Lettera aperta ad ACERBI
Egr. Signor Acerbi,
spero voglia leggermi ancora una volta se lo Spekkietto riterrà di pubblicare queste mie considerazioni su un tema complicato , ma tanto di attualità , come l' immigrazione, che ci trova non proprio concordi .
Mi consenta però di rassicurarla che non ho mai inteso considerarla uno sprovveduto . Avendo letto altri suoi scritti ne ho sempre apprezzato la forma e la chiarezza , non sempre il contenuto -
Sul tema immigrazione le contesto il suo assolutismo tinteggiato di quel fatalismo pericoloso per gli effetti che può creare in chi si considera già oggi assediato alla presenza di qualche immigrato . Dire che entro pochi anni gli europei dovranno retrocedere dal loro status attuale a favore delle popolazioni immigrate che...... ci faranno pagare debito dell'averle illuse , mi consenta , è una tesi un po' esagerata Resta certamente il problema del come assestare l'esodo e renderlo compatibile con il vivere civile degli occidentali. Questo però è un tema che chiama la politica ed i Governi non a fare barriere o ad alzare paure , ma a governare con provvedimenti all'altezza della complessità del fenomeno migratorio. In tale direzione vanno gli appelli dei “reverendissimi ed eccellentissimi” della Chiesa Cattolica ,ma non solo di quella. La quale Chiesa , nel frattempo ,assieme a tante altre Istituzioni religiose e laiche dedica uomini volontari e mezzi per rendere meno difficile l'impatto dell'immigrato con il paese ospitante.
Tutto questo apre le porte a tutti ? Manca una risposta alternativa se non quella del respingimento che ripugna la coscienza della civiltà occidentale-
L’ultima osservazione riguarda la religione mussulmana che anche Lei nega di essere in sé violenta , ma poi ,anche con parole non sue , la descrive talmente influente sul fedele migrante da farne non un dialogante , ma un ostile conquistatore della civiltà occidentale . Per evitare i moderni Torquemada sia dall’una che dall’altra parte è possibile dialogare . E’ quello che stanno facendo in tanti.