Stagione calcistica 2004/2005: saranno forse queste le annate che porteranno i colori del nostro paese a fronteggiarsi con le squadre di prima categoria? Ma perché parlo di “colori”? Ogni squadra possiede colori sociali ed infatti la compagine casolano ha quasi sempre utilizzato mute bianco-azzurre o poco diverse, è qualche anno che vedo però i ragazzi indossare maglie, pantaloncini e calzettoni di colori molto differenti: bianco-neri (che fantasia…), verdi-bianchi (quest’anno), per non parlare di quelle bellissime divise completamente rosse oppure gialle.
Non è che sia questo a portare così tanta sfortuna?

Va bè, lasciamo da parte questi discorsi patetici e cominciamo a parlare seriamente della squadra (comunque lo dovevo pur cominciare l’articolo…).
Dopo lo sfortunato fine anno passato (ricordo che per la terza volta negli ultimi 5 anni siamo arrivati secondi al termine del campionato, perdendo sempre negli spareggi), è stato giustamente riconfermato mister Dall’Osso, che ha il compito di ribadire l’alto, livello raggiunto dalla squadra negli anni in cui ha lavorato. Molti giocatori del gruppo “storico” sono stati mantenuti: Zardi, Sannino, Enzo Cavina, Maurizio Visani, Luca Carubelli, Landi, Poggiali, Rivola, Gianluca Dall’Osso, Tommaso Dall’Osso, Pietro Dardi, Tanesini, Paolo D’Antonio e Silvio Dardi, Michele Alpi rientra finalmente in pianta stabile dopo l’infortunio dell’anno passato e Luca Gianelli è quasi pronto dopo l’ennesimo infortunio extracalcistico patito durante l’estate.
Alcuni nuovi acquisti sono stati comunque fatti: il portiere Matteo Cavina e il difensore Palli Andrea dal Riolo, il giovane Christian Poli venuto dalle giovanili del Faenza (ricordo che è obbligatoria la presenza in campo di un ragazzo nato dal 1985 in su), l’ala sinistra Rimini Alessandro di Modigliana e il terzino sinistro Nicola D’Antonio.

Come vedete le premesse per competere ad alti livelli ci sono e speriamo quindi che sia arrivato finalmente l’anno della prima storica promozione.
Come sempre, visto che non sono ancora stato smentito, vorrei concentrare l’attenzione sul reparto giovanile, quest’anno è formato da quattro squadre: la scuola calcio, i pulcini, i giovanissimi e la juniores. I più piccoli sono guidati da Violone Amedeo, i pulcini da Silvio Dardi, i giovanissimi dal sottoscritto e la juniores dalla coppia Begonia-Pratini. Non voglio essere troppo ripetitivo ma sono ancora convinto che la società debba dedicare più tempo e anche qualche sacrificio economico in più per queste squadre. Non posso certo parlare per le altre, ma per quanto riguarda i giovanissimi sono sicuro che si potrebbe fare di meglio. Apprezzo molto il fatto che le famiglie non debbano pagare nulla per poter veder giocare i propri figli (ripeto che è una delle poche società, se non l’unica che lo fa!), ma ci sono diversi aspetti da migliorare: è difficile che riesca ad occuparmi di tutto prima, durante e dopo una partita, è bene che ci sia che mi accompagni sempre qualcheduno (ringrazio già Matteo Mongardi che con ogni probabilità svolgerà questi compiti non proprio adatti ad un ragazzo di 14 anni) che dia una mano nello scrivere la distinta, nel fare il guardalinee e via dicendo. Anche per quanto riguarda l’attrezzatura, pochi sono rimasti contenti: vediamo che la prima squadra ha in dotazione persino le polo ufficiali della società, ma alcuni dei ragazzi più giovani non hanno nemmeno le borse…
Ma anche dalla parte dei genitori ci dovrebbe essere più attenzione: continuo e continuerò sempre a ringraziarli per l’appoggio e per la pazienza che dimostrano nell’affrontare le trasferte, ma quando hanno qualche problema dovrebbero esporlo direttamente alla società e non parlarne solo fra di loro, possono benissimo richiedere una riunione per cercare di risolvere il tutto. Sinceramente vorrei che queste parole giungessero finalmente alle orecchie dei diretti interessati, perché, sarò ripetitivo, ma il bacino della prima squadra è rappresentato dai giovani casolani che hanno sempre una gran voglia di giocare a calcio e bisogna tutelare soprattutto questi, che non lo fanno per soldi (come quasi tutti quelli che arrivano dagli altri paesi) ma semplicemente per sentirsi importanti in un piccolo paese come il nostro.


Manuel Andreotti
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