In questi tempi non propri floridi per l’economia della nostra Italia ma anche del nostro paese di Casola è un piacere vedere che alcune attività nascono e si concretizzano. Per vedere una nuova azienza ci si deve spostare dal centro di Casola e addentrarsi nella zona industriale. Appena ci si troverà davanti all’ingresso di FACECUP™ non potrà passare inosservato che l’edificio si discosta totalmente dal paesaggio circostante, quello tipico di una zona industriale.

Partiamo però dall’inizio e intervistiamo Tommaso Dall’Osso, mente e motore di FACECUP™.

Ciao Tommaso. Che cosa è FACECUP™?

Ciao Riccardo! Piacerebbe anche a me poter definire FACECUP™ e collocarla all’interno di una categoria specifica, ma ad oggi mi risulta impossibile e in ogni caso mi piace continuare a sognare che possa diventare virale a 360° e abbracciare più settori possibili. FACECUP™ è prima di tutto un movimento e una comunicazione ben definita, una visione maturata dalla mia esperienza multi-disciplinare e dai viaggi che ho fatto negli ultimi dodici anni tra Europa, America ed Asia. Dietro a tutto ciò  si sta strutturando un azienda “delocalizzata” e in evoluzione costante. Ti chiederai perché delocalizzata quando nemmeno due anni fa è stata realizzata una sede proprio a Casola Valsenio!?! Te lo spiegherò più tardi.

Come è nata l’idea? Sappiamo che il tuo percorso lavorativo era partito da un altro punto. Come sei approdato a questo mondo?

Non ho mai avuto le idee molto chiare fin da piccolo, a differenza di altri che già all’asilo sanno la strada da intraprendere, chi il dottore, chi il meccanico, il vigile e via con la carovana dei mestieri. Io osservavo i grandi e cercavo di capire cosa mi piaceva della loro vita, rubando pezzetti a destra e sinistra ho costruito quella che è la mia personalità. Dopo aver abbandonato l’università ho iniziato a fare il parrucchiere, lavoro che mi ha portato a viaggiare tantissimo e a incontrare persone fantastiche, porto un pezzetto di ognuna di queste dentro di me. Vivere a New York per un paio di anni mi ha aperto un mondo e li ho realizzato che il lavoro per me sarebbe stato solo uno strumento per vivere la vita che voglio; bisogna armarsi di tanta forza e coraggio ma il viaggio è incredibilmente stimolante. Dopo gli USA sono rientrato a Milano come direttore creativo di un noto marchio di cosmesi, li ho conosciuto e frequentato personaggi famosi e anche questa esperienza mi è servita a capire cosa non volevo dalla vita, quindi la mossa successiva è stata rendermi indipendente e creare qualcosa di mio. Rientrando da Hong Kong dove si era trasferita la mia ex ragazza Louise (che molti casolani hanno conosciuto e confuso con tutte le successive, era asiatica) ho partorito l’idea di avventurarmi nel settore del caffè, non tanto come servizio bar o caffetteria ma come punto di incontro e aggregazione aggiornato ai nuovi standard gastronomici e di comunicazione. Mi ricordo ancora che durante il volo scrissi 10 pagine di idee e una volta atterrato iniziai subito a renderle concrete con la prima telefonata ad Omar Poli, un amico prima di tutto, un esperto del settore caffè poi. L’esperienza di tre anni a Seoul, Korea del Sud, ha completato il mio iter personale, li, oltre all’amore, ho trovato spunti incredibili a livello di design industriale e riciclo creativo, una esperienza visiva incredibile in una nazione che ritengo ad oggi un esempio da seguire per come si sta sviluppando.

 

È stata certamente una bella sfida quella di fondare un’azienda nella peggiore crisi economica degli ultimi decenni.

Rispondo con enorme piacere a questa domanda perché secondo me è la chiave del nostro successo, se così posso chiamarlo. La crisi economica che stiamo attraversando non mi ha mai preoccupato e secondo me è tecnicamente inesistente, è vero la gente perde lavoro in certi settori ma altri assumono e sono in crescita, quindi più che cresi c’è uno spostamento ed è più rapido della nostra capacità di adattarci culturalmente. Sono fortemente convinto che non ci sarà mai una ripresa, e non sono pessimista di natura, ma piuttosto lo sforzo da sostenere sarà la fase di adattamento generazionale, la duttilità e flessibilità sono la chiave per emergere quando parti da zero. L’economia tornerà quella di prima solo quando noi giovani (dai 35 anni in giù…ci casco casualmente a puntino e mi scuso con Toro se lo taglio fuori per qualche anno) smetteremo di agire con metodi superati e di pensare con schemi rigidi e inflessibili. Aziende come Apple e Google sono nate in sperduti garage della California, smettere di pensare tramite luoghi comuni come “soldi generano soldi”, per intenderci, porterebbe sicuramente linfa vitale al panorama delle startup italiane.

