Da qualche tempo si parlava a Casola della costituzione di un gruppo di Vigili del fuoco volontari che potesse effettuare un primo intervento in caso di incendi o incidenti che si verificassero nel nostro territorio, idea tra l'altro sollecitata dallo stesso comando di Ravenna per la lontananza di Casola dal distaccamento più vicino, quello di Faenza. Ebbene quel gruppo si è formato già da un po' di tempo, anche se permangono ancora alcune difficoltà di tipo logistico.
Ma andiamo con ordine e partiamo dai nomi di coloro che fanno parte di questo gruppo volontario (e diamo per scontate tutte le riflessioni sull'importanza che il volontariato riveste per un paese come il nostro). Sono 17: Elio Fabbri, Mauro Poggiali, Giampietro Cortecchia, Mirka Monducci, Sandro Bandini, Roberto Collina, Antonio Sebastiani, Massimo Decaro, Graziano Nescito, Bruno Donini, Janez Cavina, Federico Dall'osso, Tiziano Fabbri, Davide Bertaccini, Pietro Pozzi, Gianantonio Gentilini e Michele Montefiori. Forniamo i nomi perché chiunque volesse entrare nel gruppo (o provarci perché ci sono alcune 'prove' da superare) può contattare una di queste persone, perché naturalmente più si è meglio si lavora.
Ma andiamo con ordine e partiamo dai nomi di coloro che fanno parte di questo gruppo volontario (e diamo per scontate tutte le riflessioni sull'importanza che il volontariato riveste per un paese come il nostro). Sono 17: Elio Fabbri, Mauro Poggiali, Giampietro Cortecchia, Mirka Monducci, Sandro Bandini, Roberto Collina, Antonio Sebastiani, Massimo Decaro, Graziano Nescito, Bruno Donini, Janez Cavina, Federico Dall'osso, Tiziano Fabbri, Davide Bertaccini, Pietro Pozzi, Gianantonio Gentilini e Michele Montefiori. Forniamo i nomi perché chiunque volesse entrare nel gruppo (o provarci perché ci sono alcune 'prove' da superare) può contattare una di queste persone, perché naturalmente più si è meglio si lavora.
I 17 di cui sopra (anzi, solo 14 perché gli ultimi tre avevano già svolto il servizio militare nei Vigili del fuoco), dopo avere superato le visite mediche (che saranno ripetute ogni 2 anni), hanno affrontato un corso della durata di 120 ore, che si è tenuto a Faenza per quanto riguarda la parte teorica e tra Faenza e Ravenna per la pratica (e i volontari desiderano ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al loro addestramento e gli hanno permesso di svolgere l'esperienza nel migliore dei modi). Oltre alle nozioni sull'uso delle scale, degli automezzi, delle funi e a tutte le procedure da mettere in pratica nel momento in cui si interviene sul luogo di un incidente, sono stati preparati con nozioni di chimica (la parte più ardua del corso per alcuni di loro), di pronto soccorso e naturalmente con tutto ciò che riguarda la messa in sicurezza del luogo. Compito principale del gruppo infatti è proprio quello di un primo intervento in caso di incidente o incendio di varia natura, per evitare guai peggiori mettendo in sicurezza la zona interessata. In questo modo si eviteranno anche gli errori dovuti all'inesperienza del cittadino comune che si possa trovare coinvolto e, con ammirevole zelo ma scarsa conoscenza della situazione, cerchi di intervenire. Naturalmente l'intervento dei nostri volontari non sostituirà quello dei Vigili del Fuoco di Faenza o Ravenna, ma sarà fondamentale nell'attesa che essi arrivino e nel loro affiancamento nel momento dell'azione vera e propria. I 17 hanno d'altra parte già partecipato a diverse azioni dei pompieri faentini perché, alla fine del corso e prima dell'esame finale (che tutti hanno superato brillantemente), hanno passato a rotazione alcuni fine settimana in caserma affiancando i turni di guardia. Il loro 'battesimo del fuoco' quindi è ormai cosa fatta. Ogni anno poi i volontari dovranno obbligatoriamente fare 60 ore di addestramento per 'ripassare la lezione'.
Ma adesso? Come funzionerà il loro impiego?
I volontari si divideranno in squadre di 4 persone all'interno delle quali non ci sarà una vera e propria gerarchia, molto semplicemente il più anziano fungerà da caposquadra. Partiranno coprendo i week end, durante i quali dovranno essere reperibili. In caso di necessità verranno contattati dal comando di Ravenna (tramite cellulare o via radio una volta che questo tipo di collegamento sarà operativo) e dovranno immediatamente indossare la divisa e recarsi sul luogo dell'intervento.
Alcuni di loro poi hanno dato anche la loro disponibilità per svolgere servizio di vigili del fuoco discontinui. Possono cioè, in alcuni periodi da loro indicati, essere chiamati a svolgere servizio regolare a Faenza o in zone limitrofe, periodi durante i quali sarà giustificata la loro assenza da quello che è il loro 'normale' lavoro. In questo caso però saranno regolarmente stipendiati dal Ministero dell'Interno, si tratta quindi di un servizio in più rispetto a quello volontario che interesserà maggiormente il nostro territorio.
