Ho ricevuto una lettera da un nostro stimato concittadino, Luigi Ingrosso, che mi fa notare, civilmente ed amichevolmente, quanto io sia stato di mano pesante nei confronti del Sud nell’ articolo di cronaca riguardante la messa a terra delle gomme dell’auto dei nostri vigili, pubblicato sul numero scorso (n. 50) de Lo Spekkietto.
Riporto di seguito la lettera.
“Gent.mo Direttore,
questo mese di aprile mi sono affrettato, come del resto ogni volta che esce il suo giornale, a comprarne una copia, il Suo giornale è sempre ricco di ragionamenti e report locali di altissimo livello.
Riporto di seguito la lettera.
“Gent.mo Direttore,
questo mese di aprile mi sono affrettato, come del resto ogni volta che esce il suo giornale, a comprarne una copia, il Suo giornale è sempre ricco di ragionamenti e report locali di altissimo livello.
Ho sfogliato entusiasta le pagine restando ogni volta colpito dalla semplicità ma allo stesso tempo della concretezza degli argomenti trattati, sono rimasto molto colpito dalle parole espresse dal nostro amatissimo parroco Don Euterio in merito alla santa Pasqua 2012, felice nell’apprendere che il suo giornale compie 50 anni, rallegramenti! E sapere che i miei concittadini si muovono nel mondo rendendoci partecipi delle emozioni provate, mi rende orgoglioso di appartenere a questa comunità.Continuando a sfogliare mi sono soffermato alla pag. 17, dove si raccontava la cronaca e il commento di un accaduto sconcertante e sicuramente gesto riprovevole accaduto al corpo di polizia municipale, ma quello che che più mi ha sconcertato è stato il commento:
'Il degrado di molte città del sud, che abitualmente noi siamo abituati a portare come esempi negativi, nasce proprio spesso da manifestazioni di intolleranza e dal disprezzo per la disciplina e le buone regole di convivenza come quello che sopra denunciamo, aggravato dalla delinquenza e dal crimine organizzato che trovano terreno fertile di azione in un ambiente guasto, incline a comportamenti scorretti anche nei rapporti del piccolo vivere quotidiano'.
Non credevo a ciò che stavo leggendo, il Suo commento fa sembrare che l’intero ambiente del sud sia incline alla delinquenza.
Sono nato e cresciuto proprio nel sud da lei descritto in modo così lontano dalla realtà. La sua descrizione pare richiameare l’immagine di un girone dell’inferno dantesco, scelga Lei quale!
Mi sono sentito quasi complice, malgrado estraneo, ai Totò Riina di turno, le pallottole sparate negli anni sembrava le avessi caricate io nelle pistole, le gomme delle vigilesse sembrava le avessi forate io, ma il colpevole è sicuramente chi proviene da un ambiente degradato e incline... a Suo dire!
La sua esortazione ai nostri cittadini a non diventare come il sud, incline a delinquere, forse ha i suoi connotati corretti ma nel profondo mi sono sentito offeso, non tanto per me stesso, ma offeso per i miei genitori che hanno speso una vita di sacrifici e lavoro trovando il tempo di insegnare a me e ai miei fratelli il vivere nell’educazione e nel rispetto degli altri e delle regole, offeso per tutte quelle persone che ogni giorno spendono parole ed azioni per lavorare con dignità e fervore nella speranza che la vita laboriosa prevalga sul pregiudizio, offeso per tutte quelle persone che sono morte nell’inseguire l’ideologia della legalità, cercando di mostrare al mondo le persone oneste del sud che sono la maggior parte, Falcone, Borsellino, Placido Rizzotto, il generale Della Chiesa ecc. ecc. ecc.
Perdonerà il mio sfogo ma credevo che la parola “Non si affitta ai meridionali” fosse solo una pagina triste della nostra storia chiusa da tempo, resto sempre un estimatore del Suo giornale e della Sua penna e soprattutto della sua persona che mi “onoro” di conoscere.
Grazie
Luigi Ingrosso“
Bene, carissimo Luigi che dire? Intanto, se me lo permetti, data la reciproca conoscenza, userei il tu anzichè il lei, poi, rileggendo il mio scritto, devo convenire che in effetti il passo da te segnalato può anche prestarsi ad essere interpretato come una critica generalizzata all’ ambiente 'Sud'.
