IL PRE: LA LOGISTICA (ovvero cosa accadde prima del 12 settembre)

Che la giornata fosse di quelle veramente importanti lo si poteva intuire dai verbali redatti da Righini durante gli incontri preparatori e inviati via mail a tutti gli interessati, quasi fossero delle informative della CIA per la precisione e la dovizia di particolari.

Il culmine però è stato raggiunto all’inizio di settembre quando con l’avvicinarsi dell’evento è stata convocato un gran consiglio con i rappresentati delle associazioni pronte a collaborare alla riuscita della giornata. Fu una riunione memorabile in cui si riuscì per lungo tempo a discutere quanti partecipanti seduti potesse ospitare l’ex cinema Acli. Dopo mezz’ora, quando la parola venne data agli Alpini, veri veterani della disposizione-tavoli e sedie all’interno del cinema, si optò per i 280.
Visto e considerato che la stima dei partecipanti era di 450-500 persone si presentava all’orizzonte il problema ben più grave di come alloggiare quei 200 che non avrebbero trovato posto al coperto. A questo punto si scatenò l’inferno delle opinioni, qualcuno pensava “staranno in piedi”, altri “si siederanno solo i vecchi e giovani troveranno una sistemazione alternativa”, poi venne l’idea di “un mega gazebo nel cortile della scuola”, oppure “tanti gazebi”, insomma tutti concordammo che non solo i vecchi si sarebbero seduti ma anche quelli di mezza età e i bambini, i giovani restavano ancora un’incognita, se ci fosse stato posto si sarebbero seduti, altrimenti si sarebbero adoperati per trovare la famosa alternativa. Anche lo stesso don Euterio, entrato a dibattito già iniziato, aveva la faccia di chi non sa bene cosa sta succedendo ma rimane lì senza battere ciglio.
La discussione cambiò poi rotta su altre questioni pratiche che non stiamo qui tutte ad elencare, anche perché in base alle proprie attitudini di associazione tutti uscirono dalla stanza con un impegno da portare a termine. La macchina organizzativa non era certo semplice, ma vedeva al suo interno il meglio del volontariato casolano e la buona volontà di tutti faceva pensare che ogni cosa sarebbe andata liscia come l’olio.