C'è però un problema spinoso, quello della sede. A Ravenna infatti sono già pronti due mezzi, un Defender 130 fornito dalla regione e un APS Euro city 2000 stanziato dal comando, destinati al nostro territorio, ma non sono ancora utilizzabili perché a Casola non si trova un luogo in cui tenerli parcheggiati. I volontari sono in attesa della costruzione del complesso polifunzionale che dovrebbe essere edificato nel vecchio campo sportivo, di cui abbiamo parlato tempo fa sul nostro giornale esprimendo alcune perplessità. All'interno di questo complesso dovrebbe trovare posto la sede dei Vigili del fuoco e il garage per i due mezzi, ma quando sarà pronto? Nel frattempo si pensa di usufruire di un capannone comunale nella zona artigianale di Valsenio, ma ancora deve essere valutata la capienza. Ci sembra che sia necessario uscire in qualche modo da questa impasse, i volontari sono pronti a partire ormai da mesi e l'attesa non li aiuta certo. Anzi, a nostro parere, in questioni come il volontariato, è giusto e necessario fare leva sull'entusiasmo delle persone coinvolte, e situazioni come queste rischiano soltanto di raffreddare non solo l'entusiasmo di chi fa già parte del gruppo, ma anche di coloro che vorrebbero entrarvi. Speriamo quindi che la situazione si sblocchi in fretta.
Finiamo con una curiosità. Se scorrete la lista dei volontari troverete anche il nome di una ragazza, Mirka Monducci, che ha seguito le orme del padre. Ci piaceva sapere come ha vissuto Mirka questa sua condizione di unica rappresentante femminile del gruppo e lei ci ha gentilmente risposto: 'Inizialmente ero un po' imbarazzata, essendo l'unica ragazza. All'inizio del corso ero titubante nel pormi, anche se conoscevo tutti. Anche nella pratica mi sentivo un po' impacciata perché comunque per una ragazza l'attività era più pesante. Poi con il tempo e con l'affiatarsi del gruppo mi è riuscito molto più semplice fare le cose, alla fine si è creato un gruppo collaborativo, che ci ha portato a concludere la cosa nel migliore dei modi. Esperienza positivissima quindi, perché ho imparato molte cose, ho superato alcune mie paure (come per esempio quella di entrare in uno stretto tunnel con una maschera scura sugli occhi), mi sono trovata ad affrontare un'esperienza che mi piace molto e che dà soddisfazioni perché ti permette di aiutare altre persone'.
Sarebbe bello se altre ragazze seguissero l'esempio di Mirka!
Valentina e Michele Righini
Ma adesso? Come funzionerà il loro impiego?
I volontari si divideranno in squadre di 4 persone all'interno delle quali non ci sarà una vera e propria gerarchia, molto semplicemente il più anziano fungerà da caposquadra. Partiranno coprendo i week end, durante i quali dovranno essere reperibili. In caso di necessità verranno contattati dal comando di Ravenna (tramite cellulare o via radio una volta che questo tipo di collegamento sarà operativo) e dovranno immediatamente indossare la divisa e recarsi sul luogo dell'intervento.
Alcuni di loro poi hanno dato anche la loro disponibilità per svolgere servizio di vigili del fuoco discontinui. Possono cioè, in alcuni periodi da loro indicati, essere chiamati a svolgere servizio regolare a Faenza o in zone limitrofe, periodi durante i quali sarà giustificata la loro assenza da quello che è il loro 'normale' lavoro. In questo caso però saranno regolarmente stipendiati dal Ministero dell'Interno, si tratta quindi di un servizio in più rispetto a quello volontario che interesserà maggiormente il nostro territorio.
C'è però un problema spinoso, quello della sede. A Ravenna infatti sono già pronti due mezzi, un Defender 130 fornito dalla regione e un APS Euro city 2000 stanziato dal comando, destinati al nostro territorio, ma non sono ancora utilizzabili perché a Casola non si trova un luogo in cui tenerli parcheggiati. I volontari sono in attesa della costruzione del complesso polifunzionale che dovrebbe essere edificato nel vecchio campo sportivo, di cui abbiamo parlato tempo fa sul nostro giornale esprimendo alcune perplessità. All'interno di questo complesso dovrebbe trovare posto la sede dei Vigili del fuoco e il garage per i due mezzi, ma quando sarà pronto? Nel frattempo si pensa di usufruire di un capannone comunale nella zona artigianale di Valsenio, ma ancora deve essere valutata la capienza. Ci sembra che sia necessario uscire in qualche modo da questa impasse, i volontari sono pronti a partire ormai da mesi e l'attesa non li aiuta certo. Anzi, a nostro parere, in questioni come il volontariato, è giusto e necessario fare leva sull'entusiasmo delle persone coinvolte, e situazioni come queste rischiano soltanto di raffreddare non solo l'entusiasmo di chi fa già parte del gruppo, ma anche di coloro che vorrebbero entrarvi. Speriamo quindi che la situazione si sblocchi in fretta.
Finiamo con una curiosità. Se scorrete la lista dei volontari troverete anche il nome di una ragazza, Mirka Monducci, che ha seguito le orme del padre. Ci piaceva sapere come ha vissuto Mirka questa sua condizione di unica rappresentante femminile del gruppo e lei ci ha gentilmente risposto: 'Inizialmente ero un po' imbarazzata, essendo l'unica ragazza. All'inizio del corso ero titubante nel pormi, anche se conoscevo tutti. Anche nella pratica mi sentivo un po' impacciata perché comunque per una ragazza l'attività era più pesante. Poi con il tempo e con l'affiatarsi del gruppo mi è riuscito molto più semplice fare le cose, alla fine si è creato un gruppo collaborativo, che ci ha portato a concludere la cosa nel migliore dei modi. Esperienza positivissima quindi, perché ho imparato molte cose, ho superato alcune mie paure (come per esempio quella di entrare in uno stretto tunnel con una maschera scura sugli occhi), mi sono trovata ad affrontare un'esperienza che mi piace molto e che dà soddisfazioni perché ti permette di aiutare altre persone'.
Sarebbe bello se altre ragazze seguissero l'esempio di Mirka!
Valentina e Michele Righini