Non era certo questa la mia intenzione, tanto più che sono proprio una città ed un ambiente del sud che da sempre ritengo la mia seconda patria: Lecce e la Puglia in genere, luoghi in cui ho svolto tutto il periodo della mia ferma militare. Luoghi in cui ho lasciato una parte del mio cuore ed in cui ritorno appena posso.
Il mio intento era semplicemente lanciare un monito prima di tutto ed essenzialmente ai casolani e cioè: stiamo attenti perchè spesso le situazioni di degrado ambientale che a volte noi siamo soliti additare (e che i mezzi di informazione additano riferendone certe cronache) quali esempi negativi e problematici, prendono le mosse anche dal diffondersi fra i singoli cittadini di comportamenti scorretti a partire dal mancato rispetto delle piccole e primarie regole del buon vivere civile.
Sottolineavo poi, per ristabilire le giuste proporzioni, come purtroppo in alcuni casi le cose vengano ulteriormente aggravate in certe realtà dalla presenza della criminalità organizzata che sfrutta ai propri fini tutte le situazioni di disordine e di carenza di regole civili.
In tutto ciò, ed in particolare in quest’ultimo passaggio, il mio sottointeso riferimento era soprattutto a certi ambienti e quartieri di alcune località della Campania (Napoli ed hinterland in particolare) e della Sicilia (Palermo e hinterland in particolare) o della Calabria di cui ogni tanto le cronache, innegabilmente con maggior frequenza rispetto ad altre, riferiscono particolari situazioni di degrado o di emergenza nella gestione dell’ordine e della cosa pubblica.
Dunque il riferimento voleva essere a certe precise e ben identificate realtà ed ai singoli che le determinano e non assolutamente al sud ed ai meridionali in generale. E neanche genericamente ai Napoletani o Palermitani o Calabresi che dir si voglia. Non ne volevo assolutamente farne una questione meridionale e chi mi conosce bene sa che nulla è più del sentimento discriminatorio è lontano dalla mia indole e dal mio pensiero e ciò riferito non solo ai cittadini Italiani delle varie provenienze ma anche rispetto ai cittadini degli altri paesi del mondo, da dovunque essi provengano. Non so da quale località del sud l’amico Luigi Ingrosso provenga, ma ciò per me non ha la benché minima importanza. Io sono abituato a valutare gli uomini singolarmente per ciò che sono e fanno nella vita e non certamente per la località da cui provengono.
Inoltre il monito del mio articolo era principalmente: “attenti casolani a non fare quanto in altri contesti criticate”.
Il vero problema è che quando si scrive, l’attenzione è rivolta soprattutto alla tesi principale e meno alle argomentazioni di contorno e nel nostro caso il mio intento principale era quello di stigmatizzare con la giusta forza ed energia un evento vigliacco e riprovevole. Il ricorso ad una esemplificazione voleva solo essere una notazione secondaria ed evidentemente non ho posto la necessaria attenzione alle interpretazioni o alle considerazioni che l’esempio richiamato ed il modo in cui l’ho richiamato poteva suscitare.
In effetti quel “degrado di molte città e comunità del sud” è senza dubbio una notazione molto estesa e generica. Avessi scritto “di alcune città o comunità del sud” sarebbe già stato diverso e se avessi evitato anche la parola “sud” sarebbe stato ancora meglio, anche perchè, a dir il vero, non mancano certo anche al nord esempi decisamente negativi.
Chiedo dunque scusa a Luigi Ingrosso se involontariamente ho offeso la sua sensibilità ed i suoi sentimenti di appartenenza per i quali, lo ripeto, nutro il massimo rispetto e considerazione.
Lo ringrazio inoltre per un altro motivo: la sua lettera è una “vera” lettera cioè scritta su carta ed inviata per posta. Nell’epoca delle e-mail e delle comunicazioni elettroniche l’invio della corrispondenza ai giornali in forma cartacea è quasi del tutto scomparsa. Un tempo invece era frequente e su Lo Specchio abbiamo ospitato per lungo tempo una rubrica di “lettere al direttore” particolarmente nutrita e vivace. Era da tempo immemorabile che non ricevevo una “vera” lettera da un lettore e la cosa, seppur contenente una civilissima critica, mi ha fatto piacere e risvegliato una antica emozione.
Alessandro Righini