L’amico carissimo Daniele Faziani, con molto garbo, mi ha fatto notare che sono stato inspiegabilmente duro ed acido, ed anche un po’ impreciso, nella nota di cronaca, pubblicata sull’ultimo Spekkietto, dedicata alla veglia sotto le stelle tenutasi, come è ormai consuetudine, a Monte Battaglia nella notte di San Lorenzo.


Lì per lì sono caduto un po’ dal pero poi ho fatto mente locale e soprattutto, a casa, ho riletto il trafiletto di cronaca, buttato giù in fretta due mesi fa e che avevo già dimenticato.
In effetti Faziani ha ragione la nota risente troppo della luna storta che evidentemente mi “girava” quella sera e mette ingiustamente sotto tiro l’aspetto musicale della manifestazione, quando invece, semmai, era il contesto generale ad avermi messo di traverso.
Non solo ma, sempre facendo mente locale, ricordo di aver buttato giù quelle righe con intento scherzoso, ora però, rileggendo il testo, riconosco che il risultato non corrisponde alle intenzioni.
Il problema è che il sottoscritto conserva di Monte Battaglia e delle nostre colline in genere memorie di escursioni notturne e solitarie molto suggestive ed il fatto di trovare tanta ressa su quella cima, in una notte dedicata alla romantica contemplazione delle stelle che cadono (con la strada intasata di macchine che continuavano ad andare e venire e con la confusione che l’assembramento della folla inevitabilmente produce) evidentemente ha provocato un leggero (sottolineo molto leggero) fastidio alla mia sensibilità di scontroso ramingo dei boschi.
Dunque: l’assembramento ed il contesto, oltre al mio caratteraccio, più che la musica, che in ogni caso, come garbatamente mi ha fatto rilevare l’amico Daniele (per il quale, sia detto per inciso, nutro la più grande considerazione e con il quale ho collaborato alla realizzazione di diverse manifestazioni musicali) non era una fracassona “musica moderna” ma calda e ritmata musica degli anni Trenta.
Abbi pazienza Daniele ma il mio “totem”, come ormai da tempo mi fanno notare i vecchi amici scout, sta lentamente virando da “Aquila solitaria”, qual’era nella felice età della giovinezza, a “Lupo solitario”. Sempre solitario ma con una diversa leggerezza... anzi pesantezza. Purtroppo gli anni passano anche per me. Sappi che godi della mia massima stima e simpatia.

Alessandro Righini
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