 

Come è strutturata FACECUP™?

Al momento la nostra società è snella e leggera, siamo 5 soci e lavoriamo quasi sempre da casa, trovandoci settimanalmente per incontri e riunioni spesso tramite conference call. Stiamo lavorando principalmente su due fronti, uno locale e uno globale. Quello locale è la distribuzione del caffè FACECUP™, consegniamo a domicilio in perfetto stile “Amazon”, diamo macchinette in comodato d’uso gratuito dal design moderno, piccole e compatte e tutti i nostri prodotti possono essere considerati a km zero, visto la vicinanza dei nostri fornitori accuratamente selezionati. Il secondo fronte, quello globale, consiste nell’apertura di caffetterie a marchio FACECUP™ all’estero, e proprio per questo a breve partirò per Dubai per seguire la realizzazione dei primi due stores pilota con i nostri partners Arabi. Devo dire che sono estasiato al solo pensiero di vedere realizzarsi qualcosa di made in Casola a così tanti km di distanza e spero vivamente che possa portare qualcosa di buono alla nostra piccola comunità che ad oggi ne ha un gran bisogno.

 

Hai girato il mondo però hai deciso di mettere le radici delle tue idee a Casola. Perchè?

Parlare di radici con me non è il massimo, visto che mi definisco uno zingaro moderno! Io a Casola ho sempre voluto un gran bene e fino a quando ho vissuto qui stabilmente ho cercato di dare il mio apporto alla comunità e alle attività locali. Penso che la scelta di partire da Casola fosse un obbligo morale nei confronti miei e di tutte quelle persone che hanno contribuito alla nascita di questo brand. Mi permetto di citare tre persone che per me hanno significato molto in questo progetto e mi hanno insegnato tantissimo: Elisa Sangiorgi è la persona che ha dato un volto a FACECUP™, disegnando un logo e un packaging che è stato più volte analizzato e citato dai migliori siti di design e cool hunting mondiale. Il secondo personaggio che cito è Paride Ridolfi, che ha dato voce e anima a Giorgio, il personaggio più cliccato e amato della famiglia FACECUP™, che oggi è diventato un brand a parte. Il terzo amico che voglio ringraziare è Marco Pozzi (Kune) che ha messo cuore più di ogni altra persona nella piccola repubblica romagnola. Ecco questi sono i motivi per cui penso che Casola si meriti un piccolo monumento al marchio….i containers. (#LOL)

 

Passiamo adesso alla casa di FACECUP™ ( vedi la struttura container....). Come la possiamo descrivere?

Come possiamo descriverla? Mmmm….riciclata!? Per due semplici motivi: il primo è che la struttura era già esistente quando l’ho comprata, era “abbandonata” vicino a Cesena presso un costruttore edile e quindi la prima cosa che mi ha mosso ad acquistarla è stata quella di portare avanti un opera di riciclo, in linea con la filosofia del marchio FACECUP™, #reuse #reduce #recycle. Il secondo motivo per cui ritengo l’idea riciclata è perché un altro marchio nel settore accessori, FRAITAG, in svizzera ha costruito una sede incredibile, fatta da 14 containers da spedizione marittima, io sono fermo a quota sette… (non ho detto che ho finito!)

 

Anche in questo caso ti chiedo “ma dove ti è venuta l’idea?”

Ti ho anticipato e ho risposto nella domanda precedente!

Quali sono stati i commenti memorabili dei casolani?

I commenti dei casolani non li conosco, sicuramente ne hanno fatti ad oltranza ma io tecnicamente dovrei essere l’ultimo a venirne a conoscenza! Posso solo dire che ad oggi la persona che ha dato il nome più utilizzato alla struttura è una signora di mezza età, Alma, la moglie di Paolino Pozzi, che dopo una visita natalizia decise che da quel giorno i containers sarebbero diventati i “ BIDONI ”.

Grazie

In bocca al lupo

Crepi il Lupo! Colgo l’occasione per ringraziare gli amici e tutti i clienti che ci hanno scelto e invito personalmente associazioni ed attività a contattarci per qualsiasi cosa, se possiamo aiutare noi ci siamo…ai BIDONI intendo!

Intervista a cura di Riccardo Albonetti
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