Qualche giorno fa ho pagato una contravvenzione per avere dimenticato di rinnovare la patente di guida scaduta da qualche mese. L'ho fatto, ovviamente , a malincuore rammaricandomi per la sbadataggine che ogni tanto mi crea di questi fastidi.
Mentre venivo sanzionato ho potuto constatare quasi con piacere la fermezza, la professionalità e la cortesia dei Vigili Urbani di Casola e Riolo ed ho provato una sensazione di sicurezza.
Ed ognuno sa quanto ci sia bisogno di un servizio stradale efficiente.
Tuttavia non è di questo che voglio scrivere.

Mi interessa invece fare alcune considerazioni raccontando le reazioni che mi sono arrivate quando ho detto dell'infortunio capitatomi. C'è chi ha manifestato sorpresa perchè, trattandosi di infrazione constatata dalla vigilanza locale, avrei dovuto invocare favori o particolari benevolenze. Qualcuno ha sottolineato la mia ingenuità per non avere reclamato le ragioni dell'errore in buona fede. Altri mi hanno raccontato di particolari favori ottenuti in analoghe situazioni fuori dal nostro territorio.
Queste reazioni mi hanno fatto riflettere sul clima che respiriamo di questi tempi.
Hanno fatto scuola gli autori degli appalti truccati, i Ministri che divengono tali per sfuggire ai processi, o quelli che si ritrovano proprietari di case senza conoscere chi le ha pagate o i Sindaci che regalano i bancomat alle amanti e cosi via.
Ed hanno fatto scuola anche gli 'allegri furbetti del quartierino' esaltati dalla TV i quali, cambiando le carte in tavola, riescono sempre a farla franca e vengono spesso esaltati come scanzonati buontemponi e non invece deplorati come riprovevoli diffusori di immoralità.
Un ex Ministro degli interni ha detto recentemente che 'E' il Paese ad essere corrotto'.
Osservo che è tutto il Paese a partire dai livelli alti , dai reggenti delle Istituzioni, della politica, delle Banche a cui fanno seguito i livelli più bassi che si sentono autorizzati anche loro a praticare la corruzione.
Il malcostume, che purtroppo, non è merce solo di oggi, sembra assumere oggi dimensioni tali da destare forti preoccupazioni. E' in gioco la tenuta della moralità pubblica che viene sottoposta ad ogni livello al dileggio a partire, appunto, dai responsabili della Politica.
Quando si tende a minimizzare su quali siano le responsabilità della corruzione dilagante o della immoralità, è fatale che ogni cittadino si senta legittimato a fare la sua piccola o grande 'furbata'. E' evidente che si va squilibrando il rapporto che dovrebbe esserci tra il cittadino e la funzione servente che deve avere lo Stato. Quando la definizione delle regole è influenzata dagli interessi particolari dei singoli o della parte, allora il Popolo è portato a ritenere legittimo evadere le tasse, chiedere favori, ricorrere alla raccomandazione o alla corruzione per scampare alle multe.
Naturalmente la speranza è che ci sia una presa di coscienza collettiva che siamo in presenza di una 'questione morale' da cui bisogna uscire presto. Una questione morale che coinvolge 'i papaveri ' e che sta coinvolgendo tutto il Paese anche inconsapevolmente.
Bisogna invertire la rotta prendendo esempio da quei servitori dello Stato, che ancora esistono i quali con tanto senso civico affrontano ogni giorno la battaglia per la legalità e per la giustizia e fare sentire loro che il lavoro che fanno non è vano.
I cittadini per primi devono dire no alle furberie ed alle illegalità anche quando appaiono insignificanti. Si sarà cosi di più legittimati a pretendere dai livelli alti di essere all'altezza di un Paese moderno che ha a cuore la legalità e la moralità basi essenziali per il funzionamento delle Istituzioni.

g.giacometti
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