La mattina del 25 febbraio Casola è stata “ferita” da una frana che ha sconvolto la sua comunità anzitutto perché le ha usurpato il centro sportivo, luogo che in ogni paese rappresenta speranza come centro di aggregazione dei ragazzi. Alle 8.50 un'enorme massa rocciosa (si stimano circa 400.000-500.000 mc.) si è distaccata in corrispondenza di un tratto della riva sinistra del Fiume Senio, coinvolgendo il centro sportivo Enea Nannini. La frana si è portata via il campo da allenamento ed una estesa porzione del campo da gioco principale, in cui si svolgono le partite di calcio nei fine settimana. Una lunga fenditura, lungitudinale alla scarpata del corso d'acqua, si è improvvisamente aperta lungo il campo da calcio ed in pochi istanti, una porzione del substrato roccioso stratificato è scivolato in direzione Nord, sbarrando temporaneamente il corso del Senio.
Quasi immediatamente, a monte dello sbarramento formatosi, le acque hanno iniziato ad innalzarsi fino a formare una specie di lago che si è esteso fino oltre il ponte del “Cantone”, situato alcune centinaia di metri più a monte.
Solo la Provvidenza ha voluto che questo evento improvviso non si trasformasse in una tragedia dato che, poche ore prima dell'evento, i ragazzi della squadra di calcio si stavano allenando nel piccolo campetto rovinato verso l'alveo del Senio e, solo dopo poche ore i bambini avrebbero tenuto il loro allenamento pomeridiano.

Sulla base di quanto ho potuto osservare, mantenendomi ovviamente alle dovute distanze di sicurezza dal luogo dell'evento, la frana può essere identificata come uno scorrimento lungo una superficie di uno strato marnoso sotterraneo. Il movimento si è innescato a seguito del distacco della massa in corrispondenza di un'antica frattura verticale allungata da Sud a Nord che oggi ha originato la nuova ripida riva a lato di quel che rimane del campo da calcio.
E' certo che la frattura non fosse identificabile prima dell'innesco della frana in quanto si trovava all'interno della massa rocciosa e occultata, in superficie, dai terreni del terrazzo fluviale su cui era stato creato il campo da gioco. Un residuo della spaccatura si può ancora osservare in corrispondenza della porzione settentrionale della riva, laddove rimane visibile il contatto con la porzione di roccia non coinvolta dalla frana.
Un ruolo determinante nell'innesco della frana è stato giocato indubbiamente dalla cospicue e persistenti precipitazioni meteoriche che hanno caratterizzato le ultime settimane infatti, la penetrazione nel sottosuolo di acqua provenienti, in gran parte, dal versante situato in sinistra Senio ha sicuramente determinato un generale e progressivo rapido decadimento della resistenza della roccia proprio in corrispondenza della frattura sotterranea. Gli ingenti volumi d'acqua infiltratasi hanno inoltre contribuito a lubrificare lo strato marnoso su cui è poi scivolata a valle il pacco di strati rocciosi. Non si può infine escludere che anche l'azione di erosione al piede della massa rocciosa esercitata dal Torrente Senio, possa aver fornito in una certa misura un contribuito all'innesco del franamento. Nel territorio di Casola sono già avvenuti fenomeni simili, sia nel recente passato (si ricorda ad esempio la più recente nel 2005 a Roncosole, verso il passo di Prugno) che nei secoli e nei millenni passati. Queste frane definite “scorrimenti veloci in roccia” coinvolgono ampie superfici del territorio, non avvengono con frequenza elevata e sono difficilmente prevedibili. Infatti, spesso sono generate da particolari condizioni morfostrutturali della roccia e, generalmente, sono connesse a particolari sistemi di fratture in molti casi non identificabili a priori ed anche i segni premonitori non sempre sono chiaramente percepibili.
Ora, la situazione nell'intorno dell'area interessata dal dissesto è ancora piuttosto pericolosa a causa del nuovo ri-equilibrio naturale creatosi, per cui potrebbero verificarsi crolli di massi rocciosi, dalla ripida scarpata oppure scivolamenti delle masse detritiche che si trovano, oggi, in equilibrio precario. Inoltre, anche la situazione del Senio non è ancora stabilizzata in quanto, nonostante molti metri cubi di acqua accumulatasi dopo il suo sbarramento, siano defluiti a valle nella mattinata del 25, ad oggi sono ancora presenti detriti di sbarramento che mantengo il livello dell'acqua piuttosto elevato.
Questi episodi di dissesto idrogeologico che purtroppo negli ultimi anni si verificano con grande frequenza ci portano a considerare l’importanza della conoscenza geologica dei territori e negli Enti Territoriali. E’ una sfida grande e – per certi versi - nuova, ma ritengo che debbano essere fortemente potenziate le attività di prevenzione in affiancamento alle attività di Protezione Civile, ormai adeguatamente consolidate.

Gabriele Cesari, Presidente dell'Ordine dei Geologi dell'Emilia Romagna
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