DURANTE: L’EVENTO (ovvero cronaca di una giornata particolare)
Il primo pomeriggio è di cattivo auspicio: un temporale si abbatte su Casola ma nessuno si scoraggia e alle 14.30 incominciano gli ultimi preparativi. Vengono sistemati ed apparecchiati i tavoli nel cortile della scuola e “dalla cucina degli Olmatelli” arrivano le prime portate fredde che andranno a costituire parte del buffet della serata.
Ore 17:10 la Banda inzia a suonare e funge da richiamo per i casolani che si ritrovano davanti al piazzale della Chiesa.
Ore 18:00 sta per arrivare l’ora X e lo stato di agitazione incomincia a farsi palpabile. Solo Don Euterio, in impeccabile completo grigio-scuro, mantiene una calma “celestiale” (starà fingendo?).
La Chiesa comincia a riempirsi, tra la folla non solo casolani ma tanti ex parrocchiani di don Euterio da Lugo, Imola e Castel Bolognese.
Arrivano le autorità civili e i rappresentanti delle associazioni casolane con i propri stendardi tenuti belli alti, nel frattempo un gran numero di sacerdoti si è radunato in sacrestia. Tra saluti e scambi di battute si preparano per celebrare il grande evento.
Ore 18:35 all’arrivo del vescovo Ghirelli il tutto ha inizio.
Tra i partecipanti pochi si ricordano con precisione questa tipologia di cerimonia, in cui il vescovo consegna al nuovo sacerdote la parrocchia. Il rito ha inizio alla porta della chiesa con il bacio al crocefisso del nuovo pastore e prosegue con la lettura di nomina del nuovo parroco.
Successivamente il Vescovo, che guida questa parte di cerimonia, prosegue con le consegne: il Battistero, il Confessionale, la Chiave del tabernacolo, la Sacra Scrittura, i Vasi e gli Oli Sacri ed infine la Comunità dei fedeli.
Conclusasi questa prima parte della cerimonia ha inizio la Santa Messa celebrata da Don Euterio.
Prima della benedizione finale c’è spazio per alcuni interventi di benvenuto, in particolare quello del neo sindaco che con parole semplici ma efficaci ha fornito al nuovo parroco un quadro della comunità casolana e l’auspicio di una bella e duratura collaborazione.
Il finale è lasciato alle parole di Don Euterio e ad una coincidenza alquanto particolare e significativa, infatti proprio il 12 settembre 1965 Don Giancarlo Menetti, ovvero l’Arci, fece l’ingresso ufficiale come parroco di Casola.
Durante la celebrazione infatti, sono state benedette due targhe, una in memoria di Don Elviro Guidani, a cui è stato intitolato l’ex Cinema Acli ed una all’Arci, a cui è stato intitolata la casa degli Olmatelli.
Le ultime parole in chiesa non sono di ordine sacro, ma invitano i partecipanti al buffet e la gente, come sempre accade in questi casi, non se lo fa ripetere due volte. Due belle file di formano all’ingresso del cinema e nel cortile delle scuole (dopo un rinfrescante aperitivo spacciato per analcolico contenente in realtà Aperol e frizzantino), ma non si vedono scene alla Sant’Antonio quando le persone prese da un irrefrenabile istinto primordiale di sopravvivenza si infilano nelle tasche delle pellicce bruschette all’aglio o al pomodoro. In questo caso invece tutti con il proprio vassoio in mano aspettano il proprio turno.
(mentre la gente iniziava a riempire lo stomaco la macchina organizzativa funzionava a pieno regime)
Momento topico: la torta!!!!!!!!!
Con una processione degna del corpus Domini una torta di dimensioni bibliche con raffigurata la parrocchia viene trasferita dalle scuole elementari alla sala dove ad attenderla c’è una folla che l’accoglie con un “ohhhhh” e Don Euterio, impegnato in una serie pressochè infinita di saluti e congratulazioni, si appresta al taglio. La festa poi prosegue con la consegna di regali per il nuovo parroco in segno di benvenuto.
Lentamente le sale si svuotano e gruppetti sparuti di persone restano a chiacchierare.

IL POST: LA MANOVALANZA (ovvero “chi rimane a sgomberare?”)
Le forze iniziano a indebolirsi ma un folto gruppo di donne e di uomini si prodiga nello sgomberare e nel pulire. A mezzanotte non c’è più traccia della festa appena conclusa.
Ad uno ad uno i gazebi scompaiono dell’orizzonte, i tavoli vengono impalati sopra i carrelli, le sedie ammucchiate dentro il camion. Vengono raccolte le ultime cartacce rimaste nel cortile, si piegano gli ultimi teloni, si spengono le ultime luci e scende il silenzio.
E Don Euterio? La sua faccia inizia a dare piccoli segnali di cedimento ma del resto non devono essere state emozioni da poco quelle vissute da lui nelle ultime ventiquattro ore. Chissà che cosa ha pensato nell’andarsi a letto e constatare che questa sarà per sempre la sua parrocchia, chissà quante idee gli saranno venute, quanti progetti e forse anche qualche piccola paura.
È stata una bella giornata, dove tutte le associazioni hanno collaborato, a nostro avviso nel migliore dei modi, per la riuscita dell’evento.


Un applauso a: i tavoli delle autorità rimasti vuoti sul palco del cinema, il “fate come volete”, il finto computer di Ginco, Tavì dentro il confessionale durante tutta la cerimonia(avrà dato molte assoluzioni?), le pozze sotto i gazebi, il coro amplificato, ….a tutti quelli che hanno partecipato.

Riccardo Albonetti e Roberta Faziani

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