e dunque potrebbe presentare alcuni inequivocabili vantaggi. Sull’utilizzo di tali locali per la cucina delle associazioni a suo tempo lo studio tecnico associato Cantagalli e Spada ha elaborato gratuitamente e volontariamente anche una ipotesi di ristrutturazione. Sono state sollevate alcune perplessità in ordine ai problemi di collegamento con gli stand gastronomici per la distribuzione dei pasti. Problemi che potrebbero essere risolti con l’apertura di una nuova entrata su piazza Oriani ( trasformando una delle finestre esistenti in una porta ) e organizzando adeguatamente le modalità di distribuzione magari con una dotazione tecnica ad hoc.
La sig.ra Marina, con la neutralità corretta che si addice ad una portavoce, ha esposto i vari pro ed i vari contro che sottendono a ciascuna delle tre ipotesi maggiormente prese in considerazione e che sono al vaglio dei responsabili delle varie associazioni.
Al momento attuale comunque (stiamo parlando della fine del mese di Ottobre) non è ancora stata presa alcuna decisione.
Esistono dunque problemi di dislocazione, organizzativi ed anche, non dimentichiamolo, di finanziamento. Una condizione indispensabile per raggiungere un risultato concreto infatti è anche quella di poter adire qualche aiuto da parte dei finanziamenti statali o regionali.
Stiamo dunque ancora in attesa ma è chiaro che non si possono aspettare altri anni, come si è fatto sino ad ora. Ricordiamo che il problema della collocazione della cucina delle associazioni è già vecchio di almeno di una decina di anni, o forse ancora di più.
A cura di Alessandro Righini